Protesi anca di superficie e metallo-metallo: bocciate dal BMJ!
In un recente articolo, il prestigioso British Medical Journal (una delle cinque testate mediche più autorevoli al mondo), ha preso una posizione netta nei confronti delle protesi dell'anca di superficie e metallo-metallo: una netta bocciatura.
Questa sorta di "endorsement" scuote il mondo dell'ortopedia e merita un commento; nessuno aveva mai preso una posizione così netta.
Ma queste protesi sono davvero da bocciare definitivamente?
Probabilmente no. Chi è portatore di una protesi metallo-metallo non deve entrare nel panico, ma deve solo ricordare che -tra tutte le possibili complicanze delle protesi dell'anca, la sua protesi ne conta una in più; sottoponendosi ai controlli periodici non avrà nulla da temere.
Chi invece è un malato candidato all'impianto di una protesi, dovrà pensarci bene prima di accettare la proposta di un metallo-metallo o di una protesi di superficie: dovrà ascoltare attentamente i pro e i contro, e le ragioni che hanno spinto l'ortopedico a scegliere questa soluzione.
Come è noto a tutti, le protesi in questione sono tema di dibattito nel mondo scientifico da almeno dieci anni, e negli ultimi due anni il dibattito si è esteso all'opinione pubblica e ai pazienti, a causa dello scoppio di alcuni scandali.
Alcuni modelli di queste protesi sono state ritirate dal mercato a causa di un aumentato tasso di fallimento dell'intervento, associato anche ad aumentati livelli nel siero e nelle urine di Cromo e Cobalto, ioni tossici per l'organismo e prodotti dalla protesi.
Quando funzionano bene, le protesi metallo-metallo possono dare risultati spettacolari: due anni fa mi è capitato di vedere revisionare un metallo metallo impiantato nel 1964, "andato in pensione" dopo ben 46 anni di onorato servizio con grandissima soddisfazione del paziente!
Perché la condanna del BMJ?
La condanna del BMJ arriva perché il fatto che il metallo-metallo sia un'arma prodigiosa ma potenzialmente pericolosa è noto praticamente da sempre.
L'articolo si apre con la constatazione che "nonostante tali rischi siano noti e ben documentati da decenni, i pazienti sono stati tenuti all'oscuro ed hanno partecipato a quello che è stato, a tutti gli effetti, un grande esperimento incontrollato"1.
Una presa di posizione chiara, senza mezzi termini, a parole forti.
Proprio per questo motivo il metallo-metallo, con cui si componevano le protesi degli anni 50-60, cadde poi in disuso.
Ma le aziende, a causa delle grandi potenzialità di questo accoppiamento, continuarono a lavorare per cercare di rendere la tecnologia più sicura e lo riproposero sulle scene ortopediche nel 1997, pubblicizzando la soluzione come l'ultimo ritrovato della scienza, ideale per i pazienti giovani ed attivi che desideravano avere una protesi che sarebbe durata loro tutta la vita.
Purtroppo, secondo il BMJ, l'entusiasmo che si è creato nelle aziende in quel periodo, portò a trascurare alcuni aspetti di prudenza.
BMJ sottolinea come siano note da almeno 30 anni le potenzialità genotossiche e le alterazioni tissutali locali causate dagli ioni cromo e cobalto, e pubblica anche delle note interne dell'azienda DePuy (recentemente finita nell'occhio del ciclone) in cui, già nel 2005, si rilevavano i potenziali rischi del loro prodotto.
Inoltre, gli organismi di regolamentazione e sorveglianza, secondo BMJ, non sono stati in grado di riconoscere le pecche di alcuni moderni sistemi che poi si sono rivelati essere fallimentari, e che hanno ottenuto le approvazioni FDA in America ed il marchio CE in Europa.
Conclusioni
Essere portatori di una protesi metallo-metallo non significa essere destinati ad un fallimento della protesi: la maggior parte degli impianti oggi in circolazione hanno design efficaci e se ben impiantati hanno un rilascio di ioni nel sangue molto basso. Sono impianti che possono quindi benissimo mantenere le promesse di lunga durata fatte dai produttori. Dati però i rischi connessi ai livelli di ioni nel sangue, e alle evidenze di fallimento di alcuni specifici impianti "difettosi" la raccomandazione ai pazienti portatori di queste protesi è quella di attenersi scrupolosamente ai controlli periodici.
Ai chirurghi, invece, la raccomandazione è quella di considerare attentamente l'opportunità di impiantare questo tipo di protesi: importante selezionare attentamente i pazienti, affidarsi quando possibile a tecnologie diverse (interessante, ad esempio, la possibilità offerta dalle nuove ceramiche monoblocco), ottimizzare il posizionamento dell'impianto con attenzione maniacale, informare bene il paziente su tutti i possibili rischi e le complicanze.