La prima volta ed il concetto di piacere

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

La fatidica prima volta è investita di significati simbolici e di tante paure. L'educazione sessuale, è quella formazione indispensabile, per far vivere la sesusalità, con serenità e senza falsi miti, uno tra i quali il concetto imperante di genitalità.

La fatidica “prima volta”, sia nelle ragazze che nei ragazzi, è spesso investita di svariati significati simbolici, oltre che abitata da infinite paure, angosce e falsi miti correlati alla sessualità.

La "prima volta", detta deflorazione per le ragazze, rappresenta il passaggio simbolico alla vita adulta, viene caratterizzata infatti dal primo rapporto sessuale completo, che spesso, ma non sempre comporta la rottura della membrana, detta imene. 
L’imene, in realtà può solo sgretolarsi durante il primo rapporto e rompersi del tutto, durante i successivi rapporti sessuali.

Molti fantasmi, timori, umori e malumori, paure ed elementi di “non conoscenza” della sessualità umana, ammantano spesso di inquietudine l’approccio alla sessualità, che dovrebbe essere invece, se ben vissuto, naturale e graduale.
Le frasi a seguito riportate, non sono ovviamente estendibili a tutte le ragazze, ma comunque rappresentano la maggior parte delle paure femminili e maschili, che emergono durante i corsi di educazione sessuale.

I ragazzi alle prime esperienze, lamentano le seguenti difficoltà e perplessità:

  1. Il primo rapporto sessuale viene sempre identificato con l’esperienza del coito, tutto il resto non è intimità e non ha grande valore..
  2. La prima volta per le ragazze è sempre dolorosa e deve essere seguita da tracce ematiche.
  3. La prima volta per il ragazzo non ha grande valore, può anche essere vissuta senza amore
  4. La prima volta della ragazza andrebbe correlata alla presenza del sentimento e non solo della passione.
  5. Se un ragazzo è ancora vergine, senza esperienze di coito, fa di tutto per cercarlo, anche a pagamento.
  6. La ragazza vergine è invece o un dono o una maledizione, non esistono vie di mezzo nell’interpretazione della verginità.

 

Ho raccolto per quest’articolo le frasi ridondanti che i giovani verbalizzano durante i corsi di educazione emozionale e sessuale.

Le verbalizzazioni femminili sono:

  • “Trovare un ragazzo che non abbia fretta”
  • “Trovare un ragazzo dolce ed esperiente”
  • “Farlo con la persona giusta, che sia innamorata e coinvolta”
  • “Non provare troppo dolore”
  • “Paura di non provare piacere”
  • “Paura di non essere all’altezza della situazione”
  • “Se perdo la verginità e dopo mi sposo con un altro uomo, lui cosa potrebbe pensare di me?”
  • “Come gli dico di adottare metodi contraccettivi? Se ci rimane male?”

Le verbalizzazioni dei ragazzi sono:

  • “Magari trovassi una ragazza spregiudicata e navigata”
  • “Speriamo che non capisca che è la prima volta”
  • “Sono già passati gli anni, quindi è il caso di andare a pagamento”
  • “Spero di non indossare il preservativo, perché potrei perdere l’erezione”
  • “Quanto dovrei durare per fare provare piacere alla donna?”
  • “E se perdo l’erezione, che figura faccio?”


La nostra cultura, scarsamente sessuata, ha da sempre fatto passare il messaggio di una sessualità di serie “A”, rappresentata dal coito ed una di serie “B”, rappresentata dai soli preliminari, come se questi fossero una seconda scelta sessuale.

Dal punto di vista più ampio e meno riduttivo e coitale (per coito si intende il rapporto sessuale), le prime esperienze di piacere, non auto-erotico, rappresentano l’incontro con l’altroa., caratterizzate dal bacio, dai preliminari, dall’incontro tra due sensorialità ed anche, ma non solo, dal coito.

