Dieta mediterranea longevita.

Con la dieta mediterranea si invecchia meglio

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Un ulteriore lavoro scientifico sembra confermare che la dieta mediterranea fa bene, è utile per il nostro benessere generale e ci darebbe una marcia in più per tenere attivo il nostro cervello, rallentandone il declino “naturale” che purtroppo si presenta con l’avanzare dell’età.

Patologie cardiovascolari e alimentazione mediterranea

Questi dati positivi ci arrivano da una complessa ricerca, durata circa sette anni e condotta da un gruppo di ricercatori della spagnola Universidad de Navarra, i cui risultati sono stati pubblicati ora sul Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry. 

Per arrivare a queste conclusioni sono stati considerati 522 soggetti (44,6% erano maschi) con età media intorno ai 74 anni, senza patologie cardiovascolari in atto ma con importanti fattori di rischio, come diabete senile e/o tre situazioni critiche associate: pressione arteriosa elevata, alti valori di colesterolo e trigliceridi, sovrappeso, familiarità verso malattie cardiovascolari o tabagismo.

dieta mediterranea anti invecchiamento

Si sono fatti tre gruppi: il primo e il secondo, messi a dieta mediterranea stretta, annaffiata da una moderata dose di buon vino rosso, con l’unica differenza tra le due per l’aggiunta di dosi supplementari di olio di oliva per il primo e di frutta secca per il secondo; al terzo gruppo veniva invece prescitta semplicemente una classica dieta povera di grassi, come di solito viene indicata per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.

Tutti i soggetti sono stati seguiti nei sette anni della ricerca anche dai loro medici di famiglia e naturalmente dai ricercatori per ben controllare se effettivamente la dieta prescritta veniva seguita.

Alimenti dieta mediterranea e funzioni cognitive

Dopo avere corretto i dati in base al sesso, età, educazione, famigliarità per eventuali danni cognitivi (come la demenza senile), attività fisica, indice di massa corporea, ipertensione, dislipidemia, diabete, uso di alcolici e tabacco di sigaretta, tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad alcuni test per valutare l’”efficienza mentale” come: l’orientamento nel tempo e nello spazio, l’eloquio, le abilità manuali e le funzioni mentali (memoria, attenzione e presenza di pensiero astratto).

In estrema sintesi i risultati di questa ricerca ci confermerebbero che la dieta mediterranea, nelle due versioni qui considerate, è più utile di quella semplicemente povera di grassi nel prevenire il declino delle funzioni cognitive, legato all'età. 

Un altro lavoro scientifico sembra confermare che la dieta mediterranea fa bene, è utile per il nostro benessere generale e ci darebbe una marcia in più per tenere attivo il nostro cervello, rallentandone il declino “naturale” che purtroppo si presenta con l’avanzare dell’età.

Questi dati positivi ci arrivano da una complessa ricerca, durata circa sette anni e condotta da un gruppo di ricercatori della spagnola Universidad de Navarra, i cui risultati sono stati pubblicati ora sul Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry. 

Per arrivare a queste conclusioni sono stati considerati 522 soggetti (44,6% erano maschi) con età media intorno ai 74 anni, senza patologie cardiovascolari in atto ma con importanti fattori di rischio, come diabete senile e/o tre situazioni critiche associate: pressione arteriosa elevata, alti valori di colesterolo e trigliceridi, sovrappeso, familiarità verso malattie cardiovascolari o tabagismo.

Si sono fatti tre gruppi: il primo ed il secondo, messi a dieta mediterranea stretta, annaffiata da una moderata dose di buon vino rosso, con l’unica differenza tra le due per l’aggiunta di dosi supplementari di olio di oliva per il primo e di frutta secca per il secondo; al terzo gruppo veniva invece prescitta semplicemente una classica dieta povera di grassi, come di solito viene indicata per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.

Tutti i soggetti sono stati seguiti nei sette anni della ricerca anche dai loro medici di famiglia e naturalmente dai ricercatori per ben controllare se effettivamente la dieta prescritta veniva rispettata.

Dopo avere corretto i dati in base al sesso, età, educazione, famigliarità per eventuali danni cognitivi (come la demenza senile), attività fisica, indice di massa corporea, ipertensione, dislipidemia, diabete, uso di alcolici e tabacco di sigaretta, tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad alcuni test per valutare l’”efficienza mentale” come: l’orientamento nel tempo e nello spazio, l’eloquio, le abilità manuali e le funzioni mentali (memoria, attenzione e presenza di pensiero astratto).

In estrema sintesi i risultati di questa ricerca ci confermerebbero che la dieta mediterranea, nelle due versioni qui considerate, è più utile di quella semplicemente povera di grassi nel prevenire il declino delle funzioni cognitive, legato all'età

 

Fonte:

Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry

Mediterranean diet improves cognition: the PREDIMED-NAVARRA randomised trial

Data pubblicazione: 27 maggio 2013 Ultimo aggiornamento: 12 febbraio 2021

8 commenti

#3

Sono rientrata da poco da un periodo in Giappone; loro, con la dieta giapponese, sono appena di poco PIU' longevi di noi.. Senza olio d'oliva, pomodori ecc, magri come chiodi. Ci saranno più modi per diventare longevi??
Carlamaria

#4

@Carla Maria
Da un punto di vista prettamente metabolico certamente e già lo indichi:" magri come chiodi"!
Sono già numerose le sperimentazioni che confermano una durata di vita maggiore nei soggetti un pò al di sotto del peso forma rispetto a quelli normopeso (non parliamo del sovrappeso!).
Se noi diventassimo più magri e loro mangiassero mediterraneo i vantaggi si sommerebbero.
Ciao.

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