Emorroidi: cause e fattori di rischio
Le cause delle emorroidi non sono del tutto chiare, ma si riconducono spesso ad alcuni fattori di rischio che possono scatenare l'infiammazione. Si tratta di una patologia di cui soffre un'alta percentuale di popolazione adulta equamente distribuita fra uomini e donne. Per queste ultime l'incidenza aumenta con la gravidanza, per le particolari condizioni in cui si trova la zona perineale.
L'infiammazione delle emorroidi è un problema diffuso di cui soffre il 50% della popolazione adulta (tra i 45 e i 65 anni), con la stessa incidenza fra uomini e donne. In queste ultime la percentuale aumenta in caso di gravidanza, periodo durante il quale la patologia può presentarsi per le particolari condizioni. Ma quali sono le principali cause delle emorroidi e i fattori di rischio che possono scatenare la malattia emorroidaria?
Cosa sono le emorroidi
Le emorroidi sono dei tessuti posizionati nel canale rettale estremamente vascolarizzati, la cui funzione è quella di fare in modo che questa parte del corpo resti continente: la struttura di questi "cuscinetti", infatti, consente loro di gonfiarsi e sgonfiarsi a seconda della funzione che sta svolgendo la zona anale.
In particolare quando sono a riposo restano gonfie permettendo così all'ano di rimanere chiuso; quando invece si sgonfiano facilitano la regolare defecazione. La funzione delle emorroidi è, pertanto, quella di permettere la fisiologica attività di evacuazione e il contenimento di feci e gas.
Guarda il video: Emorroidi: 5 cose da sapere
Perché si infiammano?
L'attività di apertura e chiusura, proprio come se si trattasse di vere e proprie valvole, in alcuni casi può portare a una dilatazione eccessiva che determina l'infiammazione dei tessuti e quindi alla malattia emorroidaria. Questa può evolversi in diversi stadi e, secondo questo criterio, le emorroidi vengono quindi classificate in:
- I grado: quando restano interne al canale anale;
- II grado: quando escono dal canale durante l'evacuazione e rientrano spontaneamente;
- III grado: quando dopo la fuoriuscita dei tessuti è necessario farle rientrare manualmente;
- IV grado: quando l'emorroide esce in modo definitivo ed è necessario un intervento chirurgico e ambulatoriale.
Si parla, pertanto, di emorroidi interne quando queste restano dentro il canale rettale e sono visibili solo con l'anoscopia; sono invece esterne quando escono fuori e sono visibili a occhio nudo.
Sintomi della malattia emorroidaria
I sintomi più comuni che solitamente riguardano le emorroidi interne sono il sanguinamento anale, prurito, bruciore, fastidio e percezione di un peso estraneo nella zona del retto, a cui si può aggiungere il dolore acuto durante la defecazione e perdita di muco dall'ano.
Quando le emorroidi prolassano, ossia cadono verso l'esterno, i sintomi diventano più intensi, il dolore aumenta e il sanguinamento può avvenire anche a spruzzo. Nei casi più gravi la malattia può causare dei coaguli di sangue e determinare una trombosi emorroidaria.
Cosa fare quando si avvertono i sintomi
È importante non sottavalutare i primi segnali e intervenire tempestivamente con una visita specialistica: la diagnosi precoce, infatti, evita che lo stadio dell'infiammazione evolva a un grado più elevato e, di conseguenza, alla necessità di intervenire chirurgicamente.
Cause delle emorroidi
Non esiste certezza su quali siano le cause della emorroidi, tuttavia diverse teorie accreditano la responsabilità a un fattore di origine vascolare (iperplasia vascolare) oppure di tipo meccanico che consiste nell'indebolimento del tessuto mucoso che provoca così il prolasso delle emorroidi.
Tuttavia si ritiene che il primo movito che scatena l'infiammazione delle emorroidi sia l'ereditarietà, a cui si associano poi ulteriori fattori di rischio che ne aumentano le probabilità.
Fattori di rischio
Oltre alla predisposizione familiare e all'età, considerato che si tratta di una patologia che colpisce prevalentemente donne e uomini adulti, vi sono diversi fattori che possono determinare l'insorgere della malattia emorroidaria:
- Stitichezza che causa sforzi lunghi e frequenti per l'evacuazione, stimolando e irritando il perineo
- Abitudini alimentari sbagliate, in particolare caratterizzate dalla scarsa assunzione di fibre o dall'elevato consumo di alimenti irritanti
- Scarsa attività fisica e postura scorretta che determina un aumento della pressione venosa sulle strutture vascolari periferiche, come avviene anche per gli arti inferiori
- Stile di vita disordinato con consumo di fumo e alcol
- La pratica di determinati tipi di sport o lavori che comportano il sollevamento di pesi
- Scarsa igiene intima e, in particolare, della zona anale
- Abuso di lassativi
- Obesità
- Età
- Stress
- Gravidanza
Infine vi sono particolari condizioni patologiche, come per esempio la cirrosi, che possono essere la causa delle emorroidi.
Emorroidi in gravidanza
Particolare attenzione bisogna prestare in gravidanza, condizione durante la quale aumentano le probabilità di soffrire di emorroidi.
Non solo, in particolare al nono mese aumenta la pressione che esercita il peso del feto sul retto e la zona perineale, ma anche l'aumento del progesterone che induce il rilassamento delle pareti intestinali, con conseguente rischio di stipsi.
Infine causa di emorroidi è anche il parto, durante il quale il quale si verifica una forte pressione intraddominale.