BLOGterapia RAGAZZE FUORIDISENO (RFS) : bilancio al sesto anniversario

salvocatania
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo

 

RFS Ragazze Fuori di Seno

Introduzione

Quanto fosse importante la narrazione della malattia dalla parte del paziente per la verità non ne ero ancora del tutto consapevole neanche quando nel 1989 pubblicai con la prefazione di Umberto Veronesi “Il carcinoma mammario dalla parte della paziente”, su centinaia di lettere indirizzate a me dalle pazienti.
Allora forse c'era già la “condivisione”, pur se infrequente, con il medico, ma mancava quella tra le compagne della stessa devastante avventura e non mi resi conto di avere pubblicato forse il primo documento in Italia di Medicina Narrativa, termine a quell'epoca pressochè sconosciuto.

BLOGterapia e medicina narrativa

Né potevo immaginare che successivamente lo sviluppo della ricerca sulla Medicina Narrativa avrebbe portato alla conclusione e pubblicazione su riviste scientifiche internazionali di ben 1670 ricerche in tutto il mondo su questo tema fino al 2013.

Raccontare se stessi è quindi una delle chiavi del cosiddetto empowerment del paziente, quel processo di crescente autonomia decisionale dei malati al quale aspira la medicina moderna.

Prima dell’avvento di Internet, la diffusione di questi racconti, quando e se riuscivano ad essere pubblicati, erano possibili solo nei limiti di una produzione editoriale di nicchia, che difficilmente riuscivano a raggiungere molti lettori, a meno che l’autore non fosse uno scrittore già affermato o un personaggio pubblico famoso.

Narrare l'esperienza di malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme "i suoi pezzi", le parti di quel sé che la malattia ha spesso prepotentemente frammentato. L’atto narrativo, dalle preziose potenzialità terapeutiche, è però reso possibile non solo dal soggetto che racconta la malattia, ma anche da quello che lo ascolta: il medico, lo specialista o l’operatore sanitario.

Allo scopo di facilitare la diffusione di questi racconti e favorirne la diffusione addirittura in tempi reali e con un numero potenzialmente illimitato ed eterogeneo di persone, nel 2010 ho aperto il forum RagazzeFuoridiSeno, che attualmente conta oltre 10.000 commenti, con circa 2 milioni di visualizzazioni.

La narrazione virtuale condivisa ha provocato anche una positiva ed emozionante verifica ”del virtuale con il reale”, tramite un convegno (I° Incontro Nazionale Ragazze Fuoridiseno), che si è tenuto a Milano il 21 Novembre 2013. (*). Emozionante verificare, in carne ed ossa, quanto fossero reali gli avatar del blog.


(*) Osservazioni di Serena Alì psicologa di Attive Come Prima alla fine del Convegno di Milano 2013

>>Sono una psicologa e lavoro ad Attivecomeprima, che per me, però, non è solo una semplice sede di un lavoro, ma è diventata nel tempo una vera e propria seconda casa. Per questo mi fa molto piacere leggere che anche voi vi siate sentiti accolti un po’ come a casa giovedì scorso. Io sono stata un’osservatrice silenziosa (ma il più possibile attenta), e l’impressione più forte che mi ha accompagnata dopo la fine dell’incontro è stata la consapevolezza di aver assistito alla potenza della condivisione dell’esperienza: la discussione del pomeriggio (elicitata dall’intervento, profondo e allo stesso tempo ironico, di Michela Mantovan), il susseguirsi di storie e di stralci di vita, l’energia vitale che si respirava, il coraggio di confidare al gruppo non solo i propri successi, ma anche le difficoltà. Tutto questo mi ha fatto capire ancora una volta come la condivisione sia un potente antidoto contro l’isolamento e un modo per essere una ricchezza e un sostegno l’uno per l’altro. Io posso solo immaginare cosa possa significare condividere tutto con altre persone su un forum virtuale e poi cosa si possa provare nel primo incontro reale. Posso solo immaginare queste emozioni, ma sono sicura che siano state emozioni grandissime. E preziose. Serena.


Questa socializzazione del vissuto personale ha ampliato i confini del narrabile, accogliendo la malattia tra i temi che possono essere oggetto di scrittura e condivisione. In altre parole si può rendere pubblica una esperienza che si tende a vivere nella intimità, se non in completa soli-tudine. In questo senso si può parlare di BLOGterapia.

Perchè se la persona malata riesce a trovare una propria voce per raccontarla, come la nostra Ragazza Fuori di seno Nadia o Francesca che ha pubblicato un libro, già alla terza ristampa: Storia di una ragazza Fuori di Seno allora inizia a mutare la percezione stessa della malattia, che si traduce in una sfida alla solitudine e al silenzio che in genere si accompagnano ad essa. Sulla rete quello che scriviamo può essere letto da chiunque e può essere commentato, in tempo reale. Si intreccia con altre vite, altre storie, raramente simili e spesso molto diverse, specie riguardo alle modalità con cui si reagisce al trauma.

L'evento cancro è già di per sè uno shock indipendente, ma talvolta come se non bastasse, si aggiunge a disagi familiari e personali molto gravi già presenti.

Pertanto l’evento cancro non è sempre la unica principale causa della sofferenza; ogni persona porta con sé la propria storia, le esperienze passate positive e negative, quanto ha avuto dalla vita e molto spesso c’è l’esigenza di aprire e guarire la ferita invisibile che era preesistente alla malattia.

Tutti aggiungono contributi personali su quali risorse mettere in campo di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili e soprattutto di fronte all’ignoto e soprattutto per coltivare la SPERANZA.

Tra le tante cose che emergono nella esperienza del cancro, il forum ha fatto emergere una realtà nascosta e trascurata dalle istituzioni: l'esercito silenzioso dei caregivers: i familiari protagonisti dell'accudimento. Nella nostra esperienza sono le figlie che si occupano delle madri. Esistono studi e statistiche, che sondano i sentimenti e il vissuto di questa prode categoria, che si carica di tutte le ansie del malato, tant'è che nel nostro forum descrivono "Mia madre è serena ". Lo credo bene! Nella narrazione delle figlie-parafulmine c'è una raccolta di rabbia, stanchezza, senso di colpa, per timore di non essere adeguate al compito, o percezione di una propria supposta e percepita"inutilità".

