La steatosi epatica
La steatosi epatica o NAFLD (acronimo di Non alcoholic Fatty Liver Disease), conosciuta come fegato grasso, è un accumulo di grasso principalmente sotto forma di trigliceridi, a livello delle cellule epatiche in quantità superiore al 5% del peso del fegato stesso.
Si calcola che un 20% della popolazione adulta e un 15% di quella infantile sia affetta da steatosi epatica non alcoolica, ma questa percentuale sale fino al 75% dei soggetti con diabete tipo 2 e al 95% negli obesi.
Quali sono le cause della steatosi epatica non alcolica?
La steatosi epatica non alcolica, da distinguere da quella alcoolica che si manifesta nella maggior parte dei forti bevitori, è legata prevalentemente alla sindrome metabolica, caratterizzata quest'ultima da sovrappeso e obesità, resistenza insulinica o diabete, ipertensione arteriosa, elevati valori di trigliceridi, aumento del grasso viscerale addominale, androide o a mela; bassi valori di colesterolo HDL.
Numerosi altri fattori di rischio per la steatosi epatica sono:
- una dieta squilibrata ed eccessivamente ricca di grassi;
- l'anemia;
- squilibri ormonali;
- alcuni farmaci e un'eccessiva esposizione a sostanze tossiche;
- nel terzo mondo deficit calorici, sopratutto proteici (Kwashiorkor);
- inoltre una grave forma di steatosi gravidica;
- alcune malattie genetiche come l'ipo-betalipoproteinemia e i deficit di lipasi acida lisosomiale.
È normale che una certa quantità di grasso si concentri nel fegato, ma quando arriva troppa energia sotto forma di acidi grassi che provengono da un eccesso di zuccheri e grassi, come nel diabete e nell'obesità, questi grassi si accumulano e sono tossici perché ossidano e danneggiano i mitocondri che sono necessari a produrre energia per la cellula.
Il fegato cerca di proteggersi accumulando gli acidi grassi sotto forma di goccioline di trigliceridi, ma se l'afflusso di acidi grassi continua, questo meccanismo di protezione non è più sufficiente e si sviluppa una sofferenza epatica con infiammazione e fibrosi: una condizione che viene chiamata steatoepatite non alcoolica (NASH).
Quali sono i rischi?
In fase avanzata la steatoepatite può provocare cirrosi e ipertensione portale. Il rischio che un fegato grasso di origine non alcoolica si trasformi in una steatoepatite, è piuttosto basso, il 5-10% dei casi.
Sintomi e diagnosi della steatosi epatica
La steatosi epatica è asintomatica, e proprio in virtù di ciò è una scoperta occasionale, per il riscontro di valori ematici elevati di transaminasi e della fosfatasi alcalina; oppure alla palpazione dell'addome (esame obiettivo) con il riscontro di un fegato aumentato di volume; e ancora con un ecografia che mostra il cosidetto “ fegato brillante” così detto per l'anomala luminosità.
Altri esami di diagnostica per immagini come la TC e sopratutto la RM possono identificare la steatosi epatica; per misurare l'elasticità del fegato e il grado di fibrosi sono disponibili esami non invasivi come l'Elastometria transiente nota come FibroScan.
I test diagnostici non invasivi sono solitamente sufficienti; in alcuni casi per la diagnosi differenziale tra steatosi semplice e steatoepatite non alcolica, è necessaria la Biopsia epatica.
Come curare il fegato "grasso"?
L'approccio terapeutico della steatosi e della steatoepatite non alcoolica consiste nella modifica dello stile di vita: in particolare la dieta e l'esercizio fisico sono i capisaldi della terapia, considerando che due delle principali cause della steatosi epatica, sovrappeso e diabete sono determinate da abitudini alimentari scorrette.
Il riequilibrio della dieta deve iniziare con la riduzione dell'apporto energetico ed essere francamente ipocalorica in caso di obesità.
Cibi da evitare
È necessaria una riduzione drastica di alimenti ricchi di grassi saturi e di colesterolo esogeno come insaccati, burro, panna, salse elaborate, e cibi ricchi di grassi idrogenati presenti in cibi preparati industrialmente; prodotti da forno come crakers, brioches, taralli, biscotti contenenti grassi vegetali come quello di palma e di cocco.
Vanno eliminati cibi ad alto indice glicemico e ricchi di zuccheri raffinati come dolci e dolciumi, marmellate, succhi di frutta, bevande zuccherate, e vanno consumati con moderazione frutti più zuccherini come uva fichi, banane, cachi, frutta essiccata. Deve essere abolito il cosidetto junk food (cibo spazzatura) come snack dolci e salati, salse elaborate, patatine, panini molto farciti, hamburger,ecc.
Consigli alimentari
In presenza di fegato grasso è quindi importante riequilibrare la propria dieta:con cinque pasti giornalieri; aumentare il consumo di cereali integrali a basso indice glicemico e dei legumi da due a quattro volte la settimana.
Consumare pesce e carni magre e sgrassate; verdura cruda e cotta da assumere in porzioni abbondanti; alcune verdure hanno un'azione detossificante epatica specifica come il carciofo e alcune erbe amare come la cicoria. Due porzioni di frutta limitando il consumo di quella più zuccherina, già citata.
Attraverso questo tipo di dieta con verdura, frutta legumi e cereali aumentano i nutrienti con funzione depurante come le fibre, le vitamine antiossidanti (A,C, E), la vitamina B1, le lecitine e gli steroli vegetali che riducono l'assorbimento dei lipidi; e la silimarina ela cinarizina molecole che migliorano l'attività epatica.
Gli obiettivi nutrizionali essendo la steatosi e la steatoepatite associate ad alterzioni del metabolismo glucidico e lipidico devono essere mirati a ridurre l'insulino-resistenza e i valori dei trigliceridi e a proteggere il fegato dallo stress ossidativo.
Nel caso di obesità posssono essere effettuati programmi dietetici ipocalorici con l'obiettivo di una perdita graduale del peso: un perdita del 10% del peso iniziale può portare a una normalizzazione degli enzimi epatici, ad un calo dell'epatomegalia e del contenuto del grasso epatico e migliorare la resistenza insulinica.
Abbandonare la sedentarietà, rendere lo stile di vità più attivo e praticare attività fisica nell'ambito degli sport aerobici (camminata, ciclismo, nuoto) almeno tre volte la settimana. E naturalmente non fumare, completano le raccomandazioni e rappresentano insieme ad una sana alimentazione la prima e più importante terapia.
Bibliografia:
- "La steatosi epatica quale fattore di rischio epatico e cardiovascolare: fattori genetici e ambientali nel suo sviluppo.- Dott. G. Svegliati Baroni
- www.siedp.it/pagina/649/ steatosi epatica
- www.msdmanuals.com/it/casa/patologieepatiche-e-della-cistifellea
- Dottorato in Ricerca in Scienze Biomediche_Unifi Università degli Studi di Pisa -Core