Plastica antireflusso: indicazioni corrette e nuove linee guida
Le indicazioni più delicate in chirurgia riguardano da sempre le procedure funzionali, ovvero quelle dove non è necessario rimuovere un organo malato, ma intervenire per migliorare una funzione e l'esempio classico è la chirurgia antireflusso.
Gli insuccessi di questa chirurgia infatti, oltre che ad una errata esecuzione tecnica, sono attribuibili frequentemente ad una errata indicazione.
Le linee guida per la terapia chirurgica sul reflusso gastroesofageo
Sono recentemente state pubblicate su Gut le nuove linee guida emerse da una consensus conference internazionale alla quale hanno partecipato 35 esperti (gastroenterologi, chirurghi e fisiologi).
L'oggetto delle linee guida è stato, infatti, la selezione dei pazienti adulti per una chirurgia antireflusso nella malattia da reflusso gastroesofageo.
Le indicazioni attuale corrette secondo le linee guida ICARUS sono risultate essere:
- pazienti con pirosi che rispondono in modo soddisfacente alla terapia con inibitori di pompa protonica
- pazienti con ernia iatale
- pazienti con esofagite B o peggiore secondo la classificazione di Los Angeles.
- pazienti con esofago di Barrett
Al contrario, non sono candidati ideali per una plastica antireflusso
- pazienti con pirosi funzionale
- pazienti con esofagite eosinofila
In tutti i candidati alla chirurgia una gastroscopia preoperatoria è indispensabile e uno studio dell'esofago con mezzo di contrasto utile per escludere un esofago corto e valutare l'ernia iatale.
Una manometria esofagea è inoltre indicata per escludere disturbi della motilità.
Se il reperto endoscopico non identifica un'esofagite in modo evidente una ph impedenziometria delle 24 ore in assenza di terapia dovrebbe essere eseguita.
Rispettare le indicazioni corrette e seguire l'iter diagnostico appropriato è sicuramente il miglior modo per ridurre il tasso di insuccessi postoperatori.
Guarda il video: Reflusso gastroesofageo: 5 domande e risposte