Il fascino dell'ombelico

a.vita
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

La seduzione è forse la più antica forma di narcisismo primario esercitato dalla donna. La seduzione comporta la manifestazione del fascino del proprio corpo.

Appunti per una psicologia della seduzione

La seduzione è stata da sempre una prerogativa femminile, messa in opera con un’arte del tutto particolare, intrisa, a volte, di forme aggressive e sadiche. Essa è rivolta sia a contrastare la prepotenza e la forza dell’uomo, sia a sottometterne la volontà.

Eccessiva, pretenziosa, o preoccupante, quest’affermazione? Se essa fosse vera, risulterebbe, dalla storia, che le donne hanno condiviso, in gran parte, il governo e le sorti del mondo. Mi pare, senza addentrarmi in un discorso che non troverebbe qui lo spazio adatto e sufficiente, che così è stato nel corso dei secoli, almeno dal 500 avanti Cristo ad oggi. Mi si permetta quindi di prendere per vera quest’ipotesi. La donna ha dovuto sempre “affilare le sue graziose armi” per guadagnarsi quel potere che un mondo, stancamente maschilista, detiene da molti anni.

Uno dei modi di sedurre è dato dall’esposizione e dalla cura che le donne hanno del loro corpo che viene mostrato con sottile malizia e con effetti sempre positivi. Gli uomini vengono sedotti dalla loro bellezza e dal loro fascino. E la moda dà loro degli invocati aiuti nel diventare sempre più affascinanti e sempre più desiderate. Quindi, sempre più potenti. Il volto, il trucco, il seno, le gambe, costituiscono elementi del corpo femminile che nei vari secoli hanno assunto importanza per garantire fascino e attrazione. La moda, cioè il modo di vestire della donna, di ornarsi, di truccarsi, il profumo, l’andatura felina, vanno a costituire i componenti essenziali della sua femminilità, del suo essere ammirata, guardata, desiderata.

La moda scaturisce da una serie di eventi prevalentemente psicologici, ed è largamente influenzata da alcuni soggetti presi come campioni o come soggetti di riferimento. Se un personaggio televisivo, o dello spettacolo, si mostra in un certo determinato modo, egli assume la caratteristica di un modello in cui la maggior parte delle persone della sua età si rivede, si proietta, si identifica.

Nella nostra società la moda viene enfatizzata dalle immagini che arrivano in ogni casa, ad ogni momento e con vari mezzi di trasmissione. L’attuale moda femminile è quella rivolta ad ottenere una donna molto attraente. La minigonna costituì un oggetto, in un momento particolarmente importante, per la seduzione e il fascino. Essa fu un vero e proprio omaggio alla donna ed una “benedizione del cielo”, come recitava un vecchio saggio e pittore di gran talento. Quante meraviglie erano state tenute nascoste sino allora!

Nel secolo attuale si è arrivati a scoprire l’ombelico. Questa moda d’origine orientaleggiante si è sommata alla ridottissima gonna, alla trasparenza dei tessuti, alla ricchezza dei colori, alla grazia dello stile. Non mi pare che questo tipo di moda possa essere da censurare o da biasimare. I modelli di seduzione sinora in vigore, diventati obsoleti e sorpassati, sono stati arricchiti con altri accorgimenti o con l’aggiunta di altri particolari.

Un modello, infatti, è valido sino a quando esso funziona, perché quando invecchia, non ha più pregnanza né efficacia, e va modificato.
Per ora va bene l’ombelico scoperto. Secondo alcun medici non vi sono poi nemmeno controindicazioni per la salute, anche se il nostro clima non è sempre mite.

Il problema di questa moda si pone a scuola. Le ragazze che vestono in tal modo provocano, almeno nelle scuole medie superiori e nelle ultime classi delle medie, un disorientamento dell'attenzione nei maschi, i quali, più o meno soddisfatti della loro vita sessuale, possono risentire di queste “incantevoli” visioni.
Ragazzi timidi e non, sono preda di queste immagini seducenti che generano delle spinte erotiche. Queste sono sensibilmente maggiori a quelle proposte dai mass media. Il gioco seduttivo e simulato della televisione diviene adesso una realtà che fa crescere esponenzialmente il desiderio.
I capi dei vari Istituti scolastici sono preoccupati.

