Anoressia: manifestazioni, disturbi, cause e cure
L'anoressia è un disturbo alimentare di eccezionale rilievo e d'interesse sociale che colpisce soprattutto le donne, specialmente durante l'adolescenza. È una malattia che conduce chi ne soffre verso un percorso di dimagrimento con una perdita di peso corporeo tale da portare anche alla morte.
Indice
Cos'è l'anoressia?
L'anoressia non è dovuta ad un mero disagio, ma è una vera e propria malattia mentale che rientra tra i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). È una malattia insidiosa, infida, perversa, perfida, persistente, pericolosa e molto difficile da curare.
Non ci sono farmaci idonei a curarla in quanto la persona anoressica è ferma nel suo proposito di non mangiare.
La persona affetta da anoressia rifiuta il cibo, quindi dimagrisce, deperisce e spesso deve essere ricoverata in ospedale per ricorrere all'alimentazione forzata. Nei casi più gravi l'anoressico non riesce a recuperare la perdita di peso al punto che può arrivare alla morte.
L’anoressia è una malattia moderna?
Già nel 1696 un trattato di medicina ne riportava tutti i sintomi e tutti gli effetti. Molti studiosi ed autori, ritengono che essa sia molto antica.
Si ipotizza che tra le donne mistiche del Medioevo alcune fossero affette da questa malattia. Sembra proprio che l’ascetismo medievale fosse una grossa espressione dell’anoressia. Le mistiche medievali erano portate al digiuno e l’anoressia è ampiamente apparentata con l’ascetismo.
Tutto ciò ci fa supporre che l’anoressia sia una malattia che ha le sue radici nella spiritualità, con l'aspirazione a rinnegare il corpo a vantaggio dell'essere spirituale.
L'anoressia colpisce anche gli uomini?
La malattia era vista al femminile, cioè sembrava che essa interessasse solo il sesso femminile.
Recentemente molti studi e molte diagnosi differenziali hanno dimostrato che anche i maschi sono esposti a questa malattia in rapporto tra l'1 a 6 e l'1 a 10, a seconda delle fasce di età [1].
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Quali sono le cause dell'anoressia?
La persona anoressica manifesta un intrinseco rifiuto ad assumere il proprio ruolo sessuale e quindi a crescere. Questo rifiuto si vede soprattutto nelle adolescenti. Freud se ne interessò e parlava a proposito di questa malattia di “malinconia di una sessualità non sviluppata”.
È una malattia che interessa soprattutto il corpo, anche se le sue radici sono prettamente psicologiche. Nonostante il pericolo, le persone che soffrono di anoressia si sottopongono a digiuni estenuanti, a diete severe con l'obiettivo di dimagrire per negare il proprio corpo.
L’origine della malattia ha due matrici che dipendono dalla fase di età in cui si manifesta.
Fissazione della malattia
Quando la malattia si manifesta dall'infanzia e prosegue nell'adolescenza, si parla di fissazione della malattia.
L'anoressia c’è sempre stata e continua ad evolversi nel paziente adolescente.
Quando ci si trova di fronte ad una forma di fissazione, l’anoressico è gracile fin da bambino ed è stato sempre poco incline ad assumere cibo.
Regressione della malattia
Quando l'anoressia si manifesta durante l’adolescenza avanzata e durante la prima giovinezza (dai 16-18 anni in poi), abbiamo un fenomeno di regressione.
La regressione è intesa nel senso che il soggetto tende a tornare ad uno stato infantile dal punto di vista del corpo e, in parte, della psiche.
Quando l’anoressia si affaccia verso i 15 o 18 anni è possibile anche che la persona venga da una forma di obesità non tollerata, alla quale ella si oppone studiando da sé delle diete dimagranti. Un programma di dimagrimento auto-selezionato basato su un sistema rigido di meccanismi mentali non controllato.
In questo caso l'anoressico inizia a dimagrire e non riesce a fermarsi. Vuole dimagrire ancora di più, sempre di più. In maniera esasperata passa verso una negazione progressiva del cibarsi, in modo instancabile, duraturo, senza regole e senza controlli. E la gracilità del corpo inizia a prendere piede sino a forme molto esagerate e preoccupanti.
Influenza della società
Ci sono anche influenze da parte di una certa cultura che porta a forme sempre più defilate, a ragazze silfidi, emaciate, senza forme. Da notare che poi un simile tipo di donna non è presente nell’immaginario collettivo degli uomini. Ma forse proprio qui sta una delle tante spiegazioni possibili: le anoressiche rifiutano la femminilità, la sessualità, l’ammirazione degli uomini.
La loro malattia è mentale nel senso che rifiutano di diventare donne, di assumere il proprio ruolo femminile e di essere desiderate.
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Anoressia e sviluppo del bambino
Le ipotesi sulla genesi e sullo sviluppo di questa malattia sono molte e di diverso genere. Di comune esse condividono la certezza che la malattia abbia un’origine remota nello sviluppo del soggetto, e che cioè la malattia nasca sin dalla più tenera età.
