Allarme obesità nel Lockdown
Le restrizioni dovute alla pandemia del Covid-19 hanno causato conseguenze sull'alimentazione e sulle percentuali di obesi tra la popolazione: il 44% degli italiani è aumentato di peso, la paura del contagio, stress e ansia hanno portato ad abitudini alimentari incontrollate facendo cresere il rischio di sviluppare altre malattie.
Durante il lockdown il 44% degli italiani, provenienti da tutte le regioni d'Italia, è aumentato di peso: questo è ciò che emerge da un indagine di CREA il Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione che ha effettuato un indagine nazionale nel 2020.
Abitudini alimentari durante il lockdown del Covid-19
Secondo l'ADI, l'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, le persone obese in smart working hanno registrato un aumento di peso di ben 4 kg. Negli USA, come riporta il New York Times, va ancor peggio, perché circa il 76% delle persone hanno preso fino a 8kg.
In Italia negli ultimi trent'anni la prevalenza di sovrappeso e obesità è aumentata fino al 30%: riguarda un adulto su due e un minore su quattro, con differenze per sesso (maggiore negli uomini) e per età; rimangono le differenze geografiche, con prevalenza nelle regioni del Sud.
Inoltre l'Italia continua ad avere il triste primato fra i paesi europei di elevato eccesso ponderale nella popolazione in età scolare, con un 20,5% di bambini in sovrappeso e un 9,5% di bambini obesi.
Aumento dell'obesità: cause
Molti bambini e adolescenti durante il lockdown hanno cambiato le proprie abitudini di vita:
- con una riduzione dell'attività fisica e del movimento all'aperto;
- con un tempo maggiore davanti a tablet, videogiochi, televisione e pc;
- incrementando anche il numero dei pasti durante la giornata, nella maggior parte dei casi con cibi “spazzatura”, merendine e bevande zuccherate, con il rischio che il peso acquisito potrebbe non essere reversibile, contribuendo ad aumentare in questi soggetti il rischio di obesità in età adulta.
Tra le principali cause dell'aumento del peso nel lockdown:
- la maggior sedentarietà e la restrizione agli spostamenti;
- la tendenza a mangiare di più durante i pasti principali, a piluccare durante la giornata;
- l'abitudine a cucinare di più, con un cambiamento dei consumi (Coldiretti stima un aumento di 10 miliardi della spesa alimentare);
- l'incremento dell'acquisto di dolci, vino e formaggi;
- nei bambini è aumentato il consumo di merendine e bibite zuccherate-gassate.
Tra gli effetti collaterali del lockdown spicca anche la tendenza ad abbandonare le diete: se prima delle misure restrittive un 66% dei pazienti obesi seguiva un corretto piano alimentare, durante la quarantena il 44% di questi lo ha interrotto. Conseguenze legate alla pandemia di carattere emotivo come ansia, stress e depressione hanno favorito un alimentazione incontrollata.
Questi comportamenti inducono l'insorgenza di sovrappeso e obesità e aumentano il rischio nelle persone già obese di complicanze come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Quale dieta seguire?
Il modello da seguire è quello della dieta Mediterranea con cinque porzioni al giorno di frutta e di verdura di stagione; con un basso consumo di carboidrati e zuccheri semplici, di prodotti raffinati e di grassi.
Una dieta quindi basata sul consumo di cereali integrali, sul consumo dell'olio d'oliva per condire, ricca di proteine magre, con carni bianche e un buon apporto di pesce almeno tre volte la settimana. Vanno privilegiati alimenti meno calorici e più digeribili e vanno ridotte le porzioni, considerando la maggior sedentarietà. È poi fondamentale l'idratazione per cui è necessario bere molta acqua, thè, tisane.
Abitudini alimentari corrette, mantenengono in equilibrio il microbiota intestinale e rafforzano il nostro sistema immunitario.
Evitare le eccessive restrizioni caloriche o il digiuno che possono diminuire le difese immmunitarie, e in questo stato di incertezza psicologica e di ansia potrebbero avere un pericoloso effetto rebound, spingendo compulsivamente verso il cibo.
Lockdown e disturbi alimentari
Dai dati diffusi dal Ministero della Salute purtroppo emerge che nel 2020 il lockdown ha provocato un netto aumento, di circa il 30%, dei disturbi alimentari come Bulimia, Anoressia e Binge Eating disorder, un aggravamento di quelli preesistenti e un abbassamento dell'età di insorgenza tra i 10-12 anni.
La paura del contagio e le restrizioni imposte in chi soffre di Disturbi dell'Alimentazione possono portare a un aumento degli episodi di alimentazione incontrollata o all'opposto un ulteriore aumento delle restrizioni alimentari o dei comportamenti estremi di controllo del peso.
Le imposizioni imposte nel lockdown creano disagio e rabbia e "la forte pressione emotiva", come fa notare in un approfondimento l'Istituto Superiore Sanita, "può rendere fragili, portare a perdere il controllo degli impulsi; la ricerca di un appagamento nel corso di uno stress da isolamento prolungato può avvenire non solo attraverso il fumo, l'alcool, gli psicofarmaci, le droghe, ma anche attraverso il cibo".