Secondo una ricerca del 2005 della Center on Aging Society di Washington: il 16% dei caregiver si sente esausto; il 26% avverte come imponente il peso emotivo del loro compito; il 13% vive una profonda frustrazione vedendo l'assenza di miglioramento del proprio caro; il 22% arriva a fine giornata spaventato dal timore di non essere in grado di saper fronteggiare le responsabilità del ruolo, spaventato dal futuro che lo attende, dalla propria impotenza.

Materiali e Metodi

Nato come blog nel 2010 con un titolo volutamente “inquietante”: Come si calcola il RISCHIO reale. Lo scopo era quello di tenere lontano ipocondriaci e perditempo e selezionare pazienti ed ex-pazienti veramente motivati ad affrontare vari temi inevitabilmente ansiogeni proposti . In particolare:

  • Riappacificazione tra medico e paziente
  • Paura della morte (pag. 442)
  • Istotipi e triplo negativo in particolare (pag. 440)
  • Chemioterapia ed effetti collaterali (pag. 460)
  • Cybercondria (pag. 590)
  • Mutazioni genetiche e ereditarietà dei tumori (pag. 576)
  • Prevenzione Primaria e Secondaria (Alimentazione+ Attività fisica) (pag. 624)
  • Le bufale della rete nella cura del cancro (pag. 630)
  • Medicine alternative e sondaggio (ancora in corso) (pag. 630 e seg.)

In altre parole un invito diretto alle utenti disponibili a cominciare.... FESTINA LENTE.... a “guardare in faccia la paura” ed essere aiutate ad “andare oltre“ e riprendere in mano la propria vita, sino a quel momento “sospesa”, a causa della stessa paura. Abbiamo soprattutto affrontato ed approfondito il tema delle paure, non solo del paziente, ma anche quelle del medico, di cui non si parla quasi mai

Paure del medico

Paure da considerare sullo stesso piano di quelle del paziente. Abbiamo approfondito riguardo a queste ultime quali siano le paure “normali ” adattive e quali quelle disadattive. Nei casi, sporadici per la verità, in cui sono state identificate paure disadattive, che si rivelano con segnali il più delle volte molto chiari, pur in assenza del linguaggio del corpo, e quasi sempre a causa della ripetitività (loop infinito), gli utenti sono stati accompagnati, anche attraverso la messaggistica privata, verso un supporto psicoterapeutico. L’avere indotto comunque a prendere consapevolezza di avere bisogno di aiuto supportivo è stato molto apprezzato anche dai familiari.

Qualsiasi studioso del comportamento animale potrebbe spiegarci quanto sia indispensabile la paura per la sopravvivenza, ma ammetterebbe solo controvoglia che quella regola vale anche per noi umani. Eppure ogni giorno i piccoli passi e le grandi svolte della nostra vita ci insegnano che non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità. Proprio Ada Burrone nel secolo scorso mi ha insegnato che il cancro non è solo una guerra ad oltranza contro un nemico da bombardare, distruggere ed affamare. Paradossalmente infatti è poco convincente la letteratura, dopo la scoperta del cancro, che incoraggia ad avere FORZA e CORAGGIO per combattere la malattia, mentre lo è di più la letteratura che si occupa dell'ossimoro FORZA DELLA FRAGILITA'. Putroppo le autobiografie ed i titoli roboanti dei media incoraggiano questa cultura guerresca di "lotta contro il cancro".

Il modello parassitario, così presente ed enfatizzato dai media, e che sinora ha ispirato tutte le strategie di LOTTA, traghettando il linguaggio militare (persino i soggetti volontari per uno studio vengono chiamati "arruolati") direttamente dalle vittoriose battaglie contro le malattie infettive del passato, con l'obiettivo di bonificare il corpo sradicando il cancro come un virus chirurgicamente o chimicamente, è un modello quanto mai obsoleto. Tant'è che tutte le nuovissime terapie "molecolari" tendono ad essere personalizzate per ogni tipo di tumore. Facile dedurre ad esempio che un ciarlatano si riconosca subito perchè propone una unica terapia per tutti i tumori.E non solo invece i tumori sono eterogenei su pazienti altrettanto eterogenei, ma addirittura solo poche cellule di tutto il tumore sono veramente maligne, quelle che lo fanno crescere: le cellule staminali del cancro.

Anche perchè, senza parafrasare il Don Abbondio del Manzoni, pochi ritengono di avere abbastanza forza e coraggio in una fase di così spiccata fragilità, che segue alla sentenza di "Signora...lei ha un cancro! "

Ricordo il grido di dolore di una ragazza FDS che privatamente tre anni fa mi scriveva di "avere scoperto su Internet di non avere speranze di vita oltre un biennio perché affetta da un triplo negativo ". Dopo 3 anni ha replicato ironicamente " Dottore....sto benissimo ma essendo trascorsi 3 anni dall'intervento e trattandosi il mio di un triplo negativo a rapida evoluzione....... devo cominciare a preoccuparmi? "

Valli a capire.... questi tripli negativi!! Ma a volte l'ronia è una arma molto più efficace della forza e del coraggio, che pur sono utili in chi ce l'ha.

Non c’è alcun dubbio che l’evento cancro sia un trauma devastante, i cui esiti possono condizionare la vita del paziente per anni o per sempre. Molte si impongono a voler tornare alla normalità, cioè come prima. Anche se ciò non è possibile, tuttavia esiste la possibilità di “riparare il vaso rotto” e farlo tornare, non più quello di prima, ma persino più bello ed unico, arricchito dall’esperienza del dolore.

kintsugi

È capitato a tutti: un fatale momento di distrazione, e l'oggetto in ceramica a cui teniamo tanto cade rovinosamente a terra, rompendosi.
Stupore, incredulità, ira e dispiacere ci attanagliano nei concitati istanti successivi alla caduta, decorsi i quali ci rassegniamo a raccogliere i cocci e ad accomodarli nella spazzatura, seppure a malincuore, o a conservarli racchiusi in una scatola; l'idea di provare a ricomporre il manufatto magari ci sfiora, ma di norma la lasciamo volare via, per pigrizia o per lo scarso valore economico dell'oggetto o semplicemente in quanto fermamente convinti che "un vaso rotto non potrà mai tornare come prima".
Questo è quello che accade, in genere, in Occidente: in Oriente, le cose vanno molto diversamente.
In Giappone, quando un oggetto in ceramica (di norma il vasellame) si rompe, lo si ripara con l'oro, poiché si è convinti che un "vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine”.
Tale tecnica di riparazione prende il nome di Kintsugi e consiste nell'incollare i frammenti dell'oggetto rotto con una lacca giallo rossastra naturale e nello spolverare le crepe che attraversano l'opera ricomposta con della polvere d'oro (più raramente d'argento o di rame).
Il risultato è strabiliante: il manufatto è striato d'oro, percorso da linee che lo rendono nuovo, diverso, bellissimo. La casualità determinata dalla rottura, rende gli oggetti redivivi grazie al kintsugi tutti differenti fra loro e dunque unici, oltre che pregevoli per via del metallo prezioso che li decora.

