Quando un farmaco scopre le insicurezze della sessualità maschile

albertomigliore
Dr. Alberto Migliore Psicologo, Psicoterapeuta

La sindrome post Finasteride, un’analisi psicologica

Introduzione

Attualmente si discute molto su questa nuova sindrome da “post Finasteride” che impazza sui mass media, in particolare sui forum e sembra che abbia colpito alcuni utilizzatori del farmaco Finasteride. Il farmaco in questione è stato introdotto negli Stati Uniti nel 1992 con il nome di Proscar (Finasteride 5 mg) per il trattamento dell'ipertrofia prostatica e nel 1997 con il nome di Propecia (finasteride 1 mg) per il trattamento dell'alopecia androgenetica.  In Italia la vendita di Proscar è stata autorizzata nel 1997 e quella di Propecia nel 1999.

La sindrome post Finasteride è qualcosa di relativamente recente se n’è iniziato a parlare verosimilmente all’incirca cinque anni fa su un  forum Americano dal nome suggestivo di “Propecia help”. Un forum nato con l’intento di condividere tra utenti tutta una serie di sintomi la cui causa la si fa ricadere all’assunzione di Finasteride. Un farmaco utilizzato da migliaia di giovani in tutto il mondo per contrastare la caduta dei capelli. Inizialmente, furono segnalati prevalentemente problemi sulla sfera sessuale, urologica: calo della libido, deficit erettile, prostatiti, seguiti da post su problematiche neurologiche e psichiatriche, fino a raggiungere la sindrome post Finasteride, ossia la permanenza dei disturbi prevalentemente di natura sessuale anche dopo la sospensione del farmaco. Il tambur battente della sindrome post Finasteride dal web ha raggiunto le televisioni e anche la Politica con un’interrogazione parlamentare da parte di Alessandro Maran parlamentare del Pd. La comunità scientifica non ha ancora trovato evidenze concrete rispetto all’esistenza della sindrome post Finasteride, ci sono attualmente degli studi in corso.

La Finasteride agisce con un meccanismo che ha come conseguenza la riduzione del diidrotestosterone (DHT) un metabolita coinvolto nella calvizie androgenetica e implicato nell’individuo adulto nel circuito degli ormoni androgeni  che tra le altre  cose hanno la funzione di un mantenimento delle funzioni sessuali, favorendo la libido e la potenza sessuale.  In una percentuale di utilizzatori il farmaco causa, come effetti collaterali,  dei disturbi di natura sessuale: riduzione della libido, deficit erettile e riduzione della quantità di sperma. Questi disturbi per la casa produttrice coinvolgono il 3,8% nei primi 12 mesi di utilizzo,  percentuale che scende fino ai 0,3% dopo i cinque anni di utilizzo. Percentuali che non concordano rispetto ad alcuni studi indipendenti e che risultano, rispetto agli effetti collaterali, molto più pessimistici.

 

La libido

Tra gli effetti collaterali della sfera sessuale quello tra i più lamentati è la diminuzione della libido. Quella pulsione, desiderio sessuale o spinta che è il motore dei comportamenti di corteggiamento nell’uomo che quando è presente rende l’atto sessuale naturale e piacevole, quando è assente trasforma l’atto in qualcosa di meccanico e in concomitanza con altri fattori può favorire il deficit erettile. Questa condizione può causare una forte preoccupazione che in alcuni soggetti attiva un comportamento ossessivo di controllo della funzionalità dell’organo con una conseguente aumento dell’ansia e della preoccupazione non consoni al rapporto sessuale. Se Freud ha rilevato l’importanza della libido come una delle energie vitali che scorre nell’uomo e una sua stagnazione come un canale bloccato che apre allo spetro nevrotico, oggi, se pur con una consapevolezza scientifica diversa, non possiamo non tener conto del possibile rischio che una riduzione di questa spinta vitale può favorire nei soggetti, in particolare in quella fascia di giovani 18-45 anni che sono i maggiori utilizzatori del farmaco contro la calvizie. Il calo della libido soprattutto per chi per età o per natura non dovrebbe provare la sua riduzione può determinate turbamento, una sensazione di inadeguatezza, angoscia e più in generale sofferenza che si accompagna, spesso, a sensi di colpa nei confronti del partner. Infatti, a un livello relazionale, il calo del desiderio può essere interpretato, dal partner, come un disinteresse affettivo e attrattivo nei propri confronti, elementi che possono causare instabilità nella coppia.

La riduzione della libido deve essere vista come un importante fattore di rischio che in concomitanza con altri fattori di rischio biologici, psicologici o sociali può condurre a stati patologici nel soggetto come ansia, eventi depressivi, ossessione per il proprio corpo e dismorfismo corporeo; turbe psicologiche che direttamente o indirettamente mantengono alterata la sessualità dell’individuo.

Un aspetto che bisogna chiarire è che se gli effetti collaterali della Finasteride, come la riduzione della libido, anche se con un’incidenza non del tutto chiara sugli utilizzatori del farmaco, sono confermati dalla casa produttrice e presenti nel foglio illustrativo, differentemente la sindrome post Finasteride non ha ancora trovato conferme scientifiche che comprovino dei danni biochimici che spieghino il perdurare degli effetti collaterali, che alcuni ex utilizzatori lamentano, anche dopo diversi mesi dall’interruzione dell’assunzione del farmaco.