Il concetto di verginità, come accesso alla vita adulta, ruota attorno al coito-non coito, alla consumazione del rapporto o all’assenza del rapporto sessuale completo.
Se durante il petting, (con la parola inglese “ petting” si intende i preliminari e le prime esperienze sessuali non complete), i ragazzi, hanno donato e provato piacere ed orgasmo, senza coito, si considerano vergini ed inesperti.

Il coito può essere vissuto in assenza di piacere e nel dolore, ma è l’unica forma ufficialmente riconosciuta di passaggio simbolico alla sfera del piacere.
Secondo una visione esclusivamente biologica, la verginità, correlata soltanto all’universo femminile, è caratterizzata dall’integrità dell’imene, una membrana sita all’ingresso della vagina.

Un messaggio che durante l’educazione sessuale dovrebbe passare, anche se faticosamente, è la differenza tra la simbologia correlata all’imenel’aspetto anatomo-fisiologico.

1 - La simbologia, correla con il passaggio, spesso doloroso alla vita adulta.
La deflorazione, viene vissuta come una lacerazione, sancita dal sangue e dal dolore.

2 - L’aspetto anatomo-fisiologico, verte sul concetto che l’imene, non è un muro che impedisce l’accesso alla vagine, infatti ha la forma di una membrana, che fin dalla pubertà permette il passaggio del ciclo mestruale ed è morbido ed accogliente e, non obbligatoriamente deve sanguinare.

L’imene, consente infatti di accogliere, anche nel caso di ragazze vergini, un dito e l’assorbente interno, senza lacerazioni e perdite ematiche. Ma i retaggi culturali, sono duri a morire.
Le ragazze, si percepiscono o vergini e con l’imene interpretato e sentito come un muro o, deflorate, sanguinolente ed adulte!

Uno degli obiettivi dell’educazione emozionale e sessuale è quello di “de-genitalizzare la sessualità”, cioè di renderla più ampia, meno riduttiva e soprattutto meno correlata alla sola sfera dei genitali, quindi di conseguenza meno ansiogena.

Molti giovani e, spesso anche adulti, correlano la caleidoscopica sfera della sessualità alla genitalità, come se l’unico modo per dare e ricevere piacere fosse relegabile all’incontro tra i genitali dei partners.
La genitalità ha caratterizzato il concetto di sessualità, soprattutto nella nostra cultura.
Fino a poco tempo fa la cultura dominante faceva passare il concetto, per cui la “sessualità” adulta era caratterizzata dalla capacità di avere rapporti sessuali, e di provare piacere tramite il coito.

De-genitalizzare, non significa eliminare la genitalità dal rapporto sessuale, ma ampliare gli orizzonti sensoriali e emozionali e correlare la sessualità a tantissimo altro, oltre al coito.
Il coito, soprattutto per i giovanissimi, dovrebbe rappresentare una possibilità delle possibilità, rassicurandoli circa la possibile comparsa dell’ansia da prestazione per i ragazzi, mancanza d’orgasmo nelle ragazze, facilitando la conoscenza reciproca e, mediante il tempo e la confidenza, trovando strade di accesso al piacere, non esclusivamente genitaliche.

La sessualità, nel suo storico passaggio, da sessualità esclusivamente procreativa, allarga gli orizzonti alla conoscenza dei protagonisti, alla dimensione ludica, alla verbalizzazione allo scambio emozionale e sensoriale ed alla relazione.

L’educazione sessuale si propone di favorire il “passaggio culturale da una cultura della genitalità, ad una concezione più ampia e meno ansiogena della sessualità!”

 

Leggenda per gli adolescenti

Coito: rapporto sessuale.
Imene: membrana che sta all'ingresso della vagina.
Deflorazione: perdere la verginità, a seguito del primo rapporto sessuale. Termine adoperato soltanto per le donne.
Petting: preliminari, esperienza conoscitive correlate al piacere, senza includere però il rapporto sesusale completo.
Genitali: organi sessuali.

Data pubblicazione: 19 marzo 2012
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