L' adesione al blog, nelle dimensioni, è stata così inaspettata da richiedere una diversa ristrutturazione dello stesso, sino a trasformarlo in un forum. Sorprendente, ma non del tutto, la composizione del campione, che attualmente conta più di 250 tra utenti, medici e psicologi. Oltre il 90 % degli utenti ha una età media di 35 anni, e presentano le patologie tumorali più aggressive della mammella (triplo negativo in particolare, mastite carcinomatosa, metastasi).

Riguardo alla geolocalizzazione di provenienza  (per i dettagli vedi pag 629 ): Lombardia n. 113, Lazio 20, Emilia 16, Piemonte, Veneto e Campania 10, Toscana 9, Sicilia 8, Sardegna e Calabria 7, Liguria e Basilicata 4, Trentino Alto Adige e Puglia 3, Marche e Valle D’Aosta 2, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo 1. Totale =251

Agli utenti vanno aggiunti medici e psicologi, giornalisti che hanno partecipato al forum (almeno 1 commento) o al Convegno di Milano del 2013.

PSICOLOGI (10)
Fernando Bellizzi (Lazio)*, Gianluca Calì (Sicilia)*, Paola Scalco (Piemonte), Carla Maria Brunialti (Trentino Alto Adige), Laura Pedrinelli (Liguria), Chiara Schiroli (Lombardia)*, Angela Pileci (Lombardia), Armando De Vincentis (Puglia), Serena Alì (Lombardia) (*), Alessia Alghisi Migliari (Lombardia)

MEDICI SPECIALISTI (10)
Chiara Lestuzzi (Friuli)*, Vito Barbieri (Calabria), Franca Scapellato (Emilia), Sergio Di Martino (Campania), Antonio Ferraloro (Sicilia), Alessandro Scuotto (Lombardia), Cinzia De Falco (Lazio), Filippo Alongi (Lombardia), Andrea Annoni (Lombardia), Salvo Catania (Lombardia)*

(*) presenti al Convegno di Milano, Novembre 2013

Nel 2017, riprendendo gli insegnamenti di Ada Burrone che ho frequentato per quasi 40 anni, abbiamo inserito e responsabilizzato la figura della FIDUCIARIA VIRTUALE. Nel secolo scorso Ada Burrone, dopo un lungo corso di formazione, inviava al capezzale delle pazienti in ospedale le sue fiduciarie tutte donne già operate, in una epoca in cui era scarsa l’informazione e inesistente la comunicazione.

Nel nostro blog si diventa fiduciarie dopo una attività di almeno 2-3 anni, durante i quali possono mostrare alle nuove entrate quanto la capacità di provare paura sia importante (la specie non potrebbe sopravvivere senza percepire i pericoli), ma che nello stesso tempo, quando questa è eccessiva, cronica, e pervasiva, quanto la stessa possa bloccare la persona impedendole di continuare a crescere, amare, sperare.

Obiettivo del blog e dei partecipanti, creando uno spazio umano tra malato e medico, è quello di risvegliare dal sonno la paura, per accettarla e renderla meno pervasiva e disturbante.
In questo modo si liberano spazi per accogliere i bisogni, i desideri, i cambiamenti che sempre si generano nell'incontro con l'esperienza del cancro. I cambiamenti per riprogettare l'esistenza sono possibili solo dopo avere ACCETTATO ed elaborato la paura della morte.
Questo mondo di emozioni, spesso tenuto segreto dalla persona ammalata o sommerso dall'oceano della paura, è un elemento essenziale della capacità di reagire in modo vitale alla malattia.

  1. La fiduciaria è una paziente che integra il lavoro degli operatori: è lei a raccogliere gli elementi più preziosi per seguire un malato e i loro familiari. Fa parte a tutti gli effetti della equipe che segue il paziente
  2. Importante la motivazione e la sensibilità, e persino la saggezza che derivano il più delle volte dall' esperienza della malattia. Dipende dal desiderio di farcela e dalla capacità e voglia di mettersi continuamente in discussione
  3. Anche le persone che hanno delle fragilità sono adeguate in tale ruolo, anzi. L'esperienza insegna che a questo compito funzionano meno bene persone che hanno caratteri molto solidi e sicuri di sé. Può sembrare strano, ma paradossalmente non aiuta avere solo certezze. E paradossalmente ciò vale persino per gli operatori sanitari, oncologi compresi. Quindi il requisito non è avere certezze, ma elasticità. Ciò vuol dire che per essere di aiuto a chi soffre i giudizi vanno sospesi, e quello che conta è accogliere i desideri di chi in quel momento ha bisogno, a partire dalle piccole cose, che noi chiamiamo  la lista della spesa.
  4. Attualmente sono fiduciarie FDS: Lori (Veneto), Francesca (Emilia), Rosella (Val D'Aosta), Antonia (Veneto), Laura (Lombardia), Cristina (Lombardia), Elisa (Lombardia), Nadine (Toscana), Didi (Emilia), Antonella (Sicilia)

Medicitalia.it è il primo sito che da 16 anni si occupa di e-consulting. Ho avuto il privilegio di pubblicare il primo studio sui vantaggi dell'e-consulting in Italia in ambito seno-oncologico su alcune migliaia di utenti, analizzandone i vantaggi, confermati dai sistemi di Rating.

Attualmente è in corso un altro studio a partire dal 2015, nel quale ho coinvolto le fiduciarie nei consulti richiesti allo specialista. In altre parole dopo la replica dello specialista, che esaurisce l’aspetto tecnico del consulto, intervengono su mia richiesta le fiduciarie, che integrano con la loro esperienza il tema proposto dall’utente e preparano l’ACCOGLIENZA nel forum delle RFS.

Il campione di 120 “consulti integrati” è ancora troppo esiguo per portarci a conclusioni. Ma già è interessante osservare il tasso di gradimento: nell’82% dei casi l’utente esprime un elevato grado di gradimento all' integrazione da parte di compagne di avventura della stessa patologia. Nel 18% dei casi non ha espresso commenti.

