Da Pandora a Cenerentola: 8 marzo, festa della donna
La mamma, la vergine, la sottomessa e l'indomabile, la mangiatrice di uomini e l'acrobata, la moglie e l'amante: uno, nessuno, centomila sfumature, dell'essere donna.
La donna dai libri al mondo Disney
La letteratura ci tramanda icone al femminile dalla dubbia moralità ed indiscussa pericolosità, ne cito soltanto alcune:
Pandora, che disobbedendo a Zeus scoperchiò il vaso che avrebbe dovuto custodire e fece uscire tutti i mali del mondo - vecchiaia, morte, malattie, gelosia, pazzia e vizi - Eva, con la sua mela, anche lei disobbediente e tentatrice, Lucrezia Borgia, una vera mantide religiosa, fino ad arrivare ai nostri giorni alla famigerata "mamma di Cogne".
La Medusa, per esempio, creatura seduttrice e pericolosa della mitologia greca, aveva i serpenti al posto dei capelli, al fine di catturare lo sguardo maschile e trasformare poi gli sfortunati amanti in pietra.
La mitologia ed i media non sono le uniche fonti tramite le quali l'immagine della donna viene rappresentata come pericolosa, vorace, violenta ed assassina, anche le fiabe - spesso raccontate ai nostri bambini per accompagnarli dolcemente al sonno - sdoganano figure di donne sottomesse e sfortunate, da salvare e da redimere o peggio ancora inquiete ed inquietanti.
Ma quanto è difficile essere donne?
Sembra davvero una vera caccia alle streghe...
La donna nelle fiabe oscilla tra la sfortunata e sfruttata Cenerentola, l'ingenua, bella ed invidiata, Biancaneve e la recentissima Frozen, incapace di modulare le proprie emozioni e costretta a congelare tutto e tutti attorno a sé, fino a portarli alla morte.
Le sorellastre, la strega, la matrigna spietata e mangiatrice di cuori, è sempre una "donna".
Il principe sul cavallo bianco che la salverà, il re che la renderà regina ed i sette nani che proteggeranno l'ignara Biancaneve, sono sempre uomini.
Anche il cacciatore che avrebbe dovuto estirpare il cuore a Biancaneve, avrà poi un attacco acuto di rimorso e lo sostituirà con il cuore di un cerbiatto.
Nell'immaginario collettivo alla parola "donna" si associano parecchie declinazioni ed infinite gradazioni emotive dell'essere donna.
Nella nostra cultura, prevalentemente cattolica, la donna veniva spesso dipinta in funzione di una dicotomica scissione: la vergine/madre, incarnata nell'immagine di Maria Vergine e la poco di buono, rappresentata da Maria Maddalena, che evocava il vizio e la tentazione.
Oggi per fortuna, i due modelli non sono più così rigidi ed a queste due "macro categorie", ve ne sono aggiunte tante altre: donne che lavorano, altre che coniugano famiglia e carriera, donne madri o "child free" per scelta, donne scienziate, altre ancora coniugate, separate o risposate, single, sole od amanti.
La donna, la storia ed i ruoli
Anticamente alla parola donna veniva associata immediatamente la parola moglie e mamma, oggi i tempi sono cambiati e la donna odierna ha accesso a ruoli ed esperienze che un tempo erano di pertinenza esclusivamente maschile.
Oggi non esistono più quelle regole e convenzioni sociali che hanno voluto per mille anni la donna relegata a ruoli preconfezionati: prima figlia obbediente, poi moglie prescelta, successivamente mamma e per concludere la sua vita, nonna.
La dimensione dell'accudimento era sempre presente e centrale nella vita della donna.
Durante la seconda metà del Novecento i cambiamenti storici e culturali hanno voluto la donna "libera di essere e di esistere" anche senza la presenza rassicurante - e quasi identitaria - di un uomo accanto.
Le donne di oggi godono di un'autonomia culturale e soprattutto finanziaria che consente loro di effettuare scelte lavorative ed affettive, totalmente indipendenti.
Esistono però delle prigioni interiori - che tendono ad imbrigliare la donna soprattutto per quanto riguarda il versante affettivo - spesso ereditate dalla famiglia d'origine e dalla cultura di appartenenza.
- Una mamma che lavora, acrobata tra casa e lavoro, si sente in colpa nei confronti dei propri figli?
- Una donna che ama, teme di togliere spazio e tempo alla prole?
- Tempo per se, tempo per la coppia, tempo per la famiglia?
- Quante donne tendono ad adattarsi alle aspettative altrui?
- Quante volte nella vita di una donna le scelte vengono effettuate mettendo in asse testa, cuore e pancia?
Dalla mia pratica clinica e soprattutto con uno sguardo al sud, si evince che molte scelte o "non scelte" al femminile, passano dalla ragione, dalla disamina dell'arduo ruolo di mamma e, quasi mai, l'egoismo e l'egocentrismo prevalica la dimensione diadica e dell'accudimento.
Donne, sessualità e piacere
Anticamente le donne non potevano avere accesso alla sfera del piacere, sfera strettamente correlata a quella della procreazione e soprattutto della dimensione "coppia", era invece permesso loro di transitare all’intimità con l’unico obiettivo di mettere al mondo dei figli.
Molte etichette diagnostiche femminili, correlano con il nome di particolari sedi anatomiche: come utero o clitoride.
Le donne, venivano spesso etichettate come "isteriche", dal termine greco “isteros”, utero, quando i loro comportamenti erano atipici, richiedenti o chiaramente nevrotici.
Anche il termine "ninfomane", è un termine che evoca la genitalità femminile, deriva infatti dal greco “nympé”, che significa appunto clitoride, vulva (ninfa) e manìa, appunto mania, enfatizzando la correlazione tra organi sessuali e possibili patologie psico/sessuologiche.
Sono trascorsi gli anni, anzi i decenni e “terminologie correlate al genere”, abitano ancora - purtroppo - l'immaginario collettivo.
Negli ultimi cinquant'anni abbiamo assistito però ad un vera rivoluzione copernicana: "il diritto al piacere" coniugato al femminile.
La donna geisha, annoiata sotto le lenzuola, anorgasmia e rassicurante, lascia lentamente il posto ad una donna che desidera fortemente avere il diritto di accesso alla sfera del piacere.
Basson infatti parla di "desiderio sessuale responsivo": una donna attiva, desiderante, cosciente di ciò che desidera e soprattutto di quello che non desidera.
Concludo con un augurio di cuore a tutte le donne.
Bibliografia:
- Bruno Bettlelheim "Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe" Feltrinelli 2008
- Julio Caro Baroja "Le streghe ed il loro mondo" Pratiche 1994
- Meri Lao " Il libro delle sirene" Roma Di Renzo 2000
- Pasini "Libere ed a volte sfrontate" Mondadori 2014
Aggiungo le seguenti letture come possibile approfondimento: