Correlazione tra l'uso di Cannabis e Psicosi

leano.cetrullo
Dr. Leano Cetrullo Psicologo, Sessuologo

La cannabis è la droga illecita più usata in tutto il mondo. Le conseguenze a lungo termine per il sistema nervoso centrale associate al frequente uso di cannabis sono molto evidenti alla comunità scientifica ma probabilmente molto meno ai consumatori abituali. L'United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) riporta che ci siano un totale di 180,6 milioni di consumatori di cannabis in tutto il mondo.

In una Meta-Analisi del Department of Psychosis Studies, King’s College London, Institute of Psychiatry Psychology & Neuroscience, London, UK è stato riportato che l'uso di cannabis induce disturbi psicotici e che è stata osservata una relazione dose-dipendente.

Arianna Marconi, Marta Di Forti, Cathryn M. Lewis,Robin M. Murray ed Evangelos Vassos hanno effettuato una revisione sistematica di moltissime ricerche che studiano l'associazione tra il grado di consumo di cannabis e psicosi strutturando una meta-analisi per quantificare l'entità dell'effetto. La Meta-Analisi è stata prodotta su una base di un campione molto ampio di individui, per l'esattezza di 66816. Complessivamente ed in tutta la letteratura scientifica si concorda sul fatto che livelli più elevati di uso di cannabis siano stati associati ad un aumentato rischio di psicosi in tutti gli studi inclusi.

Le prove attuali dimostrano che alti livelli di consumo di cannabis aumentano il rischio di esordi psicotici e confermano una relazione dose-dipendente tra il livello di utilizzo e il rischio di psicosi.

Questa meta-analisi e tutti i dati pubblicati disponibili confermano un'associazione positiva tra l'estensione dell'uso di cannabis e il rischio di psicosi. Questa associazione era coerente in tutti gli studi individuali inclusi, nonostante le differenze nella dimensione dell'effetto. L'analisi aggregata ha riportato un aumento del rischio di circa 4 volte per gli utenti che fanno un uso molto pesante della sostanza e un aumento di 2 volte per l'utente medio di cannabis rispetto ai non utilizzatori.

Un altro studio molto importante riportato sul Journal of Clinical Psychiatry esplica e conferma l'evidenza scientifica dell'esistenza di una fortissima correlazione positiva tra l'uso di cannabis e la slatentizzazione di un disturbo psicotico. L'effetto avverso principale dell'uso di Cannabis è appunto la psicosi.

Due sono gli elementi importanti di questo studio: il primo è che l'esordio psicotico esplode 2-3 anni prima se l'individuo utilizza cannabis, il secondo è che circa un terzo dei pazienti al primo episodio psicotico sono consumatori di cannabis e, al follow-up, circa la metà di questi utenti continua ad utilizzare la cannabis.

L'uso continuativo di cannabis (in coloro che sono trattati dopo lo sviluppo di psicosi) è associato ad un maggiore rischio di ricaduta nella psicosi, e l'interruzione dell'uso di cannabis riduce il rischio di recidiva. Infine, le persone con psicosi che continuano ad usare la cannabis hanno sintomi più gravi e livelli di funzionamento più bassi.

Poiché gli studi scientifici sugli esseri umani mostrano che i cannabinoidi e la cannabis possono indurre sintomi psicotici, è ragionevole presumere che i dati epidemiologici indichino un effetto causale della cannabis nell'anticipare, innescare o esacerbare la psicosi in individui vulnerabili e nel peggiorare il corso e l'esito della malattia in coloro che continuano a usare la sostanza. Date le implicazioni per la salute pubblica di questi risultati, la tendenza a legalizzare la marijuana medica deve essere considerata con preoccupazione, e sono necessari sforzi per educare i pazienti e l'opinione pubblica sui gravi rischi per la salute mentale e fisica associati all'uso e all'abuso di cannabis.

Un altro studio recentissimo del 2018 eseguito dall' American Journal of Drug and Dlcohol Abuse ha studiato invece gli effetti organici della cannabis sul cervello dei consumatori. La revisione sistematica della letteratura è stata condotta eseguendo ricerche elettroniche nei database di PubMed, LILACS e SciELO (2010-2016). Sono stati valutati per rilevanza ed importanza 56 studi. Gli studi neuropsicologici forniscono evidenze di deficit cognitivi anche solo dopo 7 giorni l'uso di cannabis. Gli studi di neuroimaging strutturale mostrano una crescente evidenza di anomalie nel volume dell'ippocampo e nella densità della sostanza grigia dei consumatori di cannabis rispetto ai controlli (non-fuamtori). Gli studi di neuroimaging funzionale suggeriscono anche un pattern alterato dell'attività cerebrale associato all'uso di cannabis.

