Enuresi, quando il bambino fa la pipì a letto: cosa fare?
L’enuresi è un vocabolo che deriva dal greco e significa letteralmente "urinare dentro (sottinteso "nel letto") ed è praticamente un’incontinenza urinaria che può presentarsi di notte ed interessare un bambino che dorme.
E’ un problema urologico e pediatrico molto sottovalutato, in primis proprio dai genitori, e che sembra colpire il 15% dei bimbi con un'età compresa tra i 6 e gli 8 anni.
Questo è l’allarme lanciato dagli specialisti del Sindacato Medici Pediatri di Famiglia al loro terzo Congresso Nazionale che si sta svolgendo proprio in questi giorni a Milano.
In questa sede sono stati presentati i risultati preliminari di un importante progetto di ricerca e formazione che si dovrebbe articolare in due momenti: una prima tappa che prevede un’indagine epidemiologica volta a stabilire l’incidenza del disturbo nei bimbi e una seconda tappa che dovrebbe studiare attentamente l’organizzazione di corsi di formazione, su questo tema, per tutti i pediatri di famiglia.
L’indagine proposta con l’utilizzo di questionari inviati a circa 4000 famiglie, residenti in tutta la Lombardia, dovrebbe farci meglio conoscere alla fine il vero pianeta “enuresi”.
L’analisi, già fatta dei primi 2200 questionari inviati, ha comunque mostrato dati molto significativi: 338 bimbi tra i 6 e gli 8 anni, cioè il 15% del campione esaminato, sembrano presentare questo problema urologico e, altro dato da esaminare e capire, che solo 26 bambini, cioè solo 1 su 12, sono stati valutati e trattati da pediatra o urologo esperto.
Tutto ciò a dispetto del fatto che oggi esistono per questo problema terapie efficaci, anche se spesso necessitano tempi relativamente lunghi per funzionare, che nel 70-75% dei casi sono capaci di risolvere definitivamente il problema.
L’enuresi è una situazione clinica complessa dove sono coinvolti molti aspetti: relazioni famigliari "difficili" (2 casi su 3), fattori genetici (rapporto 2 a 1 tra bambini e bambine), biochimici ed ormonali (mancanza parziale dell’ormone antidiuretico, ADH), problematiche urologiche (vescica iperattiva), aspetti psicologici e disturbi del sonno (profondo e pesante) seguiti da risvegli difficili.
Le terapie sono, a loro volta, complesse e devono sempre essere modulate su tutte queste potenziali cause; si va quindi dalle strategie comportamentali ai vari farmaci che controllano l’iperattività della muscolatura vescicale (Desmopressina, anologo dell’’ADH, anticolinergici); a volte può essere utile l’utilizzo anche di sensori che segnalano la presenza di gocce di urina nelle mutandine del bimbo e che lo svegliano in modo tale da imparare a fare la pipì nel suo "vasino"; queste manovre hanno la finalità di instaurare un circolo virtuoso e quindi risvegliare, nel modo meno drammatico possibile, il bimbo quando compare la voglia di fare la pipì.
L'enuresi infantile, ricordiamocelo, non ha esclusivamente una causa psicologica anche se questo disturbo dello svuotamento della vescica, in un bimbo, può scatenare alla lunga molte problematiche di tale natura (paure, ansie, scarsa autostima) e quindi richiede sempre una attenta e non tardiva valutazione uro-pediatrica.
Fonte:
http://www.simpef.it/formazione/p.asp?preview=ok&nfile=congresso_nazionale_simpef_2013_programma
Altre informazioni:
https://www.medicitalia.it/blog/urologia/2414-dieci-consigli-utili-per-la-vescica-iperattiva.html