Sessualità estrema: sado-masochismo (BDSM)
Il sado-masochismo, appertiene alle parafilie, ex perversioni, oggi rivisitate e rilette sia dal punto di vista diagnostico, che terapeutico. Cosa fare quando la sessualità è caratterizzata dalla dimsnione di sottomissione e potere? Vediamo quali sono le caratteristiche del bondage
Questo articolo nasce dalle frequenti richieste di consulenze ricevute durante questo ultimo anno, su sadismo e masochismo, con l’obiettivo di sanare il divario tra gossip, moda momentanea e parafilie.
Le parafilie o perversioni sessuali, sono impulsi sessuali, seguiti da comportamenti e nutriti da fantasie, indispensabili per raggiungere l’eccitazione, che coinvolgono bambini, oggetti inanimati o persone.
Questi comportamenti hanno un carattere di rituale, spesso coatto e compulsivo, indispensabile per il raggiungimento dell’eccitazione e della risposta orgasmica.
Tra le più frequenti abbiamo: Esibizionismo, pedofilia, froutterismo, voyeurismo, sadismo e masochismo sessuale, feticismo e travestitismo.
Il bondage, detto in sigle BDSM è un acronimo composto da: bondage (B), bondage & disciplina (BD), dominazione e sottomissione (D&S), sadismo e masochismo (S&M).
Il bondage (parola inglese che significa schiavitù) è una pratica sessuale, caratterizzata da dominio e sottomissione, da pratiche voyeuristiche\esibizionistiche, spesso improntate a costrizioni fisiche\psichiche, attuabili mediante l’ausilio di rituali, legature, bavagli, fruste e manette, strategie adoperate per amplificare ogni forma di piacere fisico e\o psichico.
Il bondage, oltre alla momentanea fascinazione, può contenere in sé, rischi anche per la salute e l'incolumità dei protagonisti, soprattutto se tale pratica viene improvvisata o praticata con sconosciuti o, peggio ancora facilitata da incontri dell’etere.
Queste sigle comprendono un corteo di pratiche relazionali/erotiche e sessuali, che se avulse da una relazione BDSM, vengono considerate dolorose, sgradevoli sul piano psichico e fisico e spesso capaci di compromettere un legame amoroso.
Nella cultura del bondage, tali pratiche non solo sono lecite, ma sono indispensabili a creare legami forti e duraturi.
Il segreto non è nel sesso, ma nel gioco, nel gioco che precede un incontro, che lo rende atipico, che ha caratteristiche di esclusività, di possesso, di dominio; il piacere genitale segue a ruota.
Facendo un escursus storico, il primo ad occuparsi del sadismo e del masochismo, fu il tedesco Kraft-Ebing che coniò i due termini di sadismo e masochismo avendo riscontrato che queste perversioni erano state ampiamente descritte, in forma romanzata, da de Sade e da Sacher-Masoch, autori che scrissero le loro opere tra la fine del ‘700 e fine del 900 il secondo.
S. Freud si occupò stabilmente dell’argomento e nel 1905 pubblicò “Tre saggi sulla teoria della sessualità” che divenne una sorta di Bibbia per gli studiosi della sessualità e delle suoi percorsi alternativi.
Successivamente le perversioni, dette oggi “parafilie”, diventeranno oggetto di indagine statistiche, grazie agli studi di Kinsey.
Vediamo di addentrarci nelle dinamiche e nelle pieghe psichiche di chi si accosta a queste pratiche.
La tematica principale che regolamenta il gioco sessuale e le relazioni in cui abita la sessualità, è il “potere” ed il “controllo” sull’altro.
Si tratta essenzialmente di una “forma di erotizzazione dell’odio e della sofferenza”, che parte solitamente da lontano, dall’infanzia degli attori protagonisti di questi giochi amorosi.
I ruoli non correlano con l’orientamento sessuale, né con l’identità, ma spesso il dominatore ed il sottomesso, possono essere sia uomini, che donne e possono anche alternarsi nelle pratiche amatorie.
Oggi, in clinica, la percentuale maggiore si ha tra gli uomini dominanti e donne sottomesse, non l’inverso, come se in questo momento storico di disagio psico-sessuale, di fusione e confusione tra i sessi, ci fosse un bisogno maggiore di uomini dominanti, fenotipicamente mascolini e donne geishe accuditive, sottomesse e schiave per amore.