Non c'è letterura sull'e-consulting integrato dalle pazienti, ma è nota questa potenzialità avendo ormai acquisito, le pazienti, una relativa competenza (*) sulle malattie che le hanno colpite, di livello impensabile sino a poco tempo fa.

Ormai si può entrare nei dettagli su ogni singolo fattore biologico rilevato dal referto istologico. Tutto impensabile sino a pochi anni fa. Con molta cautela ciò mi ha incoraggiato a mostrare qualche foto di tumori mammari per esorcizzarne l'aspetto mitologico di fantasma che ci perseguita e ci rincorre. L'esperimento è andato oltre le mie aspettative : "dottore ha fatto benissimo perchè io voglio vedere com'è fatto il bastardo! "

(*)[Original Paper: Managing the Personal Side of Health: How Patient Expertise Differs from the Expertise of Clinicians di Andrea Hartzeler I

I pazienti offrono ad altri pazienti una competenza sostanziale che differisce in modo significativo dal know-how offerto da professionisti del settore sanitario. I nostri risultati suggeriscono che i pazienti esperti non necessariamente servono come" rel="nofollow. I nostri risultati suggeriscono che i pazienti esperti non necessariamente servono come "dottori dilettanti" perchè offrono informazioni mediche più accessibili ma meno complete e dettagliate. Piuttosto, essi offrono preziose informazioni personali che i medici non possono necessariamente fornire 

 

DISCUSSIONE

Non siamo sorpresi dal numero di visualizzazioni (2 milioni), ma dal numero di commenti (10.000 in forte crescita). Non like, o condivisioni, ma commenti narrativi della propria esperienza. Esperienza di vita, di dolore, ma anche di morte. Tutte le pazienti che hanno partecipato al Convegno di Milano dopo 4 anni sono VIVE e VEGETE, malgrado le statistiche le avessero marchiate sfavorevolmente (quasi tutte tripli negativi o in fase metastatica). Esperienze di ricadute “ci risiamo ", esperienze di situazioni invalidanti per lo stile di vita, ed anche esperienze di morte.

Sì anche di morte. Riguarda in particolare tre utenti che non abbiamo conosciuto nella vita reale, entrate nel forum nell'ultimo stadio della fase metastatica. Donatella in particolare, che ci ha lasciato in eredità pagine indimenticabili dal suo letto di ospedale, nelle quali non c’è sconfitta malgrado tutto. Federica e Dafne. Parliamo di giovanissime, mamme di bambini piccoli. Ho sempre temuto in questi casi un contraccolpo letale per il forum. Ci hanno pensato a sostenerci, e a incoraggiarci i mariti di Donatella e Federica e l’amico di Dafne, ringraziandoci per averle ”accompagnate” sino all’ultimo respiro.

Ho dovuto prendere atto che nonostante lo strumento sia virtuale, non ci sia alcuna differenza con il reale autorizzandoci ad arrivare alle medesime

CONCLUSIONI PERSONALI

Nessun paziente passa senza lasciare traccia e di qualcuno rimane un ricordo particolare, profondo, che non si dimentica. Che incide a tal punto da modificare il nostro modo di pensare e di agire nella relazione medico-paziente. Si tratta quasi sempre di pazienti che malgrado le nostre pessimistiche previsioni sono “uscite“ dalla griglia delle nostre statistiche.
Alcuni di questi, hanno scritto pagine cruciali, talvolta strazianti, ma sempre straordinariamente lucide sulla loro vita dove non c’è sconfitta, non c’è rassegnazione nelle loro parole. Talvolta c’è palese persino l’incoraggiamento per il medico che non lesina il suo impegno, mostrando le sue emozioni”.

 

Fonte: The Cochrane Database of Systematic Reviwes

Tumore del seno: ancora incerto il valore dei gruppi di supporto online.
Mar 10,2017

I gruppi di sostegno online possono aiutare a livello psicologico le donne con una diagnosi di tumore del seno? Secondo una review pubblicata sul The Cochrane Database of Systematic Reviwes è presto per dirlo. Gli studi disponibili in letteratura scientifica sarebbero infatti poco utili a definire se il sostegno offerto online aiuti a combattere ansia, depressione e migliori la qualità della vita delle donne con un tumore del seno.

I ricercatori, guidati da Ellis McCaughan dell'Insitute of Nursing and Health Research dell'Ulster University, in Inghilterra, hanno valutato gli effetti dei gruppi di supporto online su stress emotivo, insicurezza, ansia, depressione e qualità della vita delle donne con tumore dei seno, prendendo in considerazione sei trials clinici che coinvolgevano complessivamente 492 donne.

La partecipazione ai gruppi online andava da sei a 30 settimane e si svolgeva per un periodo tra 1,5 e 2,5 ore a settimana. Quattro dei sei studi valutavano i gruppi di supporto online verso un gruppo di controllo e gli altri due mettevano a confronto supporto "moderato" verso uno "educativo" e una versione "standard" verso una "intensiva".

Nessuno studio ha valutato lo stress emotivo o l’insicurezza. Per quel che riguarda l’effetto sull’ansia, solo in uno studio è stata riscontrata una riduzione, mettendo a confronto il supporto "standard" con quello "intensivo". Mentre per la depressione ci sarebbe una riduzione da piccola a moderata nel gruppo di supporto online rispetto a quello di controllo, anche se un terzo studio ha concluso che non ci sarebbero differenze. Infine, sulla qualità della vita, solo due studi avrebbero fornito dati analizzabili, mostrando però nessun effetto positivo a quattro mesi dopo l’intervento.

