Sculacciare i propri figli: una pratica molto diffusa

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Alzi la mano (si fa per dire) chi non ha mai perso la pazienza con i propri figli. E quando la nostra corteccia prefrontale non filtra la rabbia, ecco che volano urla e, a volte, sculaccioni.

Il dibattito è decennale: lo scappellotto fa bene oppure no? E' educativo o serve solo al genitore per scaricare la propria aggressività? E soprattutto: quanto è diffuso nelle famiglie di oggi?

Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato che le sberle sono associate a bambini che tendono a comportarsi in maniera aggressiva e che mostrano maggiore depressione Uno studio recentemente pubblicato dall'University of Michigan ha messo in luce che il 30% dei bambini di un anno d'età ha ricevuto almeno uno sculaccione dalla mamma, dal papà oppure da entrambi. Tre su dieci, negli USA.

I ricercatori hanno esaminato 2788 famiglie all'interno di un progetto di studio longitudinale sulle nuove nascite, in area urbana. I dati indicano che le sculacciate date a bimbi di 1 anno di età dalla madre, dal padre oppure dal nuovo compagno della madre correlano significativamente con il coinvolgimento dei Servizi di Tutela Minorile durante i primi 5 anni di vita del bambino.

Come a dire: gli sculaccioni dati ai bimbi molto piccoli hanno corrispondenza con una serie di altri comportamenti famigliari a rischio, al punto da dover richiedere l'intervento dei Servizi. Rispetto alle famiglie che non puniscono in modo fisico i propri figli, i genitori maneschi hanno una probabilità del 33% maggiore di ricevere la visita dei Servizi di Tutela.

Secondo gli Autori di questo studio, sculacciare un bambino molto piccolo rappresenta una condotta genitoriale negativa e pericolosa, che può stimolare a cascata altri comportamenti inappropriati.

Altro aspetto interessante è forse legato al fatto che questa ricerca evidenzia la presenza di un problema più ampio: molti genitori non hanno o non riescono a sviluppare comportamenti alternativi alla sculacciata, limitando sempre più le proprie competenze pedagogiche. In questa prospettiva, suggeriscono i ricercatori, servirebbero programmi educativi rivolti alle famiglie per insegnar loro abilità genitoriali alternative alla punizione, al fine di eliminare o quantomeno ridurre sensibilmente gli sculaccioni.

Ad oggi nessuna ricerca ha dimostrato empiricamente se la sberla abbia conseguenze positive sullo sviluppo del bambino. Il luogo comune vede, nel popolo, la considerazione che i bambini di una volta (ovvero gli adulti di oggi) erano molto più educati perchè ne prendevano tante.

Ci sono sberle e sberle. E comportano effetti diversi anche a seconda dell'età. Ma allora, lo sculaccione serve oppure no? Forse non troveremo mai la risposta scientifica e definitiva.

Nel dubbio, per ora meglio concentrarsi sul rinforzare i comportamenti positivi, piuttosto che punire quelli negativi. Uno sforzo cognitivo non da poco.

Ma d'altra parte ci siamo evoluti. O no?

 

Fonte: Michigan News

 

Data pubblicazione: 17 marzo 2014

5 commenti

#1
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Utente 340XXX

..certamente le sculacciate non devono essere una cosa abituale...ma da qui a dire che chissà che problemi hanno o avranno i figli che vengono sculacciati, ce ne passa! certo il compito primario del genitore è essere un insegnante per i figli, dare spiegazioni semplici e comprensibili del perchè certi comportamenti non sono appropriati, indicare esempi di vita positivi..ma soprattutto in tenera età, uno sculaccione sul sedere non ha mai ucciso nessuno, a patto che non sia uno sfogo della rabbia del genitore, ma uno strumento per far cessare un capriccio..io non mi sento particolarmente depressa o turbata dall'avere preso qualche bella sculacciata dopo che i miei genitori mi avevano richiamata più volte ad una condotta più consona, anzi...invece adesso si vedono bambini fare sceneggiate inaudite per la strada, al supermercato, in spiaggia e ovunque si trovino...urlano, piagono, sbattono i piedi per terra, a volte lanciano epiteti e alla fine i genitori cedono e danno loro cosa vogliono...ma chi insegnerà a questi adulti del futuro che innanzi tutto ci sono regole per un vivere quieto e civile e poi che la vita non è sempre rose e fiori e non si può avere o fare tutto ciò che si vuole? perciò, sicuramente no alla violenza gratuita, ma se dopo spiegazioni, restrizioni ecc...un bambino continua a mancare di rispetto verso i genitori e a comportarsi in maniera maleducata, sicuramente una bella sculacciata sul sedere è indice di amore e correzione più che il comportamento dei genitori che oggigiorno lasciano che i figli si comportino come selvaggi, urlino, strepitino solo al fine di manovrare gli adulti per ottenere ciò che si vuole...come in ogni cosa ci vuole un giusto equilibrio, ma non penso proprio che un genitore che sculaccia un figlio che disubbidisce ripetutamente alle regole del vivere civile meriti di essere contattato dai servizi sociali!! forse i servizi sociali dovrebbero contattare i genitori che non educano i figli e lasciano che facciano ciò che gli pare, compreso distruggere o danneggiare oggetti appartenenti alla comunità...E nella mia generazione (non ho 100 anni!!) non si sentiva parlare quotidianamente di baby squillo, di ragazzine abbigliate come prostitute, di ragazzini che rubavano, che si ubriacavano o si drogavano...certo, anche 30 anni fa c'era l'eccezione che conferma la regola, ma in generale i nostri genitori, pur amandoci con tutto il cuore, erano un po' piu severi e ci hanno lasciato un patrimonio in termini di valori umani ed educazione che questi bambini iperprotetti non avranno più...e non vorrei dire, le nostre mamme ci avranno pure sculacciato meritatamente ogni tanto, ma non si sentiva tutti i giorni di padri o madri che uccidevano i figli come sta accadendo adesso...allora questa sarebbe evoluzione?? e chi ha davvero bisogno dei servizi sociali, una mamma che per educare un figlio recalcitrante gli dà una sculacciata o una mamma o un padre che per vendicarsi dell'ex compagno uccide i figli?? meditate!!

