Sindrome di Koro: una sfida diagnostica in contesti multiculturali
La sindrome di Koro è un disturbo molto diffuso nel sudest asiatico caratterizzato dalla paura che i genitali possano ritrarsi causando la morte
La sessualità umana può essere considerata come un ambito di studio molto complesso. Al suo interno infatti intervengono fattori di ordine biologico, psicologico e sociale. La buona riuscita dell'amplesso è dunque legata a numerosi aspetti, in assenza dei quali l'atto sessuale può risutare difficoltoso o insoddisfacente.
Poiché gli aspetti legati alla cultura di appartenenza possono influenzare i pensieri e i comportamenti legati al comportamento sessuale, per gli specialisti della salute mentale che si trovano oggi a operare in contesti clinici multiculturali diventa sempre più importante aggiornarsi e formarsi sulle sindromi cliniche presenti nei paesi d'origine dei loro pazienti.
Per tale ragione, all'interno del DSM-5 sono state incluse alcune sindromi legate alla cultura. Tali disturbi vengono solitamente indicati all'interno dei disturbi con altra specificazione, ovvero di quella classe di disturbi che, pur non soddisfacendo tutti i sintomi necessari per l'inquadramento all'interno di una rispettiva categoria diagnostica, necessitano comunque di attenzione clinica.
Cos'è la sidrome di Koro?
Il termine koro è utilizzato nel Sudest asiatico, in particolare a Singapore, per indicare un episodio caratterizzato da ansia intensa e improvvisa derivante dalla paura che il pene possa ritirarsi all'interno del corpo, causando la morte. Nei soggetti di sesso femminile, la sindrome si manifesta con episodi di ansia e paura intensa che la vulva e i capezzoli possano ritirarsi all'interno del corpo.
Il disturbo ha un esordio improvviso, preceduto da episodi di ansia intensa che possono durare da poche ore ad alcuni giorni e che possono ripresentarsi ciclicamente. Durante questi episodi possono manifestarsi distorsioni dell'immagine corporea caratterizzate dalla percezione che le dimensioni o il tono dei propri genitali stia mutando, paura di perdere la propria prestanza sessuale, paura d'impazzire o di essere posseduti da spiriti maligni, paura di morte imminente, paura di perdere i genitali o che questi possano ritirarsi nell'addome.
Inquadramento diagnostico
Secondo alcuni autori, se si considera la dissociazione come un meccanismo in grado di colpire l'integrità dell'imaggine corporea, la sindrome di koro sarebbe un disturbo dissociativo. L'incidenza della sindrome di koro sembra infatti essere legata alla presenza di eventi traumatici, o di situazioni particolarmente stressanti, alle quali fanno seguito episodi di ansia intensa con paura di dissoluzione. Tuttavia, a differenza delle altre sindromi dissociative, i pazienti affetti dalla sindrome di koro potrebbero avere una conoscenza limitata della loro condizione e in molti casi non manifestare problemi di natura affettiva. Si tratterebbe infine di una sindrome la cui forma e contenuto, e talvolta anche la comparsa e l'incidenza, sarebbero determinate oltre che da fattori di personalità predisponenti, da fattori sociali e culturali.
All'interno del DSM-5 la sindrome di koro (o più semplicemente Koro) viene indicata come un disturbo d'ansia con altra specificazione. Il sintomo principale di tale disturbo è infatti la presenza di ansia intensa e improvvisa, associata alla paura che l'organo sessuale possa ritirarsi.
Epidemiologia
Non si hanno stime precise circa la diffusione di tale disturbo, poiché il DSM-5 lo inserisce all'interno della dath syndrome, un quadro sintomatologico variegato e complesso che comprense ansia, depressione, perdita di peso e impotenza, la cui incidenza stimata è di circa il 64% tra gli uomini che si rivolgono alle cliniche psichiatriche in India e del 30% in Pakistan.
