La dipendenza dallo smartphone e il bisogno di sentirsi connessi
Dal rapporto 'Net Children Go Mobile' realizzato dall'Università Cattolica di Milano emerge che il 79% dei ragazzi tra 9 e 16 anni dice di sentirsi in dovere di essere sempre raggiungibile, il 52% di avere un forte bisogno di controllare sempre il cellulare e il 43% si sente a disagio perchè non può controllare il cellulare in caso di mancanza di campo o di batteria scarica.
Questi dati non sono solo di pertinenza adolescenziale ma riguardano anche il mondo adulto, come riassunto in un brillante cortometraggio dal titolo 'I forgot my phone - Ho dimenticato il mio telefono'.
Si diffonde infatti in maniera silente l'esigenza di sentirsi sempre connessi, online, raggiungibili. Neanche in vacanza, luogo per eccellenza di fuga dallo stress e dalla propria routine, ci si concede di 'staccare', come testimoniato da una ricerca commissionata da un noto tour operator. La parola wi-fi sembra essere più dolce dell'idea di vacanza stessa.
Non a caso The Social Science Journal ha pubblicato di recente un articolo che parla dell'uso smodato di Whatsapp, una delle applicazioni che può essere utilizzata anche quando ci troviamo all'estero. Il 33% degli intervistati ha infatti dichiarato di utilizzare l'app anche 12 volte in un'ora.
La diffusione del fenomeno sta sensibilizzando anche chi, come gli operatori della comunicazione, lavora con e per mezzo della tecnologia, arrivando a stilare una sorta di vademecum di 15 passi che risulti d'aiuto nel 'disintossicarsi' dall'ondata di notifiche a cui siamo quotidianamente sottoposti.
Tra i consigli in elenco troviamo:
- impostare correttamente la sezione 'notifiche' in modo da ricevere solo quelle necessarie;
- stabilire un numero di volte prefissato nel quale visionare/consultare i social;
- non scaricare le applicazioni su tutti i dispositivi in possesso;
- disattivare i messaggi sonori per i contenuti web;
- spegnere il telefono in presenza di eventi sociali quali ristoranti o cinema;
- disattivare le geolocalizzazioni;
- evitare di fissare lo smartphone per schivare l'imbarazzo o la timidezza di parlare con qualcuno.
La nomophobia (neologismo che lega i termini no mobile, senza telefono e fobia, paura) descrive quindi la paura incontrollata di rimanere senza il cellulare (o senza batteria) e di sentirsi tagliati fuori dal mondo. Le dinamiche della dipendenza da smartphone sono del tutto simili a quelle che riguardano la dipendenza da sostanze.
Non a caso la mobile addiction rientra nel novero delle new addictions, quelle dipendenze comportamentali nelle quali non viene assunta nessuna sostanza chimica ma l'oggetto della dipendenza diventa un comportamento o un'attività socialmente accettata.
Si parla quindi di "craving", la fame di essere connessi e la ricerca spasmodica di controllare il cellulare; di "assuefazione", dove i momenti spesi con il cellulare non sono abbastanza e si devono investire sempre più tempo ed energie nel contatto con esso; infine di "astinenza", dove si inizia a sviluppare nervosismo, stati di ansia e di agitazione se c'è una separazione forzata dallo smartphone.
Il cellulare diventa il fulcro di tutte le possibili interazioni da intrattenere durante l'arco della giornata. La relazione con il cellulare si sostituisce a quelle reali, il virtuale diventa il luogo delle relazioni verosimili. Si ha paura di essere soli senza la connessione per poi accorgersi che la vera solitudine è rappresentata dall'incapacità di intrattenere una vera relazione umana basata sul contatto, sull'interazione e sulla sana comunicazione a due.Connessi con tutti, in relazione con nessuno.