L'eterologa non s'ha da fare!
Questa sembra essere la conclusione a cui arriva il documento, stilato in questi giorni e passato alla Conferenza Stato-Regioni.
Nelle linee di attuazione proposte sulla possibilità di ricorrere alla fecondazione con spermatozoi e ovociti donati sono state inserite alcune indicazioni che potrebbero rendere complesso, complicato se non addirittura impossibile l’iter della donazione nel nostro Paese.
La Conferenza ha introdotto infatti un’indicazione un po’ assurda che stabilisce la possibilità di donare sono a quei uomini che hanno un numero di spermatozoi non inferiore ai 75 milioni per ml quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede, come soglia di normalità, la presenza di soli 15 milioni di spermatozoi per ml; quindi si richiede al donatore italiano una particolare “potenzialità da supermacho”.
Un altro ostacolo sollevato, molto pretestuoso, riguarda poi la donazione, già di per sé complessa, degli ovociti; qui si pretende che le donne, che vorranno donare i propri ovociti, dovranno tutte fare anche un tampone vaginale che certifichi l’assenza di infezioni vaginali, come Candida, Chlamydia, Micoplasma ed altro.
Questa procedura non è presente nelle normali indicazioni attuate negli altri Paesi europei e non sono neppure previste nelle nostre procedure di fecondazione assistita omologhe.
Procreazione Medicalmente Assistita Eterologa in Europa
Questo è il modo per impedire utilizzo di tutti quegli ovociti, già crioconservati nelle banche dei Centri di Procreazione medicalmente assistita, che potrebbero già essere disponibili perché donati da coppie consenzienti che hanno già, in alcuni casi, risolto il loro problema ed hanno uova crioconservate che non vogliono più utilizzare.
Questa indicazione al tampone blocca pure la possibile importazione di ovociti da altri Paesi.
Dobbiamo qui sottolineare che non esiste alcun motivo scientifico per cui una donatrice debba essere sottoposta a questo screening infettivologico perchè, anche in presenza di tali infezioni a livello vaginale, il prelievo degli ovociti non viene in alcun modo alterato e non ci sono rischi per la salute delle due donne interessate, sia per la donatrice ma soprattutto per la ricevente.
Altra indicazione discutibile è la questione della completa “gratuità” del donazione dei gameti. In tutti i Paesi in cui la donazione dei gameti è prevista viene sempre concesso almeno un rimborso spese, come viene previsto per la donazione del sangue. In Spagna ad esempio per l’uomo sono previste 50 euro per le ore di lavoro perse mentre per la donna, considerata la maggiore complessità legata alla donazione degli ovociti, viene dato un premio di circa 1000 euro.
In Italia, invece il rimborso sarebbe previsto solo per gli impiegati nel settore pubblico e questo sarebbe pari al guadagno di una giornata di lavoro mentre per i precari o per i dipendenti del settore privato non è previsto il diritto ad alcun tipo di rimborso spese.
Come si vede non sembra proprio essere questo il corretto atteggiamento da tenere su una questione così importante e delicata.
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