 

Ipotesi psicologiche

Si stanno cercando da più versanti evidenze oggettive per spiegare il fenomeno in questione, ad oggi non ci sono certezze. Un aspetto importante da non tralasciare è la variante psicologica di chi lamenta tali effetti collaterali. Con questo non si vuol sminuire i danni riportati né la sofferenza che questa condizione porta con sé, ma di valutare complessivamente tutti i possibili fattori coinvolti.

Un fattore psicologico che potrebbe essere coinvolto nella sindrome post Finasteride è il trauma che un giovane può subire, nel rapporto sessuale, dal non sentirsi più sorretto dalla fisiologica rete di protezione che offre la libido. Un’insicurezza, che una volta provata può permanere indipendentemente dall’assunzione del farmaco, che la metafora dell’incidente stradale ben spiega. Immaginatevi quale scombussolamento psicologico può causare nel soggetto che corre in moto sicuro della propria potenza giovanile, forte e invulnerabile, protetto dalla propria giovinezza, non incline a percepire il pericolo, a incontrare sulla propria strada un inaspettato e non pensato ostacolo che non si riesce ad evitare, che provoca inevitabilmente un brutto incidente? Il risultato è che in alcuni soggetti questo evento causerà una forte insicurezza, uno shock che nei casi più gravi farà abbandonare il mezzo e perdere il piacere della guida, in altri renderà la futura guida meno naturale e più permeata da stati di ansia e incertezza. Come per la metafora dell’incidente stradale, dove viene messo in pericolo qualcosa che il giovane da per certo e non pensa di perdere ossia la vita, anche per il giovane che vive un “incidente nel rapporto sessuale” viene messo in pericolo qualcosa di molto importante che è la propria sessualità che coinvolge anche l’identità, la mascolinità, il senso di un Sé capace. Mi perdonerete per l’accostamento del timore della perdita della vita con la perdita della sessualità, ma già Freud aveva parlato di libido come pulsione di vita, di un motore fondamentale per l’esistenza umana. Molto probabilmente in alcuni soggetti la riduzione della libido e il possibile deficit erettile che a volte questo comporta, causa un evento traumatico che in alcuni soggetti può scatenare un circolo vizioso di ansia e comportamenti ossessivi. Comportamenti basati sul controllo della propria funzionalità sessuale che innescano un inevitabile e negativo effetto domino sulla propria sessualità che, se non elaborati, possono permanere nel tempo.

Un secondo aspetto psicologico da non sottovalutare è l’effetto Nocebo (dal latino ‘nocere’, nuocere), un termine, contrario di placebo, utilizzato per etichettare le reazioni negative o indesiderate che un soggetto manifesta ad esempio a seguito della somministrazione di un falso farmaco completamente inerte, ma da esso percepito nocivo; in medicina è altrettanto potente quanto quello placebo. Uno studio Italiano del 2007 ha evidenziato l’influenza dell’effetto Nocebo sull’origine degli effetti collaterali sulla sfera sessuale negli utilizzatori della Finasteride da 5mg. Lo studio a doppio cieco ha rilevato una percentuale significativamente maggiore di disfunzioni sessuali nei pazienti informati sugli effetti collaterali sessuali rispetto a quelli in cui è stata omessa la stessa informazione. Da questi elementi si può ipotizzare che anche nella pratica clinica tale effetto sia presente, gli utilizzatori negli ultimi anni, con la diffusione delle informazioni per mezzo dei mass-media in particolare dei forum on line, sono stati bombardati da notizie relative agli effetti collaterali del farmaco. In particolare sui forum c’è stato un dilagare di commenti allarmisti, alcune volte eccessivi, che come nell’esperimento possono influenzare tramite l’effetto Nocebo gli utilizzatori del farmaco.

Non bisogna poi dimenticare che i giovani maschi, diversamente dal sesso femminile, sono meno inclini per pregiudizi, abitudine, cultura alle visite di controllo dal medico specialista che si occupa  della fisiologia e delle disfunzioni dell'apparato riproduttore e urogenitale. Visite dal medico Specialista in Andrologia che spesso sono necessarie a inquadrare per tempo tutta una serie di problematiche della sfera sessuale e genitale purtroppo presenti anche nel giovane.

Per comprendere la causa della sindrome post Finasteride bisognerà approfondire tutti i possibili aspetti che possono essere implicati, dai fattori di origine psicologica a quelli biochimici con una particolare attenzione all’eziologia se è indipendente o dipendente dal farmaco.

 

Bibliografia

  • Cunningham G.R., Hirshkowitz M., Inhibition of steroid 5 alpha-reductase with finasteride: sleep-related erections, potency, and libido in healthy men. British Medical Journal, J Clin Endocrinol Metab,  1995, Jun;80(6):1934-40.
  • Freud S. (1920). Al di là del principio di piacere. Torino: Bollati Boringhieri
  • Mantzoros C., Georgiadis E., Trichopoulos D., Contribution of dihydrotestosterone to male sexual behaviour British Medical Journal, 1995 may, BMJ 1995,310:1289
  • Mondaini N., Gontero P., Giubilei G., Lombardi G., Cai T., Gavazzi A., Bartoletti R., Finasteride 5 mg and sexual side effects: how many of these are related to a nocebo phenomenon? The Journal of Sexual Medicine, UO Urology, S Maria Annunziata Hospital, University of Florence, Florence, Italy,  2007, 4(6):1708-12
  • Pizzoferrato, A. (1992). Ormoni e dosaggi ormonali. Padova: Edizione Piccin

 

 

Data pubblicazione: 22 giugno 2012