Il gallo non ha il pene!
Incredibile a credersi ma il Gallus gallus domesticus, così è chiamato nella classificazione di Linneo il gallo, cioè il maschio della gallina, non ha il pene. Il gallo e la gallina infatti hanno solo una cavità terminale, dove confluiscono l’ampolla rettale, l’uretra e le strutture per riprodursi o meglio i genitali.
Come si accoppiano il gallo e la gallina?
Quando si deve riprodurre il gallo appoggia la propria cavità a quella della gallina, arrivando a spruzzare, grazie a particolari contrazioni muscolari, che ricordano quelle che caratterizzano l'eiaculazione dei mammiferi, il suo liquido seminale all’interno della cavità che costituisce l’apparato riproduttivo della gallina; è in pratica, se posso meglio definirlo, un “bacio riproduttivo complesso”.
Pene del Gallo, dell'Anatra e dell'Emu da Current Biology
Perché gli uccelli hanno perso il pene?
Ora un gruppo di ricercatori, provenienti dall’Università della Florida di Gainesville e dalla britannica Università di Reading, sembra aver scoperto quale è il meccanismo genetico responsabile della scomparsa del pene in diverse specie di uccelli, situazione anatomica “strana” che, da un punto di vista evolutivo, non è ancora stata completamente chiarita; ricordiamo qui che solo il 3% degli uccelli ha un pene capace di una penetrazione.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Current Biology, confermerebbe che è un gene, il Bmp4 che, attivato durante lo sviluppo embrionale, blocca e arresta la formazione dell’apparato riproduttivo esterno, cioè il pene, di alcuni uccelli maschi, gallo compreso.
Questa informazione genica potrebbe essere un primo passo per farci capire la scomparsa, nell’evoluzione di alcuni animali, di altri organi come ad esempio gli arti nei serpenti, ma anche il perché si possono avere malformazioni patologiche complesse ai genitali maschili umani come ad esempio un’ipospadia o un’epispadia.
Come riferito da Cohn, uno dei componenti del gruppo che ha sviluppato la ricerca: “I genitali sono gli organi che evolvono più rapidamente, anche in specie animali diverse, e sono anche gli organi più colpiti da diverse malformazioni congenite, cioè quelle che compaiono già alla nascita e, per questo motivo, la scoperta di questo gene potrebbe aiutarci a comprendere non solo come funziona l'evoluzione, ma anche a svelarci la possibile causa di queste malformazioni”.
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