 

Del blog ne hanno parlato libri e i media

  1. La Storia di una ragazza Fuori di Seno
    Libro: Storia di una Ragazza Fuori di Seno

  2. La comunicazione Medico-Paziente dalla Omertà alla INFobesità
    Libro: La comunicazione Medico-Paziente dalla Omertà alla INFobesità

  3. Il Corriere della Sera
  4. La Repubblica
  5. Sole 24h (Digital Health)
  6. Triennale di Milano  2016
  7. http://iltempodelledonne.corriere.it/2016/notizie/tdd-donne-salute-cura-femminile-plurale-6241f6c0-7385-11e6-8697-4ca4df3f7e63.shtml
Data pubblicazione: 07 marzo 2017 Ultimo aggiornamento: 29 marzo 2017

69 commenti

#1
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Utente 431XXX

Ho sempre nutrito diffidenza per blog vari, forum o anche associazioni di malate/guarite di tumore al seno, sostanzialmente perché temevo di vedere scalfita quella pseudo serenità che a fatica mi andavo costruendo. Ho accolto l'invito a mettere nero su bianco e a partecipare al forum RFS da qualche mese, dopo un'esperienza ventennale di cancro, passata attraverso due tumori, chemio ,radio, terapia ormonale ,linfedema curato per oltre tre anni e che spero sia conclusa (ma mai dire mai!). Ho scoperto che scrivere non è come parlare e meno che mai come pensare; scrivere della propria malattia e condividerla con una platea vasta come può essere quella digitale è liberatorio, aiuta a mettere ordine nel pensiero, a confermarsi nel convincimento che bisogna combattere e aiutare a combattere la paura della malattia che è più devastante della malattia stessa.
Grazie dunque, dott. Catania, per aver creato un'altra opportunità di discussione
Maria

#2
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Utente 421XXX

Bello questo nuovo spazio che credo nasca quale innovativa piattaforma di discussione nella quale confluiscono i tratti salienti dell'altro forum di cui eredita pertanto i momenti fondamentali. Ho desunto questo leggendo questo nuovo blog. Ora però mi pare di capire che dobbiamo intervenire su questo nuovo e non su quello di prima. Così ho capito. Del resto se intervenissimo su entrambi creeremmo troppi doppioni. Ho capito bene? Patty

#3
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Dr. Salvo Catania

Maria
>>Ho scoperto che scrivere non è come parlare e meno che mai come pensare; scrivere della propria malattia e condividerla con una platea vasta come può essere quella digitale è liberatorio, aiuta a mettere ordine nel pensiero >>

Non solo, si modifica narrando la percezione stessa della malattia, sino a comprendere che non esistano esperienze di vita indicibili e inenarrabili.

#4
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Dr. Salvo Catania

Patty, intanto grazie per il contributo.

Questo spazio non è affatto un doppione del forum principale. In questo spazio si cerca di approfondire e commentare il bilancio (tirare le somme ) al sesto anniversario della vita del blog.
Quindi come girare al posto di un drone un film dall'alto del blog in veduta aerea.
Il forum principale resta invece la piattaforma per tutti i problemi quotidiani, si fa per dire perché sono sempre straordinari, che vanno dalle paure, dalle terapie, sino alle speranze . Ciò non vuol dire
incoraggiare a coltivare un irrealistico ottimismo.

#5
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Ex utente

Ha ragione dottor Salvo... la blog terapia toglie alla malattia la forte aurea di "totem e tabù"... qualcosa di cui è vietato persino parlare... ed apre a nuove strade; di discussione di confronto e di consapevolezza
Elisa

#6
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Dr. Salvo Catania

>>la blog terapia toglie alla malattia la forte aurea di "totem e tabù"... >>

Complimenti Elisa per la bella capacità di sintesi : io per descrivere le paure nel blog mi sono avvitato in un loop infinito.
Le ruberò il suggerimento senz'altro quando festeggeremo il settimo compleanno del blog ( e la crisi del settimo anno !) E così faremo contento anche il buon Freud.

#7
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Dr. Fernando Bellizzi

E chi l'avrebbe detto che quell'invito di Salvo Catania ad andare a dare un'occhiata in un blog si sarebbe tradotto in questa bella e profonda esperienza di tutti questi anni!
Anche un viaggio a Milano c'è stato!

Ero un pò titubante a scrivere le parole "bella esperienza" perché comunque partecipo da psicologo e sono pienamente consapevole che la parte più intensa emotivamente e fisicamente, la vivono le RFS!
Eppure questa esperienza è diversa da altre esperienze in ambito oncologico. Ed ha qualcosa di speciale che finora non avevo sperimentato. Ed è interessante e stimola la mia curiosità nel sapere quali altre sorprese riserverà.

Grazie a Salvo e grazie alla RFS per ogni singola parola e frase che rendono speciale ed unica questa esperienza!

#8
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Utente 386XXX

Il blog è un punto di riferimento irrinunciabile per mantenere la serenità nei momenti più grigi della propria vita. Persino indipendentemente dal cancro, perchè è impossibile far finta che non sia accaduto nulla. E oltre il danno anche la beffa : non sapere il perchè di tutto ciò
(cause sconosciute ci sentiamo dire).

Federica

#9
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Utente 275XXX

Credo che questa "relazione" rappresenti proprio cio' che abbiamo VISSUTO sul blog in questi 4 anni. Vissuto perche' una volta che si riesce a raccontarla , la propria esperienza, la si vive e rivive definendone bene i contorni. All' inizio non capivo bene e mi chiedevo " Ma perche' il dott. Salvo mi chiede se io nel reale, cioe' di fronte ai medici, riuscivo a descrivere bene la mia paura? "
Oggi ho capito... E' stato un bellissimo viaggio dentro di me PRIMA DI TUTTO, ho potuto tirare fuori le paure nascoste fin da quando piccolissima, ho avuto a che fare con il fantasma del cancro che poi e' diventato uno stalker, e adesso che mi sono riammalata? Non so.. Mi pare che mi faccia meno paura.
Forse e' perche' qui ho imparato anche a "rappacificarmi" con la morte e questo mi aiutera' forse a " spingere la morte piu' in la'"
Ho ancora tante e tante cose da fare.
Francesca.

#10
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Dr. Salvo Catania

Intanto CHAPEAU, Francesca perché >>E' stato un bellissimo viaggio dentro di me PRIMA DI TUTTO, ho potuto tirare fuori le paure nascoste fin da quando piccolissima, ho avuto a che fare con il fantasma del cancro che poi e' diventato uno stalker, e adesso che mi sono riammalata? Non so.. Mi pare che mi faccia meno paura. >> ha tracciato il percorso obbligatorio per "andare oltre" .

Andare oltre non vuol dire che "nulla sia successo", che resterà marchiato come un tatuaggio (=indelebile), ma vuol dire riappropriarsi della propria vita, momentaneamente sospesa dalla paura, e riprogettarne una altra , che nella mia esperienza è quasi sempre migliore, nel senso di più appagante e creativa della precedente alla sentenza di avere un cancro, per la scoperta di valori nuovi e la riscoperta (sogni nel cassetto) che sembravano sopiti.