I giovani non studiano molto nelle scuole medie e superiori. Il rischio è quello che essi finiscano per studiare ancor meno.

Ma queste visioni di bellezza e di grande armonia forse potrebbero sviluppare un’educazione delle emozioni, degli affetti e della vita sessuale.
Se poi queste sfere psichiche fossero in un equilibrato rapporto con l’intelletto, nei maschi ci guadagnerebbe anche l’ attenzione, mentre la loro volontà di studiare aumenterebbe, se non altro per diventare competitivi con le ragazze che, oltre alla loro dolce e deliziosa bellezza, oggi dimostrano grandi capacità d’apprendimento e di formazione.

Data pubblicazione: 28 aprile 2011

Autore

a.vita
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 1966 presso Univ. Urbino in Pedagogia.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Marche tesserino n° 200.

Dott. Antonio VITA Laureato in Pedagogia Psicologo – Psicoterapeuta Collabora come Analista junghiano con "ATANOR" - Scuola di formazione di Psicoterapeuti Junghiani - L'AQUILA Studio in via del Mare 15/a 62019 – RECANATI (MC) Tel. 071/757.24.74 – cell. 349.4343220 Sito web: www.psicovita.it e - mail: antonio.vita@psicovita.it Tel. 071/757.24.74 – 349 4343220 E’ iscritto all’Ordine degli Psicologi delle Marche e all’Albo degli Psicoterapeuti dal 1^/06/1991. Ha conseguito una formazione psicoterapeutica con psicoanalisti junghiani della Scuola romana dell’AIPA dal 1974 al 1978.. Esercita la Psicoterapia ad indirizzo psicoalalitico junghiano. Già Direttore delle scuole speciali dell’Istituto Medico Psico- Pedagogico “S. Camillo “ di Loreto. Ha pubblicato il volume "Psicologia fino a sei anni" con la E.I.T. di Teramo, 1^ ediz. nel 1973 e 2^ ed. 1976, "Autismo infantile, linguaggi e misteri" (1999) a cura del Lions Club e numerosi saggi in riviste tra cui: "La dinamica dei fattori dell’intelligenza" in Psicologia contemporanea” nel 1982, n. 49 , "Jung e l’analisi junghiana" in Atti del Convegno marchigiano sulla psicoterapia (1985), "Intelligenza e computer" in Paradigma didamatico – Università di Camerino 1985. In Sportime nel 1988/89: "Il disagio psichico", "Il bambino aggressivo", "Note sul condizionamento", "Il training autogeno", "Devianze", "Creatività", "Il pensiero divergente", "Macchina della verità ed errori fatali", "Riflessioni sulla fantasia". In Vita dell’Infanzia: "Aspetti psicoterapeutici delle fiabe" (1997), "Psicofarmaci e pensiero distorto", "Il secolo della donna: il ‘900", "Terapia di un’anoressica" (2001). Nella rivista 108 A del Lions distrettuale: "La psicosi del terrorismo" (2001), "Il mito nell’adolescenza" (2002), "Anoressia", “Psicologia della seduzione”ed altro. 2010, pubblica con Domenica Daniele Il volume "Diventare nonni è un evento straordinario" - Edit. Psiconline - Francavilla al Mare Ha effettuato ricerche e sperimentazioni per l’IRRSAE Marche, Regione, Provincia, e Scuole. Ha costruito il test del Differenziale Semantico sulle teorie di Osgood. Ha operato in équipe medico-psico-pedagogiche di Comuni e dell’USL ex n.14. Esperto (Giudice non togato) del Tribunale di Sorveglianza delle Marche (1977 – 1986) (1996 – 2001); Psicologo Giuridico accreditato presso la Corte d’Appello delle Marche dal 1982 al 1999. E’ CTU ad incarico, sezione civile, presso il Tribunale di Macerata, per i casi di affido dei minori. E' CTP ad incarico di privati, per assistenza psicologica e referti nei casi di affido dei minori. Lavora privatamente come psicologo e psicoterapeuta a Recanati E' consulente di Scuole, Enti pubblici e privati. Gli è stata conferita nel 1980 l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Recanati,gennaio 2008 Antonio Vita

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