Più eiaculazioni meno tumori alla prostata

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Non è una novità assoluta ma una ulteriore ricerca epidemiologica importante, condotta da diversi Dipartimenti di Epidemiologia, Medicina, Biostatistica e della Nutrizione dell’Università di Harvard ed ora pubblicata sulla rivista European Urology, sembra confermare questa informazione curiosa e da sempre un pò “controversa”.

Questo studio è sicuramente “pesante” perché condotto su 31.925 uomini per un periodo di tempo che va dal 1992 al 2010 e sembrerebbe confermare che se si ha una eiaculazione almeno 21 volte in un mese il rischio di avere una diagnosi di tumore alla prostata diminuisce del 19%.

 

               

 

Per arrivare a queste conclusioni il nutrito gruppo di ricercatori nordamericani ha intervistato tutti i partecipanti allo studio riguardo alle loro abitudini sessuali e hanno poi continuato a verificare per circa venti anni nelle loro cartelle cliniche se fosse mai comparsa la diagnosi di un tumore della prostata.

Durante questo lungo periodo, in cui si è svolta la ricerca, si sono verificati poco più di 1000 casi di cancro prostatico in chi aveva circa 7 eiaculazioni al mese, 807 casi in uomini con 13 -20 eiaculazioni mensili e solamente 290 casi in uomini che avevano almeno 21 eiaculazioni in un mese; l’età in questo studio pare essere un fattore importante, da tener presente, e soprattutto sembra che eiaculare con una buona frequenza, dopo i 40 anni, diminuisca il rischio di cancro alla prostata del 22%.

 

       

                                                   Cellule tumorali della prostata

Questi dati devono essere ora comunque attentamente letti e soprattutto criticamente ben valutati; ad esempio bisogna ricordare che una buona e regolare attività sessuale, con relative eiaculazioni, sono molte volte legate a fattori positivi e complessi che indicano un buon stato di salute: ad esempio uno stile di vita sano, una dieta bilanciata ed un peso corporeo corretto.

Una attività sessuale ridotta a volte è invece collegata a stati di salute generale meno favorevoli e quindi una bassa frequenza di eiaculazioni (da zero a tre al mese) spesso è associata ad altri problemi di salute più importanti e quindi sicuramente saranno utili altre verifiche per analizzare tutti i potenziali problemi e meccanismi biologici intrecciati con le osservazioni fatte sul semplice numero di eiaculazioni dichiarate ma, detto questo, è pur vero che i risultati di questa ricerca suggeriscono un atteggiamento comunque positivo verso una buona e regolare attività sessuale che potrebbe essere indicata sempre e comunque come strategia utile e da non sottovalutare nel ridurre il rischio di incorrere in un tumore della ghiandola prostatica.

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Fonte:

http://www.europeanurology.com/article/S0302-2838(16)00377-8/abstract/ejaculation-frequency-and-risk-of-prostate-cancer-updated-results-with-an-additional-decade-of-follow-up

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html

 

Data pubblicazione: 16 maggio 2016

6 commenti

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Cara Valeria,
bene venga un tuo ulteriore contributo su questo "controverso" tema andro-sessuologico.
Ancora un caro saluto.

#3
Ex utente
Ex utente

Una curiosità, in chi pratica la ritenzione volontaria del seme(cioè pratica una regolare attività sessuale cercando di eiaculare il meno possibile, solo pochissime volte al mese) per motivi spirituali(vedi Taoismo, Tantrismo e simili), o l'astinenza totale(monaci e simili) è mai stata osservata una maggiore incidenza di tumori alla prostata, o prostatiti ed altri problemi?
In caso negativo, cioè nel caso in cui non è mai stato osservato un aumento dei tumori in chi trattiene l'eiaculazione per scelta, pur avendo magari una felice vita sessuale di coppia, direi che potrebbe anche non esserci alcun rapporto causale tra frequenza delle eiaculazioni e tumori!

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,
purtroppo, quelle da lei citate, sono popolazioni di studio non facili da studiare, se non sulla base dell'esperienza in casistiche un pò "casuali" e non omogenee, fatte da alcuni urologi che si occupano di questo tipo di problematiche cliniche.
Comunque le sue osservazioni sono interessanti e sono un altro fattore che rendono le conclusioni di questi lavori non sempre condivise.

#5
Dr. Luca Colapaoli
Dr. Luca Colapaoli

Attenzione leggendo questi studi che l'unico dato che si puo' osservare e' una ASSOCIAZIONE e in alcun modo si possono trarre delle conclusioni su un eventuale nesso di causalita'.
In altre parole sappiamo solo, sempre che lo studio sia stato condotto in modo corretto, che esiste una associazione tra ferquenza delle eiaculazioni e incidenza di cancro prostatico. Se poi una frequente eiaculazione possa PROTEGGERE dal cancro prostatico, se adottata come strategia preventiva, piuttosto che il contrario, trattenere (volontariamente) il seme possa essere causa di un aumento della malattia, non lo possiamo sapere.

Potrebbe, per esempio, essere una associazione "inversa", ovvero i soggetti che sono piu' sani dal punti di vista prostatico, hanno una attivita' sessuale piu' vivace e, oltre ad ammalarsi di meno di cancro, hanno anche una eiaculazione piu' frequente.

Ci sono anche altre possibilita' per spiegare il nesso tra una associazione ed un fenomeno ad questa associato.

Il punto e' di non pensare che "se aumento il numero delle mie eiaculazioni mi proteggo dal cancro alla prostata", o almeno non pensare che la cosa sia accertata da uno studio osservazionale di questo tipo.

#6
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Luca,
osservazioni le tue corrette e che riconfermano anche le criticità che gli stessi autori hanno ribadiscono nel commentare i risultati da loro ottenuti in questa poderosa ed importante ricerca epidemiologica.
Altri studi vanno programmati e portati a termine in modo rigoroso come è stato fatto in questo caso.

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