Luci ed ombre della condroprotezione

Revisione Scientifica:

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Dr. Gianpaolo Sardo Medico dello sport

Sulla condroprotezione gli studi sono stati tanti e tanti ancora si preannunciano perché l'ambito di applicazione diventa sempre più importante a conferma della attenzione riservata all'argomento dal consumatore medio.

L'età anagrafica destinata ad aumentare sempre più, grazie alla moderna medicina sempre più tecnologica. La maggiore consapevolezza che il benessere psicofisico non può prescindere dalla attuazione di un programma di cura della persona oggi decisamente più attiva ed impegnata; la richiesta di abbinare attività sportiva al benessere di quelle strutture del corpo umano che permettono il corretto movimento.

Tutti argomenti che hanno portato allo studio ed allo sviluppo di farmaci, di integratori specifici nel trattamento dell'osteoartrosi, la forma più comune di infiammazione e degenerazione articolare che colpisce soprattutto le persone meno giovani ma anche sportivi che nel corso della loro attività agonistica hanno sovraccaricato determinate strutture articolari favorendo processi infiammatori e degenerativi di tipo selettivo.

L'osteoartrosi è la forma più comune di artropatia e rappresenta una delle cause principali di dolore e disabilità articolare. E' caratterizzata da danno cartilagineo con rimodellamento osseo e, in alcuni casi, da sinovite. L'osteoartrosi determina generalmente dolore articolare, limitazione dei movimenti, instabilità motoria e disabilità. La malattia tende a colpire soprattutto le principali articolazioni degli arti inferiori, le ginocchia, ma anche la colonna vertebrale, le articolazioni dell'anca e della mano. Decorso variabile, a carattere cronico o con episodi acuti. Il dolore artrosico, in modo caratteristico, peggiora con il carico e con l'attività e migliora con il riposo.

 

LUCI

Sulla condroprotezione gli studi sono stati tanti e tanti ancora si preannunciano perché l'ambito di applicazione diventa sempre più importante a conferma della attenzione riservata all'argomento dal consumatore medio. I condroprotettori sono consigliati nella terapia conservativa dell'artrosi che, è corretto specificare, specie negli stadi avanzati, rimane una malattia irreversibile, che però può essere rallentata o addirittura contrastata. Le sostanze che si è visto avere più effetti positivi sul benessere articolare ed osseo in genere sono state la glucosammina ed il condroitinsolfato in sinergia metabolica.

Per modificare il corso clinico e radiologico della malattia vengono sempre più utilizzati in associazione, con un mercato globale che in una decina d'anni è cresciuto di oltre il 60% ed è destinato ad un ulteriore aumento.
La glucosamina ed il condroitinsolfato rientrano tra i componenti costitutivi essenziali della cartilagine articolare.

In particolare, la glucosamina (che rappresenta la componente principale della cartilagine articolare) si è dimostrata in grado di agire e di modificare il metabolismo dei condrociti (cellule che producono le componenti della cartilagine) e di svolgere funzione attiva nel ridurre l'infiammazione. In “soldoni”, attenuazione di dolore e rigidità articolare associati ad osteoartrosi lieve-moderata, con un'efficacia simile a quella degli antinfiammatori non steroidei, ma, ovviamente, una migliore tollerabilità soprattutto a livello gastroenterico. Glucosamina e condroitin solfato sono in genere ben tollerati, anche se le formulazioni che contengono glucosamina estratta dal guscio dei crostacei possono determinare reazioni allergiche nei pazienti sensibilizzati. Comunque, dato che la glucosammina è derivata dai gusci dei gamberi, mentre l'allergene è nella loro carne, l'utilizzo è probabilmente sicuro anche per coloro che sono allergici ai crostacei. Ma la stessa si ritrova nelle pareti cellulari dei funghi che rappresentano al contempo una delle principali fonti di estrazione per la produzione commerciale. Quindi usando la fermentazione fungale del mais il problema intolleranza e/o allergia può essere facilmente superato.

Il condroitinsolfato contribuisce alla elasticità della cartilagine e ne inibisce la degradazione. La molecola è altamente idrofila ed è in grado di formare un gel; le sue caratteristiche di idrocolloide contribuiscono a conferire alla cartilagine resistenza alla compressione.
L'associazione di queste due componenti della cartilagine articolare avrebbe, pertanto, una funzione sinergica nel rallentare la progressione del danno articolare. La maggioranza degli studi dimostrano, inoltre, una netta superiorità della glucosamina rispetto al placebo nella attenuazione del dolore e della rigidità articolare. L'effetto di glucosamina e condroitin solfato sulla perdita di cartilagine articolare (effetto condroprotettore) rimane ancora da determinare. Gli studi che ne hanno valutato l'efficacia nel rallentare la progressione del danno articolare si sono basati sugli esiti delle indagini radiografiche volte a misurare lo spazio articolare. In base ai risultati di questi studi, un trattamento di 3 anni con 1.500 mg/die di glucosamina determinerebbe un effetto protettivo, con riscontro di una riduzione non significativa dello spazio articolare del ginocchio nei pazienti trattati vs. una perdita statisticamente significativa nei pazienti a cui era stato somministrato il placebo.

