Malattie cardiovascolari: emergenza e prima causa di morte al mondo
La prima causa di morte al mondo sono le malattie cardiovascolari, ossia tutte quelle patologie che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni: fra queste le malattie ischemiche del cuore come l'infarto del miocardio, l'angina pectoris, le trombosi e le aritmie, e quelle cerebrovascolari come l'ictus ischemico.
Diffusione delle malattie cardiovascolari
I numeri dicono che le morti causate dalle patologie cardiovascolari ogni anno sono 19 milioni in tutto il mondo e si stima che, nel 2030, arriveranno fino a 24 milioni. Per questo motivo l'Organizzazione Mondiale della Sanità negli ultimi anni ha avviato una campagna di prevenzione mondiale il cui scopo è quello di ridurre la mortalità dovuta alle malattie non trasmissibili come, appunto, le malattie cardiache.
L'impatto delle malattie cardiovascolari è in continuo aumento e dovuto anche all'invecchiamento della popolazione, un fattore che favorisce l'aumento di malattie cardiache strutturali come, per esempio, le patologie degenerative delle valvole cardiache.
Anche in Italia i decessi per le patologie cardiache rappresentano il 34,8% sulle cause di morte totali: prima causa sia fra gli uomini (31,7%) che fra le donne (37,7%) che, in termini assoluti, significa che ogni anno le malattie vascolari uccidono 127.000 donne e 98.000 uomini, spesso anche in età giovanile.
Un dato interessante riguarda gli arresti cardiaci che, in Italia, sono circa 60.000 all'anno: solo nel 58% avviene un intervento con la manovra salvavita (ossia massaggio cardiaco e ventilazioni) e nel 28% un intervento con il defibrillatore, strumento che si è dimostrato fondamentale in casi che, altrimenti, sarebbero stati letali.
A questo proposito, il 28 agosto 2021 è entrata in vigore la Legge n. 116/2021 sui defibrillatori automatici esterni (DAE) finalizzata a rendere più efficiente il primo soccorso nei casi di arresto cardiaco: la legge prevede l'introduzione dell'obbligo di insegnamento delle manovre di rianimazione nelle scuole, della dotazione del defibrillatore presso le società sportive professionistiche e dilettantistiche e una serie di misure economiche per favorire la presenza di questa attrezzatura nei luoghi pubblici, come gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, scuole, porti e mezzi di trasporto.
Ma l'aspetto più importante della legge è che, in caso di urgenza, chiunque sarà autorizzato a utilizzare un DAE: in assenza di personale sanitario o di operatori con specifica formazione, anche un cittadino comune potrà effettuare le manovre di rianimazione con un defibrillatore.
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I fattori di rischio delle malattie del cuore
I fattori di rischio cardiovascolare vengono suddivisi in fattori modificabili e non modificabili.
Fattori non modificabili
Rientrano fra questi:
- L'età: il rischio di problemi cardiovascolari cresce con l'avanzare dell'età
- Il sesso: il rischio è più alto negli uomini, nelle donne cresce dopo la menopausa
- L'ereditarietà: avere casi di eventi cardiovascolari in famiglia aumenta la possibilità di soffrire di malattie cardiache.
Fattori modificabili
Le patologie cardiovascolari sono spesso riconducibili a uno stile di vita non corretto, in particolare:
- il fumo
- l'alimentazione sbagliata
- la scarsa attività fisica.
Questi aspetti portano a sviluppare varie patologie che aumentano il rischio cardiovascolare, fra le quali:
- Ipertensione, ossia l'aumento costante della pressione arteriosa, definita "killer silenzioso" proprio perché non dà sintomi e spesso le persone non sanno di averla;
- Colesterolo alto, anche questo un valore che necessita di essere monitorato con le analisi del sangue periodiche in quanto non si manifesta in alcun modo;
- Diabete: nei pazienti con diabete mellito le malattie cardiovascolari rappresentano il 60% delle cause di morte;
- Obesità: il sovrappeso favorisce l'insorgenza di problemi cardiovascolari.
Intervenire sulle proprie abitudini di vita può essere un valido strumento di difesa verso il rischio cardiovascolare ed è il motivo per cui le campagne informative sulle malattie cardiache si basano fortemente sulla prevenzione, ricordando anche come una diagnosi precoce e un intervento tempestivo possano aumentare l'aspettativa di vita.
Per approfondire:Come si calcola il rischio cardiovascolare?
Prevenzione delle malattie cardiovascolari
Le patologie cardiache sono pericolose in quanto subdole, infatti possono rimanere latenti e manifestarsi soltanto in forma acuta o grave senza che si siano manifestati in precedenza sintomi di un qualsiasi problema cardiovascolare.
La prevenzione, pertanto, inizia con semplici suggerimenti come:
- smettere di fumare
- seguire un'alimentazione bilanciata, limitando sali, grassi e zuccheri
- svolgere una regolare attività fisica
- monitorare il peso corporeo, calcolando anche il proprio indice di massa corporea.
A questo si aggiunge poi il controllo periodico dei valori che possono essere un campanello d'allarme per i problemi cardiovascolari:
- la misurazione della pressione arteriosa
- il controllo dei valori di glicemia nel sangue
- il mantenimento dei livelli di colesterolo nei valori normali.
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Quali esami fare?
Il primo passo da compiere resta la visita cardiologica dallo specialista e il primo esame da raccomandare è ancora l'elettrocardiogramma.
I soggetti a rischio o reduci da eventi riconducibili a una malattia cardiovascolare vengono solitamente sottoposti all'EcoColorDoppler (ECD) cardiaco e dei tronchi sovraaortici: questo, secondo le Linee Guida Nazionali e Internazionali, rappresenta l'esame che viene scelto per valutare il danno d'organo vascolare.
Un altro esame, invece, è il test da sforzo che viene prescritto per stabilire se un paziente è a rischio di infarto del miocardio o come controllo periodico per soggetti con By-pass aorto-coronarici o stent a seguito di infarto o angina pectoris.
Si segnalano, infine, come esami specifici anche la miocardioscintigrafia e la Coro-TC.
Per approfondire:Aspirina e prevenzione del rischio cardiovascolare