L'uso dell’aspirina riduce il rischio di cancro alla prostata
Alcuni recenti lavori avevano collegato l’utilizzo degli anti-infiammatori non steroidei con un rischio diminuito di cancro a livello della ghiandola prostatica.
Ora un nuovo studio epidemiologico, condotto da studiosi finlandesi di Tampere, ha portato altri dati e cercato di verificare questa correlazione negativa tra uso di anti-infiammatori non steroidei e il tumore della prostata.
Vecchia locandina pubblicitaria dell'Aspirina
Sono stati valutati tutti i nuovi casi di tumori della prostata, capitati in Finlandia, durante il periodo 1995–2002 e tramite i loro registri nazionali, precisi come lo sono gli abitanti di questo bel paese, sono state raccolte puntuali informazioni retrospettive sui consumi di farmaci.
Da questo studio, in estrema sintesi, sembra che l’incrocio complessivo dei dati raccolti non ha dimostrato la precedente indicazione di un positivo rapporto tra l'uso degli anti-infiammatori non steroidei ed una minor insorgenza di tumore della prostata ad eccezione della sola Aspirina che invece sembra associa in modo significativo ad un ridotto rischio di insorgenza di questo frequente tumore che colpisce soprattutto i maschi che hanno raggiunto i 50anni.
Negli anni l'acido acetilsalicidico, più noto come Aspirina, è stato associato ad una serie in crescita di effetti positivi; quest'ultima segnalazione, pur necessitando di ulteriori conferme, si aggiunge a questa lunga storia di nuove indicazioni positive.
Questo "vecchio" farmaco, sintetizzato nel lontano 1853 dal francese Charles Frédéric Gerhardt, nel tempo sembra non perdere il suo smalto!
Fonte:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23079475
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