Lo scorso anno, la rivista specialistica “Annals of the Rheumatic Diseases” ha pubblicato i risultati di uno studio da cui emergeva che la combinazione di glucosamina e condroitinsolfato produce una diminuzione del 50,1% nell'indice di dolore WOMAC (Western Ontario and McMaster OA index) nei pazienti con osteoartrite.

Ma la ricerca, in campo farmaceutico, non si ferma mai; per fronteggiare gli “scettici” che contrastano la diffusione dei condroprotettori, alla collaudata coppia glucosamina – condroitinsolfato sono stati aggiunte altre sostanze atte a potenziare gli effetti antinfiammatorio, antidolorifico e funzionale sulle articolazioni e sulle cartilagini.

I migliori risultati sembrerebbero quelli riguardanti l'aggiunta di biocurcumin BCM-95, un estratto brevettato che le ricerche hanno dimostrato essere fino a 7 volte più biodisponibile rispetto alla maggior parte degli estratti comunemente in vendita, soprattutto per la presenza di oli essenziali di Curcuma longa. Azione antiossidante, antinfiammatoria ed appurata efficacia nel miglioramento della funzionalità articolare sono le peculiarità della biocurcumina BCM-95.

 

OMBRE

Va evidenziato, tuttavia, che non esiste omogeneità di giudizio negli esiti degli studi; non tutti sono favorevoli a questi integratori. Una recente revisione, pubblicata sul British Medical Journal, ha analizzato dieci studi clinici diversi per un totale di 3.803 pazienti che soffrivano di artrosi all'anca o al ginocchio e avevano assunto glucosamina solfato, condroitina solfato o cloridrato, oppure entrambe. È stata misurata l'intensità del dolore dei pazienti e la progressione della malattia, verificata mediante studio RX articolare.

Risultato: nessun effetto clinico rilevante è stato osservato con glucosamina da sola né con condroitina da sola, né con l'assunzione di entrambe, rispetto a placebo (trattamento inattivo).
L'impiego di questa sostanza (da sola o associata a condroitinsolfato) dovrebbe essere preso, quindi, in considerazione nei pazienti con gonartrosi meno avanzata e dolore di lieve entità, in cui esiste una controindicazione all'impiego di FANS orali (es. pazienti con ipersensibilità nota all'aspirina o ad un altro antinfiammatorio non steroideo, pazienti con ulcera attiva) e che desiderano ritardare l'inizio della terapia farmacologica. E' anche vero, comunque che le ulteriori nuove associazioni hanno dato feedback positivi si da rendere più praticabile questa strada.

 

USO NELLA PRATICA SPORTIVA ED EFFICACIA

L'integrazione orale con glucosamina e condroitina sottoforma di solfati, si è rivelata particolarmente efficace come strategia preventiva e curativa in campo sportivo nelle sindromi da “overuse” e cioè nel sovraccarico funzionale, grazie alle proprietà farmacocinetiche di queste due molecole in grado di garantire, seppur con livelli di biodisponibilità non eccellenti, un assorbimento intestinale ed una successiva distribuzione prevalentemente al livello articolare.

Gli studi presenti in letteratura, seppur naturalmente contraddistinti da disomogeneità di giudizio e incomprensibili contraddizioni, sostengono l'efficacia di queste due molecole nel mantenere la salute articolare, dimostrando ad esempio che possono:

  • Provvedere ad un miglioramento della salute articolare, in pazienti obesi sottoposti ad esercizio fisico, riducendo sensibilmente anche il dolore procurato in particolare alla articolazione del ginocchio
  • Influenzare negativamente la sintesi locale di fattori infiammatori coinvolti nella osteoartrite, precursore del danno artrosico
  • Preservare la funzionalità articolare in corso di patologie croniche e degenerative.

Ritardare la progressione dell'osteoartrosi del ginocchio nella stragrande maggioranza dei pazienti trattati grazie a somministrazione continuata per periodi prolungati.
I maggiori esperti mondiali sembrano però concordi sulla efficacia preventiva, che aumenta proporzionalmente alla precocità dell'intervento. Resta valido il potenziale ruolo preventivo per gli atleti over 35, sulla salute cartilaginea ed articolare.

 

ESPERIENZE CLINICHE

Nella esperienza clinica dello scrivente, ormai ventennale, soprattutto con l'artrosi del ginocchio di atleti master (over 40) ma anche di normale utenza non sportiva, i cammini riabilitativi sono iniziati con la classica terapia infiltrativa intrarticolare di acido ialuronico. Più recentemente la terapia, negli intervalli tra i richiami di acido ialuronico, si è completata con l'uso di quest'ultima associazione di glucosammina, condroitinsolfato e biocurcumina. A questo sono stati aggiunti specifici programmi di riattivazione fisica fatta di ginnastica dolce e di blanda attività sportiva, ovviamente adeguata alla tipologia del paziente. La sinergia tra i diversi trattamenti ha prodotto i risultati sperati.

I risultati sono incoraggianti specie per quanto riguarda la ripresa di una vita attiva che, poi, rappresenta il vero obiettivo del paziente.

 

Data pubblicazione: 06 dicembre 2018

Questo articolo fa parte dello Speciale Salute Benessere Osteoarticolare 

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