Sia che si tratti di una donna che assume il ruolo di Mistress, che agisce ruoli di dominazione e potere, come per avere il controllo sul maschile, che sia invece l’uomo che funga da dominatore, il denominatore comune è sempre e soltanto il potere e la sofferenza generatrice di piacere sia psichico, che fisico.
I temi centrali sono sempre quelli della potenza e dell’impotenza, della forza e della debolezza, della colpa e dell’innocenza, della purezza e della corruzione, della vittima e del carnefice.
Non esistono vie di mezzo, graduatorie e sfumature emotive del sentire e del volere, i due protagonisti della relazione si fiutano, si cercano, si riconoscono e “soltanto” all’interno di queste dinamiche si concedono il permesso di amare e di essere amati.
Queste esperienze “non ordinarie” di affettività e di sessualità, dal punto di vista delle dinamiche psichiche, non sono mai cosi’ disgiunte; come infatti evidenziavano Stoller e Gabbard 2007, le espressioni di sadismo e masochismo, sono sempre amalgamate e mai completamente pure.
Le dinamiche di potere e di dominio del bondage, danno vita a giochi dolorosi e, le fustigazioni per il corpo, ma soprattutto per la psiche, sono caratterizzate da dinamiche in cui “il sadico o carnefice si fa forte delle proprie debolezze e le vittime si fanno deboli della loro forza”. (Stoller)
I rituali e le ossessioni, che organizzano e nutrono il gioco d’amore, sono sempre molto rigidi, stereotipati e strutturati, con regole e ruoli fissi e prestabiliti.
In questo gioco dell’odio e dell’amore, propedeutico ed indispensabile per accedere alle emozioni ed piacere, nulla deve essere improvvisato, le emozioni e le sensazioni passano dal “filtro del rituale” e della “sperimentazione sicura” di un nuovo sentire, dove dolore e piacere si mescolano insieme in un pericoloso vortice che spesso porta alla dipendenza psicologica e diventa l’ “unico” tramite per accedere alla vita a due.
I ruoli ed i copioni sono assegnati precedentemente, come se ci fosse un contratto tra le due parti; quando uno dei due partners, evade il copione la pena più grande che riceverà è sicuramente la fine del gioco, la perdita dell’altro\a, la sua negazione e la perdita del suo amore.
Quindi nel bondage, nessuna variazione sul tema, se non concordata, nulla deve avvenire per caso o per istinto.
Sono rituali, in cui il gioco mortifero di umiliazione psicologica e di potere subiti, lasciano trasparire la necessità vitale di affermare la propria esistenza, anche se con modalità paradossali.
La distanza emotiva dall’altro, il controllo dell’affettività, la netta distinzione tra gli stati d’animo di un partner e dell’altro (chi domina e chi viene dominato), tutela dalla paura dell’amore.
La paura dell’abbandono, dell’amore e della morte viene esorcizzata proprio attraverso il rituale di sofferenza e quindi i legami che si creano sono indissolubili e spesso durevoli.
Bisogna effettuare un importante distinguo per orientare il lettore:
1 - Nel caso in cui il bondage con le sue dinamiche psico-sessuali, si manifesta soltanto nell’immaginario erotico, quindi investe ogni forma di fantasticheria sessuale, con contenuti perversi che siano sadici o masochistici, non è obbligatorio averne paura, ma magari con aiuti specialistici avere il coraggio di investigarli e conoscerli e perché no adoperarli nella vita di coppia,senza relegarli soltanto alla dimensione autoerotica e solitaria.
2 - Nel caso in cui questo immaginario, transita alla realtà sessuale, quindi si trasforma in “agito sessuale”, la sua attuazione dovrebbe avvenire tra persone adulte, consenzienti e con le stesse necessità sessuali.
3 - Nel caso in cui uno dei due partner abbia una sessualità parafilia e l’altro no, non è utile un adeguamento alle esigenze sessuali del partner, ma ascoltare e seguire le proprie reali inclinazioni emozionali e sessuali.
Eventualmente una consulenza di coppia, sarebbe la strada più consona alla disamina della coppia e della sua sessualità.
Bibliografia:
- Stoller 1895 “Observing the erotic imagination”. Yale Università Press, New Haven
- Salvo “ 1997, “Perversioni al femminile” Mondadori Milano
- Selvini “Psicologia clinica” Padova.
- Norwoord 1985 “Donne che amano troppo” Feltrinelli MIlano