#11
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Utente 423XXX

Salve, io sono entrata nel gruppo da pochi mesi eppure questo blog è entrato pienamente nella mia vita. E' l'unico spazio dove io riesco a parlare del cancro, della mia malattia, delle mie paure e mie fragilità. Ringrazio il dott. Catania per tutto il lavoro che sta facendo per noi e per il suo aiuto costante di tutti i giorni.
Vera (Basilicata)

#12
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Utente 343XXX

Ho scritto un lungo "commento" tempo fa per il dottor Catania con lo scopo di provare a spiegare cosa fosse questo spazio e soprattutto di quello che ha significato per me .A distanza di tre anni, mi sento di dire che condividere un'esperienza come un cancro su uno spazio virtuale è stata una liberazione incredibile per il potere che le parole hanno avuto nell'aiutarmi a prendere le distanze dalla malattia e di restituirmi sempre un po' di più alla vita. Il cancro non ci rende tutti uguali, so cosa può essere stato per me, ma non sapevo fino a quando non ho conosciuto altre storie cosa potesse rappresentare per altri, cosa potesse essere davvero, ho cercato in mille modi di dare un nome a tutto questo e gliel'ho dato finalmente...opportunità.
E' assai complicato scrivere di se stessi, dio se lo è, ma mentre si scrivono le storie ci si accorge che sono una fonte inesauribile di specchi in cui riconoscersi, ri-orientarsi e in cui far circolare idee; per me le pagine di questo forum sono un autentico e prezioso esempio di vita inattesa dove si incontrano persone comuni ma anche esistenze nascoste con il loro bisogno di cura
Mi sono curata con la chirurgia, la chemio e con il blog.










#13
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Ex utente

Io sono entrata nel blog nel 2014 avevo chiesto un consulto dopo aver finito le terapie
sia chemio che radio e mi sentivo abbandonata come se l'aver finito le cure significasse non essere più protette.
Avevo posto questa domanda che sarà della mia vita ora?
Nella risposta del Dr. Catania, la frase "una vita normale" mi fece capire da quanto tempo non mi sentivo più così, io ero ancora su quel letto di ospedale
Poi il Blog è stato veramente tornare a vivere una vita normale, incontrare persone splendide, condividere ansie, paure ma anche semplicemente raccontarsi e sapere che sei ascoltata , capita e quando occorre presa per mano.
Quando entro in questo spazio è come se entrassi a casa, in famiglia

Didi

#14
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Dr. Salvo Catania


NADINE : >>Mi sono curata con la chirurgia, la chemio e con il blog.>>

DIDI : >>Poi il Blog è stato veramente tornare a vivere una vita normale>>

Ma che bella convergenza sugli aspetti salienti del blog, e suppongo che non ci sia stato un accordo tra voi prima di scrivere il vostro prezioso contributo !

Quando introdussi con molta circospezione il neologismo "blog terapia" lo feci in punta di piedi quasi con pudore. Ora me ne prendo tutte le responsabilità, perché siete voi che mi avete incoraggiato in questi anni nel volere inserire questa CURA (=curarsi, prendersi cura di sé + prendersi cura degli altri) per star meglio. E allora cosa sarebbe la cura di sé se non terapia ? Non sarebbe terapia solo perché le istituzioni ed i medici stessi la sottostimano ?
Favorire il ritorno alla vita normale non sarebbe una terapia complementare e parallela alla cura del cancro , che solitamente si vive in solitudine, isolandosi persino dai propri familiari anche loro spaventati dagli accadimenti cui devono assistere ? E se Didi sente il bisogno di scrivere >>Quando entro in questo spazio è come se entrassi a casa, in famiglia >> è la conferma che il cancro anche con il suo significato mitologico sfratta il colpito dalla sua casa, famiglia ed in altre parole dalla normalità.

Nella sintesi del bilancio non lo potevo scrivere, perché non avendo avuto il cancro avrei solo potuto immaginare quello che voi state confermando. Ma siete in buona compagnia.

David Serva-Schreiber, neurochirurgo, autore di libri a diffusione planetaria, fu colpito all'età di 30 anni da un cancro al cervello, ritenuto oggettivamente come "letale". Diciannove anni dopo avere girato il mondo, impegnato in conferenze e presentazioni dei suoi nuovi libri, lui stesso deve ammettere che la malattia è tornata, ancora più aggressiva. Non rimpiange nulla di quel che ha fatto in questi 19 anni regalati di vita durante i quali ha convissuto con lo stupido tonto che tuttavia non gli ha impedito di vivere la normalità professionale e quella di una famiglia, con 3 figli.
E sono stupefacenti le pagine scritte poco prima di morire, con domande ancora cruciali, strazianti ma straordinariamente lucide, sulla vita.
<< Quando si perde la speranza si blocca tutto, persino la volontà di proseguire le terapie, compromettendo la sopravvivenza stessa. Per quanto mi riguarda, spero ancora tenacemente che i sintomi si risolveranno nonostante la loro gravità. Mi impegno a fondo per nutrire la vita dentro di me, rafforzare i muscoli, placare il mal di testa e conservare la serenità. Mi do da fare per rimanere in contatto con le persone a cui voglio bene e concentrarmi su tutto ciò che mi dona il piacere di vivere.
Coltivo con scrupolo tutte queste fonti di speranza che alimentano il desiderio di vivere sino a domani, poi a dopodomani, poi a dopo-dopodomani....................>>

#15
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Ex utente

Buongiorno dottore, grazie anche per questa testimonianza e grazie soprattutto alle sue pazienti per il racconto della loro storia

#16
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Utente 380XXX

Grazie dottore per avere dato voce a chi solitamente non ha voce

Barabara

#17
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Utente 380XXX

Naturalmente Barbara e non Barabara

#18
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Utente 380XXX

Quando le istituzioni latitano per fortuna c'è sempre l'iniziativa e la passione di medici in grado di aiutare chi ne ha veramente bisogno. Questa zattera lanciata dal dr. Catania è un punto di riferimento di chi vive in solitudine (e confusione) l'esperienza del cancro. Dire grazie è riduttivo.

Valeria

#19
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Utente 377XXX

Uno spazio della condivisione e elaborazione delle paure veramente unico.
Complimenti all'ideatore ma anche alle protagoniste delle esperienze di vita che seguo da anni, anche se intervengo poco.