I criteri diagnostici del DISTURBO DA USO DI CANNABIS del recente DSM-V sono:

  1. Un pattern problematico di uso di cannabis che porta a disagio

o compromissione clinicamente significativi, come manifestato

da almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro

un periodo di 12 mesi:

  1. La cannabis è spesso assunta in quantitativi maggiori o per

un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni.

  1. Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare

l’uso di cannabis.

  1. Una gran parte del tempo è impiegata in attività necessarie

a procurarsi la cannabis, usare la cannabis o recuperare dai

suoi effetti.

  1. Craving, o forte desiderio o spinta all’uso di cannabis.
  2. Uso ricorrente di cannabis, che causa un fallimento nell’adempimento

dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a

scuola, a casa.

  1. Uso continuato di cannabis nonostante la presenza di persistenti

o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati

o esacerbati dagli effetti della cannabis.

  1. Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono

abbandonate o ridotte a causa dell’uso di cannabis.

  1. Uso ricorrente di cannabis in situazioni nelle quali è fisicamente

pericoloso.

  1. Uso continuato di cannabis nonostante la consapevolezza

di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico,

che è stato probabilmente causato o esacerbato dalla

cannabis.

  1. Tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori:
  2. Un bisogno di quantità marcatamente aumentate di cannabis

per ottenere intossicazione o l’effetto desiderato.

  1. Una marcata diminuzione dell’effetto con l’uso continuato

della stessa quantità di cannabis.

  1. Astinenza, manifestata da ciascuno dei seguenti fattori:
  2. La caratteristica sindrome da astinenza da cannabis (con

riferimento ai Criteri A e B del set dei criteri per astinenza

da cannabis, p. 606).

  1. La cannabis (o una sostanza strettamente correlata) viene

assunta per attenuare o evitare sintomi di astinenza

Gli individui che usano regolarmente cannabis giustificano l'uso della sostanza come una autoterapia per problemi di umore, sonno, dolore, problemi fisiologici o psicologici. Spesso in questi individui troviamo la doppia diagnosi, ovvero il disturbo da uso di cannabis e un altro disturbo psichiatrico sottostante.

Molti individui che fanno un largo uso quotidiano di cannabis non percepiscono se stessi come problematici o con una dipendenza perchè appunto a causa della eccessiva quantità della sostanza sono costantemente sotto il suo effetto. Una brusca cessazione dell'assunzione della sostanza ovviamente causa l'esordio di una sindrome di astinenza che comprende sintomi quali: irritabilità, rabbia, aggressività, ansia, umore depresso, irrequietezza, disturbi del sonno, diminuzione dell'appetito e perdita di peso.

A volte purtroppo la cannabis è solo un droga di passaggio perchè gli utilizzatori abituali hanno una probabilità maggiore di chi non ne fa uso, di iniziare l'uso e abuso di droghe ancora più distruttive come oppiacei e cocaina.

L'assunzione di droga è un suicidio programmato.

 

Dr. Leano Cetrullo
Psicologo
Member of The British Psychological Society
Member of The American Psychological Association
Member of The UK Psychological Trauma Society

 

 

Bibliografia

Marconi, A., Di, F. M., Lewis, C. M., Murray, R. M., & Vassos, E. (January 01, 2016). Meta-analysis of the Association Between the Level of Cannabis Use and Risk of Psychosis. Schizophrenia Bulletin,42,5, 1262-1269.

Andrade, C. (June 22, 2016). Cannabis and Neuropsychiatry, 2: The Longitudinal Risk of Psychosis as an Adverse Outcome: (Clinical and Practical Psychopharmacology).The Journal of Clinical Psychiatry,77,6.)

Nader, D. A., & Sanchez, Z. M. (January 01, 2018). Effects of regular cannabis use on neurocognition, brain structure, and function: a systematic review of findings in adults.The American Journal of Drug and Alcohol Abuse,44,1, 4-18.

Data pubblicazione: 15 febbraio 2019

5 commenti

#1

Interessante, molto utile nel combattere l'idea di molti che si difendono dicendo che anzi , non solo non fa male, ma anzi fa benissimo..Bravo, buon lavoro Magda

#3

L'alcol ha effetti nocivi più conosciuti, eppure pensare al proibizionismo del passato fa sorridere.

A che serve vietare, quando è già la "droga illecita più usata al mondo" nonostante i divieti?
Si alimenta il mercato nero e l'uso di prodotti di contrabbando senza alcun controllo qualitativo su origine e contaminanti.

#4
Foto profilo Dr. Leano Cetrullo
Dr. Leano Cetrullo

E cosa c'entra?
La pericolosità dell'alcol è scientificamente provata come quella del THC.

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