#2
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Utente 154XXX

Quante volte noi adulti(che pure disponiamo di molta piú esperienza e conoscenza rispetto a un bambino) commettiamo errori? Proviamo a immaginare un gigante di oltre tre metri che ci molla un sonoro sculaccione e dal quale oltretutto dipendiamo completamente... "ci sono cose che semplicemente non si fanno"(Carlos gonzales in "besame mucho")

#3
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Utente 361XXX

a mio avviso questa ricerca è del tutto inutile, come tante altre naturalmente. Quello che annulla la statistica è "il nuovo compagno della madre". Non esiste. Lo studio va fatto all'intero di famiglie campione (madre-padre-figlio) compagno della madre può essere accettato se è cresciuto con il bambino, NUOVO compagno non può rientrare nello studio (su 10 persone che conosciamo almeno 3 si sono rifatte una vita...i servizi sociali entrano per lo sculaccione? ne siamo certi?) Io so solo che da quando ci si chiede se giusto lo sculaccione o no, siamo circondati da una massa di gran maleducati, di ragazzi tristi, insicuri di loro stessi e indecisi nelle decisioni più banali. Siamo circondati di bambini vecchi (e la vecchiaia per me è uno stato d'animo e non anagrafico) abituati fin da subito a non rischiare nulla, abituati a non avere timore di nulla. Abituati a non aspettare. Male educati.
Premetto solo ora di essere una donna separata, con una figlia e completamente atea. Ma la saggezza la so riconoscere.
Dalla Bibbia:
Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta per lui,per gioire di lui alla fine.
Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggioe se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
Chi istruisce il proprio figlio rende geloso il nemicoe davanti agli amici si rallegra.
Muore il padre? È come se non morisse,perché dopo di sé lascia uno che gli è simile.
Durante la vita egli gioisce nel contemplarlo,in punto di morte non prova dolore.
Per i nemici lascia un vendicatore,per gli amici uno che sa ricompensarli.
Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
Un cavallo non domato diventa caparbio,un figlio lasciato a se stesso diventa testardo.
Vezzeggia il figlio ed egli ti riserverà delle sorprese,scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
Non ridere con lui per non doverti rattristare,e non debba alla fine digrignare i denti.
Non concedergli libertà in gioventù,non prendere alla leggera i suoi errori.
Piegagli il collo quando è giovane,e battigli i fianchi finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbediscae tu ne abbia un profondo dolore.
Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,così non dovrai sopportare la sua insolenza

#4
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Utente 366XXX

Ogni volta che cediamo alla violenza - ad eccezione di quando v'è necessità di difesa - mostriamo di essere dei deboli e ciò a maggior ragione se si tiene conto che la violenza per l'appunto si esercita su chi è più debole.
Tutti si trovano prima o poi sul punto di aggredire spinti dalla rabbia, ma farlo o non farlo distingue l'essere senziente dalla bestia (e non intendo dire dall'animale).

#5
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Ex utente

Assurdo che oggi, nel 2015, in un’Europa politicamente corretta da decenni di pedagogia parascientifica di stampo buonista, nonostante l’evidente, gravissimo e irreversibile fallimento educativo in tutti gli Stati che hanno abolito le sane sculacciate, vi siano ancora tanti educatori e genitori incapaci di fare marcia indietro e riconoscere quella che è la sola e unica verità: sculacciare è un metodo educativo sano e indispensabile che non può far altro che bene sia ai bambini che ai genitori. Se non vogliamo ottenere un futuro sempre più disastrato, occorre iniziare ad applicare la vecchia sculacciata, con amore e autorevolezza: con calma e senza ripensamenti, bisogna mettersi i figli sulle ginocchia e farli ragionare per 5 minuti con le natiche arrossate. Mi auguro e auspico un ritorno consistente di tale metodo che il sottoscritto e la moglie applicano con ottimi risultati.

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