Teresa

#20
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Dr. Salvo Catania

Grazie mille per i preziosi contributi e i graditi apprezzamenti,

#21
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Dr. Salvo Catania

appena pochi giorni fa, avevo scritto qui
<< Qualsiasi studioso del comportamento animale potrebbe spiegarci quanto sia indispensabile la paura per la sopravvivenza, ma ammetterebbe solo controvoglia che quella regola vale anche per noi umani>>

Nel frattempo ho letto che lo scienziato Joseph Le Doux in uno studio pubblicato su PNAS sosstiene (lo scrivo in medichese, tecnichese e psicologhese poi lo tradurremo in italiano) sostiene che le emozioni come la paura, non sono reazioni istintive che nascono, come negli animali, nelle regioni più antiche del nostro cervello . Sarebbero invece esperienze cognitive vere e proprie, che si formano-attraverso l'accumulo di informazioni- sotto l'occhio vigile della coscienza >>Oggi la maggior parte degli scienziati ritiene che le emozioni come la paura provengano direttamente dal sistema limbico, quello che contiene le amigdale, non a caso indicate come "organo della paura", ma questa ipotesi è smentita da diverse evidenze : ad esempio provocando danni alla amigdala non ha alcun effetto sulla paura >>

Le Doux è autore di ANSIA tradotto anche in Italia (Cortina 2016).

#22
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Utente 390XXX

Complimenti per lo spazio creato e la pazienza di voler creare, proprio creare, dal nulla una piattaforma per le paure e il dolore di noi che non abbiamo voce

Daniela

#23
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Utente 384XXX

Uno spazio veramente vitale per il nostro dolore e le nostre paure,mai sopite

Emma

#24
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Utente 379XXX

Anche se io sono intervenuta con parsimonia ho trovato questo spazio un vero rifugio per i sentimenti del "dopo tumore", che si vivono solitamente in solitudine. Avere ritrovato gli stessi sentimenti da condividere è un bell'incoraggiamento ad uscire dal guscio protettivo in cui si tende a vivere. All'inizio sembra protettivo e solo dopo ci si rende conto che si tratti di un carcere a vita se non si trovano motivazioni addizionali nella propria vita.
All'ideatore vanno i miei complimenti e naturalmente i miei ringraziamenti.

Caterina

#25
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Dr. Salvo Catania

I complimenti e le belle parole fanno sempre piacere. Ma ci tengo a dire che questo spazio umano tra medico e paziente ha dato molto anche a me anche dal punto di vista professionale.

#26
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Dr. Andrea Annoni

Pur intervenendo poco nel forum delle ragazze fuori di seno ho imparato come lettore tanto, ricevendo lezioni magistrali sulla relazione medico-paziente, negate dalla formazione scolastica . Ringrazio per questo anche io per lo spazio umano creato tra pazienti e medici e ,sottolineo, psicologi che sono intervenuti.

#27
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Utente 353XXX

Narrare la propria esperienza, le proprie paure, i timori, le sofferenze è CONOSCERSI, fare chiarezza dentro di sé..., aiuta a guardare con occhi nuovi la realtà, la propria VITA...

Leggere di altre ci permette di riconoscerci e conoscerci ancora più profondamente... ci fa sentire meno sole... più leggere nel portare il "peso" della malattia e meno spaventate...
Grazie alla condivisione, soprattutto cercando di essere di supporto agli altri possiamo imparare a coltivare la SPERANZA in noi stessi, in una relazione di auto-aiuto...
IL suggerimento di mettere insieme i cocci con la tecnica del Kintsugi, come ci consiglia il dott. Catania, può diventare l'opportunità di "trasformare" la propria esistenza, nonostante la malattia, rendendola più vera e bella di quanto non fosse già in origine...

Grazie dott. Catania per la sua disponibilità e per aver creato questo spazio
Luigia

#28
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Utente 370XXX

Non mi pare che esistano altri spazi sulla rete dove trovare rifugio alle paure che periodicamente riaffiorano. Anche solo per questo tante grazie.

Veronica

#29
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Utente 371XXX

Concordo che non esistano agli spazi di accoglienza alle paure come questo. Paure che non si possono certo condividere con parenti o amici, che sono già più spaventati di noi. Anzi siamo noi a doverli rassicurare. Un grazie anche per tanto lavoro immane con un impegno costante 365 giorni all'anno. Grazie di cuore

Elena

#30
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Utente 371XXX

>>>Concordo che non esistano agli spazi di accoglienza alle paure come questo. >>

Corrige in >>Concordo che non esistano ALTRI spazi di accoglienza alle paure come questo. >> Chiedo scusa

#31
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Utente 391XXX

Sono una osservatrice silenziosa e il più possibile attenta anche per mia natura e sono intervenuta poche volte nel forum. In quelle volte sono stata accolta come a casa da compagne sempre pronte a mettersi in discussione. Il susseguirsi di storie e stralci di vita è un potente farmaco contro la solitudine. Non potevo mancare ad attestare la mia gratitudine a chi ha creato questo spazio e francamente mi sarei aspettata una maggiore partecipazione da parte delle utenti abituali a manifestare questo giusto riconoscimento.

Claudia


#32
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Utente 377XXX

Anche io ho partecipato al forum come lettrice. Quel tanto da apprezzare questa formidabile piattaforma unica nel suo genere, anche per i soggetti che si aggregano casualmente per poi stringere tra loro relazioni indissolubili. Grazie Dr. Catania

Teresa

#33
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Dr. Fernando Bellizzi

Ecco, ho studiato.
Che dire? Sicuramente abbiamo la conferma che le RFS è un posto eccezionale!
6 anni vuol dire 312 settimane!!! E chissà ancora quante settimane abbiamo davanti a noi!
Certo, come numero siamo un pò sotto le 492!
Le RFS tengono in vita il supporto online ben più proplificamente!! E se ogni 30 settimane avessero scritto un articolo, avrebbero predominato nella ricerca!

Ora, al di là dell'autocelebrazione e dell'autoincensamento, c'è da dire che non sono ben chiare le modalità del supporto online nè il tipo di gruppo, cioè se magari era una specie di videoconferenza o una livechat.
Poi, appunto, la metodologia di ricerca pure non sembra essere una caratteristica.
Di buono c'è che online è tale e quale ai gruppi di controllo. Non è meglio, ma neanche peggio! Per cui, equivalente!

Poi il forum RFS è impostato sul Gruppo di Auto Mutuo Aiuto, e questa non sembra essere la modalità dei gruppi delle ricerche. C'è il punto di riferimento principale che resta ed è Salvo Catania, ma sicuramente la conduzione è delle partecipanti, e delle "neo" Fiduciarie. E forse questa ricetta è proprio quella che permette di scrivere che il forum RFS ha ben 312 settimane all'attivo ed ancora tante a venire!