Il disturbo si manifesta in prevalenza tra gli individui di sesso maschile e, trattandosi di una sindrome legata alla cultura, viene generalmente diagnosticato in individui provenienti dal Sudest asiatico. Il disturbo sembra manifestarsi prevalentemente in individui con un basso livello d'istruzione e in individui che mostrano caratteristiche di personalità dipendente che presentano poca fiducia nei confronti della loro virilità o che manifestano conflitti nell'espressione della propria sessualità. Il disturbo è stato riscontrato anche in persone che mostrano eccessiva promiscuità.
Trattandosi di una patologia diffusa nel Sudet asiatico, non si dispone attualmente di dati clinici relativi alla popolazione italiana.
Come si diagnostica?
La sindrome di Koro può essere diagnostica attraverso un accurato esame clinico, volto a identificare la presenza dei sintomi caratteristici del disturbo. Bisogna infatti tenere conto che le paure associate alla perdita degli organi genitali possono essere considerate normali nei bambini, soprattutto nei maschi. Tuttavia, solitamente, tali paure tendono a sparire in maniera spontanea durante lo sviluppo. La permanenza oltre l'infanzia o la comparsa in adolescenza o durante l'età adulta dovrebbero dunque essere oggetto di attenzione clinica, a maggior ragione se a tali preoccupazioni si associano ulteriori sintomi o manifestazioni comportamentali inadeguate (per esempio controllarsi ripetutamente i genitali per accertarsi che siano al loro posto).
Poiché la valutazione delle fasi dello sviluppo è legata alla cultura di origine, bisognerebbe tenere conto degli aspetti culturali legati al Paese di provenienza del paziente in fase di valutazione. In asseza di ciò si corre il rischio di assoggettare lo sviluppo psicologico della persona ai canoni dello sviluppo occidentale e di porre una diagnosi scorretta. L'uso di un mediatore culturale, proveniente dal Paese di origine del paziente, può essere preso in considerazione durante la fase della diagnosi.
Diagnosi differenziale
La sindrome di koro si differenzia dalla fobia specifica in quanto il fattore scatenante è la paura che i genitali possano ritirarsi all'interno del corpo, causando la morte. Si tratta dunque di un fattore specifico, caratteristico di tale disturbo e non rinvenibile in altri tipi di fobia. Inoltre, a differenza della fobia specifica, non è richiesto un periodo di permanenza del disturbo superiore a 6 mesi.
La sindrome di koro differisce dall'attacco di panico in quanto la durata degli episodi di paura intensa può protrarsi per diversi giorni.
La sindrome di koro differisce dal disturbo di dismorfismo corporeo in quanto i pazienti affetti da tale disturbo manifestano preoccupazioni per uno o più difetti percepiti nell'aspetto fisico, che non sono osservabili o che appaiono agli altri in modo lieve, mentre i pazienti affetti dalla sindrome di koro non si preoccupano per l'aspetto dei loro genitali, ma della paura che questi possano ritrarsi.
I pazienti affetti da sindrome di koro differiscono dai pazienti affetti da disturbi psicotici in quanto non manifestano alterazioni formali del pensiero, disorganizzazione dell'eloquio, allucinazioni, deliri, comportamento grossolanamente disorganizzato o sintomi negativi (cioè diminuizione dell'espressione delle emozioni o abulia).
La sindrome di koro differisce inoltre dalle disfunzioni sessuali con altra specificazione in quanto non si tratta di un'anomalia clinicamente significativa che limita le capacità di una persona di avere relazioni sessuali, o di provare piacere sessuale. il disturbo è stato infatti rilevato anche in soggetti con una vita sessuale molto attiva.
La sindrome di koro differisce infine dalle disfunzioni sessuali senza specificazione inquanto si tratta di una sindrome culturale con caratteristiche diagnostiche ben definite, piuttosto che un disturbo diffuso su scala globale, le cui caratteristiche diagnostiche non soddisfano i criteri per un'altra disfunzione sessuale specifica.
Come si cura?
Attualmente non si dispone di dati scientifici che possano indicare una metodologia specifica per il trattamento della sindrome di koro. Si rende dunque necessaria una valutazione accurata dei sintomi in modo da stabilire, caso per caso, le tecniche psicoterapeutiche più adeguate.
Riferimenti bibliografici
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