La carne rossa e la carne lavorata sono cancerogene?
La conclusione, già nota, a cui sono giunti 22 scienziati provenienti da dieci Paesi diversi e riuniti presso l’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) di Lione in Francia è una risposta affermativa: esiste una correlazione tra carne rossa e carni lavorate e il cancro, in particolare quello colon-rettale. La notizia, pubblicata on-line su The Lancet Oncology, ha creato forti discussioni e polemiche e che giunge dopo una valutazione di oltre 800 studi epidemiologici di numerosi Paesi dei vari continenti.
La carne fa male?
Alla luce di quanto pubblicato in merito alla correlazione tra carne e tumori e col consenso dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), le carni lavorate sono state classificate come cancerogene per l’uomo e inserite nel gruppo 1 (“sicuramente cancerogene per l’uomo”) insieme a fumo, asbesto, arsenico, alcol, tanto per citarne alcuni; mentre la carne rossa fresca si discosta di poco visto che è stata classificata come probabile cancerogena per l’uomo, ritrovandosi nell’immediato gruppo 2A (“probabili cancerogeni").
Differenze tra carne rossa e carne lavorata
Per carni fresche si intendono tutte quelle che non hanno subito alcun trattamento per prolungare la loro conservabilità, se non l’applicazione del freddo (refrigerazione, congelamento, surgelazione).
Per carni lavorate si intendono quelle che hanno subito trattamenti come la salagione, l’essiccamento, l’affumicamento, la stagionatura, l’uso di conservanti, l’uso del calore (pastorizzazione, cottura, sterilizzazione) mantenendole così stabili e meglio conservate nel tempo.
Grande importanza rivestono, fra queste, i prodotti di salumeria preparati soprattutto con carni suine e secondariamente bovine, equine, pollame e di altre specie animali.
Carne cancerogena, ma perché si mangia?
Accertato che un eccessivo consumo di carne rossa fa male ed è potenzialmente cancerogena, dal punto di vista nutrizionale non dobbiamo sottovalutare questo alimento considerato insostituibile.
Infatti la carne fa bene perché:
- ha un elevato contenuto di proteine ad alto valore biologico ed è facilmente digeribile;
- consente l’apporto necessario di alcuni minerali facilmente biodisponibili (ferro, zinco, selenio, fosforo, potassio, manganese, cobalto, cromo);
- fornisce l’apporto indispensabile di vitamine del gruppo B;
- fornisce l’apporto di carnitina importante nel metabolismo degli acidi grassi.
Tutto questo deve far ben riflettere su perché mangiare carne fa male, soffermandoci su un dato non trascurabile: il consumo pro-capite giornaliero, alcuni fattori predisponenti ai tumori, un regime dietetico squilibrato.
Se, al momento, vengono ritenute quelle lavorate e le carni rosse cancerogene e quindi ne è sconsigliato il consumo, bisogna aggiungere che chi consuma carne dovrebbe limitarsi a:
- mangiare carne rossa (fresca) limitandosi a 300-500 g/settimana
- evitare quelle lavorate (wurstel, salumi, inscatolate, pre-confezionate, ecc.).
Infine, associare le carni a verdure fresche e ad altri alimenti con elevato contenuto di fibra alimentare (cereali integrali, legumi, frutta) contribuisce a prevenire le patologie tumorali, non soltanto intestinali.
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