Sesso diffuso su whatsapp. L'intimità questa sconosciuta: l'anima 3.0
"Nulla può curare l'anima, se non i sensi;
come nulla può curare i sensi, se non l'anima"
Oscar Wilde
C'era una volta l'intimità.
C'era una volta la differenziazione tra pubblico e privato, tra quello che andava mostrato e piacevolmente condiviso e quello che invece andava gelosamente custodito.
Treviso: Tre minori, di 14 e 15 anni, sono stati denunciati per aver diffuso un video tramite WhatsApp, in cui una ragazza tredicenne faceva sesso con due di loro,
In un lasso di tempo brevissimo, il video ha raggiunto più di mille persone, aggravando così la situazione ed aggiungendo violenza alla violenza e violazione della privacy a violazione della privacy. Il presidente della provincia di Treviso, Leonardo Murano, sostiene che la diffusione delle immagini erotiche tramite smartphone "è un'emergenza sociale" di cui si devono occupare tutti, istituzioni comprese.
I dati riguardanti la diffusione del sexting sono veramente inquietanti.
Il Telefono Azzurro ed Eurispes sostengo che nel 2011, un adolescente su 10 ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale, valore passato nel 2012 a un adolescente su 4, dal 10,2% al 25,9% dei partecipanti alle Indagini conoscitive sulla condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia nel 2011 e nel 2012.
Qualche riflessione
L'etere e le sue seduzioni, con la sua immediatezza, assenza di mediazioni e - gli ormai abusati social - ha azzerato le distanze ed ha totalmente abbattuto quell'indispensabile filo rosso che separa e custodisce il mondo privato dal resto del mondo.
Siamo passati da “cogito ergo sum” di cartesiana memoria, a “esisto solo se online”, frase che rappresenta al meglio i tempi odierni.
La vita di oggi, tra email a cui rispondere, seduttive connessioni, amanti virtuali e lavoro sempre più performante, ci obbliga a "perenni connessioni".
Il concetto di intimità - già più volte analizzato - é stato sostituito da quello di "extimità", terminologia per la prima volta adoperata da Lacan e poi ripresa da Jacques-Alain Miller, per analizzare il complesso fenomeno dello "stare fuori", del mostrare quello che un tempo andava celato, una sorta di costante pubblicazione della parte più intima di sé.
L'etere inoltre, custodisce segreti, perversioni ed ogni peccato digitale lambisce l'eternità...
Strategici e virtuali amanti - i vecchi "amanti di penna" oggi diventati "amanti virtuali"- sono i protagonisti degli "adulteri moderni".
La maggior parte delle separazioni e dei divorzi oggi, avviene a causa di tradimenti scoperti su whatsapp
Gli americani sembrano conoscere bene i rischi del virtuale e soprattutto le complicanze postume matrimoniali; uno dei punti delle clausole dei contratti pre-matrimoniali americani, invita - infatti - il partner a consegnare al coniuge la password della propria vita online, perché proprio nel virtuale hanno sede i più cocenti segreti, che l'etere poi, consegna all'eternità.
- L'intimità dove è andata a finire?
- Esiste ancora?
- E soprattutto è ancora possibile custodirla?
- In cosa si sta trasformando?
- È veramente indispensabile postare tutto online per essere intimi con l'altro e sopratutto per esserci?
La vita online si sta prepotentemente sostituendo a quella reale, diventando palcoscenico e contenitore di attività lavorative e consulenze, ascolto e condivisione, corteggiamento ed amore.
L'utilizzo di internet è però spesso compulsivo e promiscuo: c'è infatti chi pubblica il cibo che mangia, chi le foto del proprio quotidiano, chi ancora l'amore della sua vita e per finire la pagella del figlio, senza dimenticare poi, le foto delle vacanze in itinere, come se "essere online" fosse ormai una necessità dell'esistenza.
L'intimità è diventata pubblica: le emozioni postate in bacheca, così come i biglietti d'amore e gli attimi rubati alla vita quotidiana.
La vita di tutti - o meglio di quasi tutti - si snoda su un doppio binario: online ed offline.
Spesso i due piani si intersecano e si contrappongono, fino ad arrivare a fondere e confondere il virtuale con il reale.
Da dentro a fuori
Questo esserci spostati da dentro a fuori, sta lentamente modificando le nostre esigenze interiori.
L'abitare perennemente l'etere, spesso crea una sorta di "scollamento" dalla realtà, porta amnesie transitorie, distrazioni ed obbliga alla ricerca continua di quelle sensazioni che solo l'essere online regala.
- Questo modus operandi modifica la nostra anima?
- Esiste un'anima 3.0?
- E soprattutto sarà utile che ci sia?
- La nostra intimità sta assumendo nuove forme, adattandosi ai tempi dell'etere.
- La nostra identità si sta trasformando in funzione della nostra vita online?
- Esiste ancora quell'indispensabile confine tra dentro e fuori?
- Tra emozioni e comportamento?
- Tra amore, pudore e condivisione?
- Il "mi piace" o il "più uno", è ancora traducibile in un pensiero- perché no articolato e complesso - da fare de visu?
La rete ridisegna i confini della vita privata, stravolgendo il concetto di intimità
I giovani di oggi non sanno più cosa sia e soprattutto cosa “non sia” l'intimità, non si pongono nemmeno il problema di definire il loro privato, marcando il territorio tra dentro e fuori, tra pubblico e privato, tra esterno ed interno.
- La vita online, inoltre, siamo certi che rispecchi sempre la vita offline?
- Siamo certi che internet non faciliti il proliferare di vite parallele ed alternative?
- Che faciliti inoltre il famigerato "falso se"?
(Il falso Sé si riferisce a quella parte del Sé che si adatta con modalità falsate alle richieste dell’ambiente, in contrapposizione al vero Sé, la sede più intima ed autentica degli affetti e dei bisogni psichici).
Rischi e note conclusive
I ragazzi, oggi, rischiano di confondere e soprattutto fondere le due dimensioni dell'esistenza, abitano l'etere di continuo - come se fosse una seconda casa o meglio una seconda pelle - ma non distinguono più il perimetro che gli consente di vivere la realtà serenamente e con modalità emozionali e comportamentali intense.
Spesso si raccontano e si parlano, si rappresentano - mediante infiniti selfie - e si innamorano mediante questi “oggetti tecnologici o protesi emozionali” e - talvolta - ad incontro avvenuto, vivono sulla loro pelle la sgradevole sensazione di smarrimento, come se non sapessero più comunicare senza telefono, Facebook o pc.
Le emozioni ed i sentimenti, durante l’incontro reale con l’altro/a rimangono imbrigliati da un’incapacità emozionale e verbale e da una frequente difficoltà di espressione mediante altre modalità, come quelle verbali e gestuali.
Etere si, ma tanto quanto basta per evitare abusi ed effetti collaterali.