Il disturbo dell’immagine corporea (dismorfofobia) nelle persone anoressiche è dovuto ad uno squilibrio dell’interazione tra bambino ed ambiente: sarebbe imputabile soprattutto ad una carenza di tenerezza e di manifestazioni amorose che possono provocare una bassa autostima.
Spesso si tratta di bambine concepite come bambole, che avevano sofferto per mancanza di convalida delle loro iniziative e della loro mancata autonomia.
Le teorie condivise dalle maggiori scuole di Psicologia possono essere così sintetizzate:
- I bambini si sentono rifiutati dai genitori e soprattutto dalla madre. Nasce in loro allora un senso di insicurezza, che porta ad un sentimento di insoddisfazione, di ansietà e di angoscia.
- La bambina non si sente accettata dal clan femminile e dalla madre, e, crescendo, rifiuterà di entrarci, di essere donna. Alcuni autori affermano che le madri di fanciulle anoressiche sono esse stesse disturbate emotivamente.
- Esse appaiono ambivalenti in quanto hanno una rigida struttura morale, premono sull’aspetto formale della nutrizione, ma non ne gioiscono, esse non rappresentano un seno buono (Klein).
- Lo stato ambivalente della madre determina, nella bambina, la privazione dell’accettazione gioiosa della propria persona: contemporaneamente vengono eliminati i suoi stati di soddisfazione e viene minato il suo senso di sicurezza e di benessere.
- Se la bambina non sperimenta le proprie capacità, se le azioni della bambina vengono disconfermate, criticate e represse, ella non raggiunge né sicurezza, né potere. In tal caso può sorgere un disordine nell’integrazione delle funzioni corporee e dell’immagine corporea di sé.
- Il disturbo dell’immagine corporea porta ad un senso paralizzante di impotenza al quale si collega il terrore di perdere il controllo dei propri istinti orali e di essere travolti dall’istinto del mangiare (bulimia).
Quali sono le caratteristiche del paziente anoressico?
Ecco alcune caratteristiche costanti dell’anoressia mentale o psichica:
- La volontà di emaciazione: dimagrire sino a diventare pelle ed ossa e la volontà di resistere contro qualsiasi ostacolo ai loro progetti. Un obiettivo che si cerca di raggiungere facendo molta attività fisica, prendendo molti lassativi e con il vomito autoindotto.
- Spesso le persone anoressiche sono ascetiche, mistiche, intellettuali ed ipercritiche, claustrali, tendono verso la pura spiritualità.
- Negativismo della malattia: “non sono malata, è un mio modo di essere, voglio essere così, è una mia scelta”, sentiamo ripetere da molte pazienti donne.
- Atteggiamento nei confronti del cibo: non odiano il cibo, ma l’atto del cibarsi. Ne scaturisce l’ipotesi che nell'infanzia, durante l’assunzione del cibo, non abbiano sentito il calore materno e paterno, per cui hanno associato l’atto del cibarsi con qualcosa di negativo e di nemico da cui rifuggire.
- Il satollarsi è sintomo di degradazione e di caduta: sono persone spartane, perfezioniste, ambiziose culturalmente, iperattive, con evidenti gusti estetici e culturali. Altre sono più timide, vulnerabili, non ambiziose e prive di grandi idealità.
- L'indifferenza verso le proprie disastrose condizioni fisiche che si manifestano anche con sintomi gravi, come l'assenza di ciclo mestruale.
Per approfondire:Anoressia mentale e amenorrea
Come si cura l'anoressia?
Non ci sono farmaci che possano curare o guarire. Il medico interviene all’inizio, così pure il nutrizionista, ma i loro consigli e le loro prescrizioni alimentari non vengono quasi mai seguite. Le persone anoressiche non sentono nemmeno le invocazioni dei genitori, i moniti degli insegnanti, le indicazioni di pedagogisti, di parenti e amici.
Ecco perché occorre sempre intervenire sul piano psicoterapeutico.
Infatti, spesso, la psicoterapia riesce a bloccare forme di dimagrimento, nel migliore dei casi riesce a guarire. Le percentuali delle guarigioni sono abbastanza soddisfacenti e i risultati incoraggiano a trovare tecniche psicoterapeutiche sempre più sofisticate ed efficaci.
La terapia deve essere svolta dallo psicoterapeuta con la collaborazione dei genitori, in special modo della madre.
Oggi ci sono tecniche psicoterapeutiche comportamentali, sistemiche, familiari che aggrediscono bene questa malattia e riescono a sconfiggerla.
Psicoterapeuta, famiglia ed ambiente sociale possono congiuntamente raggiungere obiettivi positivi, validi e significativi, tanto da far uscire la ragazza dal tunnel buio di questa pericolosa e devastante malattia.