#34
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Intanto ringrazio di cuore Andrea, Luigia, Veronica, Elena, Claudia,Teresa e Fernando per i preziosi e generosi contributi.

#35
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Per comprendere meglio l'ultimo post di Fernando si riferisce all'ultimo inserimento che avevo fatto recentemente e che qui riporto.

>>Fonte: The Cochrane Database of Systematic Reviwes
Tumore del seno: ancora incerto il valore dei gruppi di supporto online.
Mar 10,2017
I gruppi di sostegno online possono aiutare a livello psicologico le donne con una diagnosi di tumore del seno? Secondo una review pubblicata sul The Cochrane Database of Systematic Reviwes è presto per dirlo. Gli studi disponibili in letteratura scientifica sarebbero infatti poco utili a definire se il sostegno offerto online aiuti a combattere ansia, depressione e migliori la qualità della vita delle donne con un tumore del seno.
I ricercatori, guidati da Ellis McCaughan dell'Insitute of Nursing and Health Research dell'Ulster University, in Inghilterra, hanno valutato gli effetti dei gruppi di supporto online su stress emotivo, insicurezza, ansia, depressione e qualità della vita delle donne con tumore dei seno, prendendo in considerazione sei trials clinici che coinvolgevano complessivamente 492 donne.
La partecipazione ai gruppi online andava da sei a 30 settimane e si svolgeva per un periodo tra 1,5 e 2,5 ore a settimana. Quattro dei sei studi valutavano i gruppi di supporto online verso un gruppo di controllo e gli altri due mettevano a confronto supporto "moderato" verso uno "educativo" e una versione "standard" verso una "intensiva".
Nessuno studio ha valutato lo stress emotivo o l’insicurezza. Per quel che riguarda l’effetto sull’ansia, solo in uno studio è stata riscontrata una riduzione, mettendo a confronto il supporto "standard" con quello "intensivo". Mentre per la depressione ci sarebbe una riduzione da piccola a moderata nel gruppo di supporto online rispetto a quello di controllo, anche se un terzo studio ha concluso che non ci sarebbero differenze. Infine, sulla qualità della vita, solo due studi avrebbero fornito dati analizzabili, mostrando però nessun effetto positivo a quattro mesi dopo l’intervento

#36
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Utente 377XXX

Grazie per questo spazio a noi dedicate

Vanessa

#37
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Utente 375XXX

Favorire la narrazione del malato non solo modifica la percezione della gravità della malattia ma soprattutto favorisce l'uscita dall'inevitabile isolamento che ad essa si accompagna.

Clara

#38
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Utente 373XXX

Un bell'incoraggiamento a ritrovare una voce per raccontare la propria esperienza.

Lucia

#39
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Utente 408XXX

Grande opportunità di condivisione e narrazione. Grazie

Sonia

#40
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Utente 406XXX

Trovo straordinario questo spazio di condivisione in considerazione anche del fatto che gli specialisti che ci seguono sono sempre parchi di spiegazioni e soprattutto rassicurazioni

Maura

#41
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Utente 370XXX

Un punto di riferimento costante per le nostre paure e dubbi.

#42
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Utente 391XXX

Ho letto che ha parlato del blog a Ravenna intervistato dal Corriere della Sera. I miei complimenti

Claudia

#43
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Dr. Salvo Catania

Sono grato a tutti per gli apprezzamenti che non possono che accrescere le motivazioni a continuare per la strada intrapresa.

#44
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Dr. Salvo Catania

>>Ho letto che ha parlato del blog a Ravenna intervistato dal Corriere della Sera. I miei complimenti
Claudia >>

Trattandosi di un tema molto vicino al blog presto scriverò un articolo che allegherò anche qui.

#48
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Utente 371XXX

Anche per me questo gruppo è un costante punto di riferimento per le mie paure.

#49
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Utente 370XXX

Ho visto nascere come i funghi e subito dopo morire tanti blog oncologici. Questo blog è destinato a durare a lungo perchè il tumore occupa solo lo sfondo della narrazione.

#50
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Dr. Salvo Catania

Grazie a tutti per gli apprezzamenti che vanno estesi in particolare alle ex-pazienti protagoniste delle loro storie.

#51
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Utente 370XXX

Dr. Catania quando affronteremo il tema RESILIENZA ?

#52
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Presto e senz'altro avra' grande rilievo al nostro Convegni di Novembre

#54
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Utente 375XXX

Ci sono atti pubblicati del Convegno ?

#55
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Utente 375XXX

Intendevo anche resoconti pubblicati dai media e non necessariamente su riviste scientifiche

#59
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Utente 375XXX

Complimenti per lk'iniziativa

#60
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Utente 376XXX

Un caro saluto a tutte le RFS da una compagna di avventura.

#61
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Utente 370XXX

U buon 8 marzo speciale a tutte le RFS

Luigia 2

#62
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Utente 375XXX

Ricambio in ritardo gli auguri per la festa fuoridiseno della donna

Clara

#63
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Utente 391XXX

Anche io in ritardo

Tanti auguri

#64
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Utente 509XXX

Salve, sono Carol,ragazza di 36 anni, non sposata e senza figli,ex fumatrice, dal 2007 ho iniziato ad avere problemi al seno destro,dopo aver asportato un fibroadenoma è iniziato un calvario che dura da circa 10 anni, ascessi continui,tante incisioni con drenaggio,e sei interventi chirurgici dell'area periareolare. Ma sistematicamente il problema si ripresenta ,negli ultimi anni con frequenza sempre più ridotta,(ogni due mesi circa) terapia antibiotica costante. Ho eseguito molteplici esami, è presente un battere di nome Prevotella,mai sentito. Ho cambiato antibiotico a seguito dell'ultimo antibiogramma ( in terapia con Moxifloxacina),ma la situazione non è cambiata, nonostante la negativizzazione del batteriologico. Ho consultato diversi specialisti ma nessuno riesce a darmi delle indicazioni e non so più cosa fare. Esasperata da questa situazione mi rivolgo a voi,nella speranza di trovare dei consigli utili al fine di risolvere il problema. Grazie

#67
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Utente 509XXX

Grazie mille,lo faccio subito!

#68
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Utente 509XXX

Perdonami Didi , non riesco a postare sul blog del dott. Catania, "Ragazze fuori di seno" Aiuto!!!

#69
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Ex utente

Carol
Devi cliccare sul secondo link che ti ho postato il primo è stato un mio errore
Se clicchi ti trovi nello spazio giusto poi trovi lo spazio dove poter scrivere

Ciao

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