Dimagrire fa bene al fegato
Nel numero di Agosto 2015 della rivista Gastroenterology sono stati pubblicati i risultati di uno studio prospettico sulla steato-epatite non-alcolica (NASH) condotto su 293 pazienti da parte di un gruppo di ricercatori cubano.
A tutti i pazienti è stata raccomandata una variazione dello stile di vita che comportasse la riduzione del peso corporeo nell'arco di 52 settimane mediante una dieta ipocalorica e ipolipidica e la pratica di esercizio fisico consistente in 200 minuti di camminata per settimana.
E' stato effettuato il confronto fra l'aspetto istologico delle biopsie epatiche praticate all'inizio e alla conclusione del periodo di osservazione: il 25% dei pazienti ha ottenuto la risoluzione completa della steatoepatite, il 47% la riduzione allo stato di steatosi epatica, il 19% una regressione della fibrosi. Nel complesso il 30% dei pazienti aveva perso più del 5% del peso corporeo iniziale.
I miglioramenti riscontrati sono risultati significativamente correlati con la percentuale di riduzione del peso corporeo. I pazienti che hanno ottenuto una riduzione del peso corporeo iniziale pari o superiore al 10%, infatti hanno ottenuto la risoluzione della malattia nel 90% dei casi.
Gli autori concludono con la considerazione che i risultati ottenuti incoraggino la raccomandazione di uno stile di vita rivolto alla perdita di peso come misura di primo livello nella terapia della steato-epatite non-alcolica.
Fonte:
Vilar-Gomez E, Martinez-Perez Y, Calzadilla-Bertot L, et al. Weight Loss Trough Lifestyle Modification Significantly Reduces Features of Nonalcoholic Steatohepatitis. Gastroenterology 2015; 149:367-378.