L'avvelenamento da tossina botulinica
La recente notizia di due decessi e un grave intossicato nel Lazio ricoverato in prognosi riservata dopo una cena a base di prodotti alimentari preparati e conservati in casa, riapre una vecchia ma sempre attuale questione, quella dell'intossicazione alimentare da tossina botulinica.
In questi ultimi anni i più ricorderanno come la stessa tossina (in realtà ne sono state isolate ben sette tipi) sia largamente usata in Medicina estetica.
Quello di cui vogliamo parlare qui, invece, riguarda gli effetti ben più devastanti e potenzialmente letali della intossicazione sistemica della tossina quando introdotta nell'organismo con cibi contaminati. Quindi la forma classica “alimentare” di intossicazione delle quattro forme classificate e note
Procediamo con ordine.
Quella botulinica è una neurotossina prodotta da un batterio ubiquitariamente presente nell'ambiente terreno, acquatico, nell' intestino di mammiferi e uccelli e molte derrate alimentari: il Clostridium Botulinum (CB) le cui spore (forma latente, inattiva ed estremamente resistente del batterio) rimangono tali finchè non si creino le condizioni ottimali perchè il batterio possa, attraverso un processo di “germinazione”, passare alla forma “vegetativa” e quindi produrre poi la tossina.
Nel caso specifico del CB la condizione ottimale cui si accennava è l' assenza di aria come nel caso di alimenti conservati in barattoli di vetro o metallici, sott'olio o al naturale, giacchè il batterio non sopravvive in presenza di ossigeno, essendo un anaerobio obbligato, ed è presente solo nella forma sporigena.
Condizioni opposte invece che ne impediscono la germinazione sono un pH (acidità) inferiore a 4,6 (meglio quindi se presente aceto) e la conservazione successiva a basse temperature. L'alto contenuto salino o zuccherino riduce la resistenza delle spore al calore. Le spore resistono a un riscaldamento a 100°C per 3/5 ore, vengono distrutte in circa tre minuti a 120°C. La temibile tossina viene distrutta a 80 °C per almeno 20 min, temperatura facilmente raggiungibile con la bollitura.
I cibi più incriminati sono le preparazioni casalinghe sott'olio a base di verdure (pomodori, peperoni, mais, olive, fagiolini, melazane, zucchine, barbabietole, funghi, frutta), pesce e più raramente, di carne (prosciutto e altri insaccati). Molto dibattuta la questione della contaminazione del miele che viene sconsigliato ai bambini al di sotto dell'anno di vita. In realtà a differenza degli USA, sembra non si siano mai riscontrati in Europa casi di botulismo a questa età legati al consumo del miele.
L'industria alimentare lascia buoni margini di sicurezza giacchè i processi di produzione dovrebbero essere estremamente rigorosi per eliminare a monte il problema.
Comunque estrema attenzione alle confezioni acquistate o preparate in casa che presentino deformazioni del contenitore o del coperchio per la presenza di gas o peggio emanino cattivo odore al momento dell'apertura. Vanno smaltite.
La sindrome da avvelenamento
L'eventuale ingestione di questa tossina che è riconosciuta essere tra i veleni più potenti per l'esiguità del dosaggio rispetto al danno provocato produce dopo una latenza dal pasto di qualche ora (dalle 8 alle 16 h ma si sono riscontrati casi di latenza anche fino a 8 giorni) la comparsa di una sintomatologia caratterizzata da problemi visivi (annebbiamento), difficoltà nella deglutizione, riduzione della salivazione, disturbi gastro intestinali (nausea, vomito, diarrea), diffusa debolezza muscolare crescente con progressione verso la paralisi anche dei muscoli respiratori. Non è presente febbre e il sensorio rimane integro. Statisicamente più ridotto è il periodo di latenza dei primi sintomi peggiore sarà la prognosi.
Il trattamento terapeutico
Alla comparsa di questi sintomi l'ospedalizzazione è assolutamente necessaria. Immediato il contatto con un Centro antiveleni. Entro poche ore può essere somministrato con efficacia un antitodo specifico alla tossina prima che questa si leghi ai recettori nervosi (immunizzazione passiva). Necessario monitorizzare le principali funzioni vitali del paziente in una Terapia Intensiva perchè l'insorgenza di paralisi muscolare può rendere necessaria l'intubazione del paziente e una ventilazione meccanica sostitutiva.
La mortalità dei casi non trattati arriva all'80%. In Italia si riscontrano fino a 50 casi all'anno con un indice di mortalità del 10-20%. E' obbligatoria la denuncia all'autorità sanitaria (Istituto Superiore di Sanità - Ministero della Salute) anche per un miglior coordinamento nella organizzazione, approntamento e fornitura del siero antitossina.