L'imaging radiologico: dai raggi X alla PET
La Pet-TC ha cambiato la gestione del paziente oncologico nella routine clinica migliorando le conseguenziali strategie terapeutiche ma anche i rapporti tra medico nucleare e radiologo nella gestione del reparto.
Con la scoperta dei raggi X nel 1895 da parte di Wilhelm Conrad Roentgen si aprì una nuova branca specialistica della medicina, la Radiologia.
Nel corso degli anni, le nuove scoperte scientifiche hanno permesso un ampliamento dell'imaging radiologico con l'introduzione della TC, dell'Ecografia e della Risonanza Magnetica.
L’ampia scelta delle attrezzature di imaging con principi di funzionamento differenti, ha consentito di individuare lesioni sempre più piccole con una valutazione sempre più dettagliata della sede anatomica, della morfologia e delle dimensioni; informazioni che permettono allo specialista radiologo di dedurne l'ipotetica natura.
In tempi più recenti, dalla radiologia nacque la branca della medicina nucleare, una specialità inizialmente un po’ sottostimata dal mondo medico. E’ stato negli anni ‘80 e ’90 che la medicina nucleare si è sviluppata in parallelo con la radiologia: proprio come i binari di un treno, ha mantenuto una propria identità scientifica ancorata ad informazioni strettamente attinenti al metabolismo delle lesioni.
Nell'ambito della diagnostica per immagini negli ultimi decenni si è assistito ad una frammentazione delle competenze specialistiche in più filoni, alcuni morfologici di pertinenza più strettamente del radiologo ed altri quasi esclusivamente funzionali di pertinenza del medico nucleare.
La sfida presente e futura è quella di accorpare, ottenere in un unica indagine informazioni morfo-topografiche e metabolico-funzionali, per cui assisteremo nuovamente ad una integrazione delle competenze grazie alle possibilità offerte oggi dalla PET-TC, dalla SPECT-TC e in un prossimo futuro dalla PET-RM e al ritorno di una figura di esperto di imaging che sappia gestire indagini sia morfologiche che funzionali.
Anche per l'imaging oncologico vale il detto "l'unione fa la forza", inteso non solo come fusione di attrezzature dai principi fisici di funzionamento differenti, come avviene per la PET-TC, ma sopratutto di intenti di vari specialisti (in primo luogo radiologi e medici nucleari), ognuno con il proprio background, tesi a discutere i singoli casi che si presentano nella routine clinica giornaliera con l'obbiettivo di un blend comune: la diagnosi.
Un Centro PET-TC senza alcun coordinamento tra medici nucleari e radiologi o peggio senza la collaborazione della figura professionale del radiologo, o con operatori slegati negli intenti, senza sincronismo di tutte le figure professionali atte ad ottenere immagini di eccellenza e successivamente ad interpretarle, supportati da dati clinici e bio-umorali offerti dall'oncologo e dal medico di base, non raggiungerà nessun obbiettivo anzi screditerà la metodica e i professionisti che la utilizzeranno ma soprattutto danneggerà coloro che affidano la tutela della propria salute.
Quindi non la radiologia o la medicina nucleare è l'arma vincente ma l'imaging integrato sia dal punto di vista tecnologico con tomografi ibridi in grado di analisi morfo-metaboliche ma soprattutto di cervelli provenienti da specialità differenti.
Questa rappresenta la vera essenza di una nuova prospettiva nell'imaging oncologico; il dictat deve essere non competizione ma collaborazione. Da pochi anni la nuova rivoluzione, ancora work in progress, si chiama PET/TC: rappresenta ad oggi il “gold standard” dell'imaging oncologico. Questo sistema, oltre a ridurre i tempi di indagine, permette di usare strumenti di post processing per un'analisi sia interattiva di entrambi i datasets che in maniera separata.
L'uso della PET/TC è in incremento in un ampio range di indicazioni quali i tumori polmonari, le neoplasie del colon, il melanoma, i linfomi e i tumori ovarici. Il vantaggio della PET rispetto alla TC è che mentre la TC è un esame prettamente anatomico, la PET è un'analisi basata sulla fisiologia e di solito viene valutato il metabolismo del glucosio anche se molti altri traccianti, in fase avanzata di sperimentazione, saranno presto disponibili.
La PET è particolarmente sensibile per piccoli tumori metastatici così come per localizzazioni neoplastiche in strutture anatomiche di normali dimensioni come ad esempio linfonodi, situazione in cui la TC non è in grado di dirimere. L'imaging ad essa correlata si definisce, in relazione a questa capacità, “molecolare”.
Un'innovazione radicale che ha determinato un impatto talmente forte nella routine clinica di pazienti, accuratamente selezionati, che non è eccessivo affermare che essa sia da annoverare tra gli eventi salienti della storia della medicina.