Larve carnivore nell'orecchio: i rischi delle vacanze esotiche
E' recentissima la notizia riportata da molti quotidiani di tutto il mondo, che riguarda una sventurata turista inglese, che di ritorno da una vacanza in Perù ha "immigrato" con sé ben 8 larve carnivore, che stanziavano e proliferavano all'interno dell'orecchio.
La ragazza ha raccontato di essere stata investita con il suo compagno, da uno sciame di mosche, delle quali una le è entrata nell'orecchio.
Sembrava tutto risolto ma a causa di un ronzio e un mal di testa continuo si è arrivati alla "macabra" scoperta da parte dei sanitari inglesi che hanno assistito la giovane 27enne.
I cunicoli scavati nei tessuti dalle larve avevano già oltrepassato il centimetro e si apprestavano ad invadere la scatola cranica: i rischi per la salute quindi erano altissimi.
Fortunatamente la storia si è conclusa bene, con l'estrazione chirurgica delle larve, dopo un tentativo di annegarle con olio d'oliva (probabilmente non italiano e quindi di bassa qualità..)!
Ma cosa può succederci, a parte questo fortuito episodio, quando ci si reca in paesi tropicali, o subsahariani, quando si parla di rischio mediato da "larve"?
Chiariamo che la maggior parte delle infezioni cutanee e tissutali da larve (tantissime le speci esistenti) vengono veicolate per contatto diretto e non aereo (come lo sfortunato caso della britannica):
il veicolo di contatto maggiore per queste infezioni, risiede nei piedi e - meno frequentemente - a livello dei glutei e delle mani (regioni corporee tipicamente a contatto per più tempo e co maggiore pressione con le superfici).
L'infezione che noi dermatologi abbiamo imparato subito a conoscere nei nostri corsi e nei pazienti (sono casi memorabili che non si dimenticano più, per particolarità ed "esoticità") è la contaminazione da Larva migrans (Ancylostoma braziliense): un parassita comune dei cani e dei gatti tipico delle zone sub-tropicali e dell'america centrale e del sud.
Questo tipo di larve può entrare dall'epidermide e fino al derma papillare per semplice contatto camminando o sdraiandosi in spiaggia o su altre superfici a pelle nuda e senza protezioni e con facilità arrivare fino all'intestino ove avviene la fase replicativa e l'espulsione mediante feci; in rari casi può arrivare ai polmoni e creare ascessi parassitari; anche l'occhio può essere interessato.
Altre e più temibili, sebbene più rare sono le infestazioni con altre larve che possono arrivare agli organi vitali.
I consigli per chi si reca in queste zone, è di fare attenzione ai contatti diretti fra la pelle e le superfici; è necessario difatti garantire una buona protezione con apposite calzature indumenti leggeri ma resistenti e molta attenzione a ciò che si mangia, poichè il veicolo oro-fecale è sempre possibile.