Stimolazione elettrica della retina apre una speranza ai pazienti affetti da Retinite Pigmentosa
Presso l’Università di Tubingen, in Germania, è stato sperimentato uno strumento, basato su stimolazioni elettriche, che potrebbe aiutare a rallentare la progressione della malattia ed il ripristino del campo visivo in pazienti affetti da Retinite Pigmentosa.
La RP è una forma ereditaria di degenerazione della retina ed è tra le cause principali di cecità nel mondo, solo in Italia affligge circa 30mila persone tra cui la nota cantante Annalisa Minetti, vincitrice di una medaglia d’oro alle recenti paraolimpiadi di Londra. La Diffusione della malattia, secondo le statistiche internazionali, colpisce circa una persona ogni 3.000/4.000 sane, compare tra la pubertà e l’età matura, ma non sono assolutamente rari gli esempi di bambini colpiti nella prima infanzia, e porta progressivamente alla cecità.
Il termine “Retinite” indica una disfunzione della retina, mentre “Pigmentosa” si riferisce alla caratteristica comparsa, negli stadi avanzati della malattia, di zone abnormi di pigmento nella retina.
La degenerazione riguarda entrambi gli occhi e colpisce i fotorecettori (coni e bastoncelli) e l’epitelio pigmentato retinico uccidendo queste cellule in modo lento e progressivo. Le cellule fotorecettrici sono quindi geneticamente programmate a deteriorarsi gradualmente, prima lentamente e poi molto rapidamente. La retina subisce così un progressivo danneggiamento, perdendo la capacità di trasmettere al cervello le informazioni visive.
Anche se recenti studi clinici hanno mostrato risultati promettenti per impianti di retina per ridare la vista ai pazienti con RP in fase avanzata, non esisteva, sino ad oggi, un trattamento efficace per questa condizione.
Durante il Congresso Euretina, conclusosi 2 giorni fa a Milano, è stato presentato un lavoro dal titolo "Effetti della Transcorneal stimolazione elettrica in pazienti con retinite pigmentosa" dal Dr. Tobias Roeck del Centro di Oculistica dell'Università di Tubingen.
Questo studio ha dimostrato come stimolando elettricamente la retina si può contribuire a preservare la morte delle cellule retiniche e promuovere la rigenerazione delle cellule dei fotorecettori, ritardando la progressiva perdita di vista in pazienti con RP.
Il trattamento, che nello studio riportato è stato ripetuto ogni 7 giorni per 6 settimane, viene eseguito tramite un dispositivo, simile ad una montatura per occhiali, indossato attorno alla testa del paziente, con due elettrodi a contatto della cornea, altri due a contatto delle tempie ed un palmare per controllarne la stimolazione.
Questa terapia è ambulatoriale, non provoca dolore o fastidio (alcuni pazienti hanno accusato solo una sensazione di solletico) e consiste in una stimolazione elettrica della retina a bassa energia per 30 minuti, tramite un filo, sottile come un capello, che viene adagiato tra il bordo inferiore della congiuntiva e della cornea.
I risultati di uno studio pilota erano già stati pubblicati nel mese di aprile 2011 su Investigative of Ophthalmology and Visual Science dimostrando che i pazienti trattati con la stimolazione hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo del loro campo visivo dopo aver ricevuto il 150 per cento della loro soglia di percezione di stimoli per sei settimane.
Su Ocular Surgery News Europe del giugno 2012, vi è un articolo che dimostra come il trattamento stimola il rilascio dei fattori di crescita, ripristinando la funzione delle cellule danneggiate e zone del campo visivo.
In studi su animali si è dimostrato come la stimolazione elettrica sia volta a promuovere la rigenerazione delle cellule fotorecettrici dal rilascio di fattori di crescita endogeni e si è appurato come questi fattori, introdotti nell'occhio, abbiano la capacità di migliorare la funzione delle cellule danneggiate. Con questa stimolazione elettrica, invece di iniettarli, si induce l’organismo a produrli da solo.
In un primo studio prospettico controllato con 24 pazienti, svolto dal Dott. Florian Gekeler, si è evidenziato come la terapia di stimolazione elettrica (EST) è sicura ed efficace nelle prime fasi della malattia.
I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi: il primo ha ricevuto un minor grado di stimolazione elettrica, il secondo un grado maggiore in relazione alla soglia individuale fosfene/paziente ed un terzo è stato utilizzato come controllo.
Nel gruppo che ha ricevuto una stimolazione superiore si è verificato un miglioramento del 20% del campo visivo. Si è inoltre evidenziata una tendenza generale di incremento dell’acuità visiva. “La maggior parte dei pazienti erano felici e voleva ripetere il trattamento” ha dichiarato il Prof. Gekeler.
“Poiché la Retinite Pigmentosa è una malattia eterogenea sia in termini di fisiopatologia che di progresso, la risposta dei pazienti è variabile. Ulteriori studi sono necessari per stabilire i parametri prognostici per i vari gruppi e la quantità ottimale di erogazione di corrente” continua Gekeler.
"L'importante, per ora, è che siamo stati in grado di dimostrare che questa tecnologia ha un effetto positivo sulla funzione della retina ed è facile da applicare, non invasivo e sicuro, all'interno del programma e dei parametri utilizzati nello studio.
L'unico effetto collaterale riportato finora è una sensazione transitoria di occhio secco subito dopo il trattamento, che può essere risolta con lacrime artificiali”.
Il nuovo dispositivo ha il marchio CE e sarà tra poco disponibile nei nostri ambulatori oculistici per effettuare i trattamenti. Altri studi, comunque, sono in corso, tra cui un trial clinico di grandi dimensioni in cui sono iscritti pazienti con diversi stadi della malattia.
I risultati ottenuti sino ad ora, però, ci lasciano ottimisti nel credere che finalmente qualcosa di concreto ed affidabile sia stato trovato per uscire dal tunnel di questa terribile ed invalidante patologia.