Mente sana in corpo sano... e viceversa

a.pozzi
Dr.ssa Agnesina Pozzi Pediatra, Perfezionato in medicine non convenzionali

Molti adulti si sono sentiti ripetere, quand'erano bambini, una serie di proverbi, frutto di saggezza popolare, tra i quali quello secondo cui in un corpo sano, quindi ben nutrito e portato a sviluppare le sue potenzialità fisiche con un costante esercizio, anche la mente è sana.

1. Introduzione

Molti adulti si sono sentiti ripetere, quand'erano bambini, una serie di proverbi, frutto di saggezza popolare, tra i quali quello secondo cui in un corpo sano, quindi ben nutrito e portato a sviluppare le sue potenzialità fisiche con un costante esercizio, anche la mente è sana.

A distanza di qualche millennio dall'istituzione del Gymnasium nell'antica Roma, dopo la Grecia, luogo ove si coniugava attività sportiva, apprendimento, socializzazione e mensa, sempre più numerosi sono gli studi e le ricerche scientifiche in tal senso che confermano che l'attività fisica, coniugata ad una sana alimentazione, non solo tutelano il corpo dal disastro di arteriosclerosi, diabete, ipertensione, artrosi precoci, ma decisamente allungano la vita media e fanno invecchiare più lentamente, preservando anche dal rischio di ansia e depressione, e tenendo più lontano possibile il decadimento cognitivo; un circolo che senz'altro si può definire "virtuoso".

I tempi sono molto cambiati da allora: la vita moderna ha imposto ritmi e stili completamente diversi dal passato; la famiglia come istituzione sociale è profondamente cambiata; i genitori hanno smesso di fare scampagnate e di giocare insieme ai figli perché lavorano spesso entrambi e, alla fine di una giornata stressante, hanno poca voglia ed energia per giocare, ascoltare, parlare, istruire. Oggi più che mai possiamo renderci conto che il proverbio vale anche se formulato all'incontrario, ossia che una mente "non serena" predispone ad avere un corpo non del tutto sano. Si arriva a questa conclusione osservando gli effetti devastanti di una realtà sempre più virtuale, che di fatto incoraggia una vita sedentaria e impedisce la relazione interpersonale falsandone i paradigmi e la "verità" esperibile; tanto nell'alimentazione quanto nell'attività fisica (agonistica e non). Ecco perché gli argomenti, essendo strettamente correlati verranno affrontati alternativamente e contestualmente.

Cominciamo col dire che bambini di pochi mesi vengono "parcheggiati" davanti al televisore o distratti con musichette di radio, i-pod, telefonini e, appena in grado di destreggiarsi manualmente, vengono sommersi da play-station, videogiochi neppure adatti alla loro età, o viene permesso loro di accedere ad un computer e tuffarsi in internet, con tutte le immaginabili conseguenze. Contemporaneamente è diminuito l'allattamento al seno sia per questioni di disponibilità di tempo rispetto alle necessità lavorative, che per sciocche motivazioni estetiche, con conseguenze devastanti sulla psiche infantile, sul rapporto madre-figlio, sul senso di appartenenza reciproca e sulla comunicazione. La mancanza di tempo si estende alla prima, alla seconda pappa e a quelle successive: brodi e verdure liofilizzate, pappe pronte, omogeneizzati; a seguire: cibi surgelati, sofisticati, insaccati, inscatolati, preconfezionati, precotti, fast food. Ne va da sé che se il cibare è anche un atto d'amore che costruisce una relazione ed una sicurezza ontologica, l'essere nutriti da un cibo non amorevole e cullati dalla televisione esita in non pochi danni psico-fisici che trovano la loro espressività nell'età critica dell'adolescenza. Volere tutto e subito, in fretta e senza sforzo perfino rapinando i compagni di scuola, sfidarsi pericolosamente sulle strade, creare bande di criminali in erba, continuare a desiderare una realtà virtuale immergendosi nell'esperienza devastante delle droghe e dei rave-party; fuggire da casa alla ricerca di sogni impossibili o per pura ribellione. Fine delle partite di calcetto in parrocchia, di giochi nei cortili, di girotondi e "Madama Dorè"....

Questo grande sovvertimento di paradigma (mente malata in corpo malato & viceversa) è la risultante di tanti piccoli disastri: distanze-carenze affettive e relazioni "virtuali", vita sedentaria, un'alimentazione scorretta, pessima informazione, quando poi non si aggiungono l'uso di alcool e droghe, discoteche, rave party, prostituzione minorile.

Il velenoso frullato si sostanzia nel tempo e si struttura in stile di vita soprattutto per colpa del bombardamento pubblicitario. In casi sempre più numerosi, una completa assenza di controllo parentale, con l'aggravante della ripetizione di comportamenti aggressivi nel sociale, mutuate dai giochi on-line; o pericolose devianze di quella che dovrebbe essere una sana competitività nello sport: violenza fisica e verbale, razzismo, doping, corruttela.

Esistono per fortuna ancora realtà virtuose dove lo sport è insegnato con sani criteri pedagogici, ma è altrettanto vero che nella stragrande maggioranza dei casi viene praticato per la competitività pura e semplice volta alla vittoria, al prestigio, agli sponsor, agli introiti, costi quel che costi; con l'aggravante della complicità di alcuni genitori che, pur di vedere i loro figli al primo posto sul podio, non si fanno scrupolo a chiedere agli allenatori "un aiutino" che sia anche solo un integratore innocuo, fino ad arrivare a situazioni ancora più gravi dove si rischia la vita e la salute per far crescere i muscoli e il portafoglio. La cronaca ci ha riportato casi di gravi malattie degenerative neuromuscolari in calciatori, dopati a loro insaputa o convinti a farlo dai loro manager e così è emersa solo la punta dell'iceberg.

La televisione, "cattiva maestra" per Karl Popper, non è mai stata più "cattiva" di oggi. Il culto dell'immagine, del successo e guadagni facili, alimentano frustrazioni che si sommano a quelle generate dal carente contesto famigliare e dall'insufficiente apporto educativo scolastico, col risultato finale del drammatico aumento del doping nello sport e dei disturbi del comportamento alimentare. I giornalisti diventano nutrizionisti e dietologi, abbondano le trasmissioni in cui si cucinano cibi tremendamente calorici e farciti di grasso e vengono inventate e propalate le diete e le ricette più assurde per una "massa uniforme" di fruitori, mentre sappiamo bene che, se di "dieta" dobbiamo parlare, ciascun individuo deve avere la sua. Ma questo è il minimo, se consideriamo la mole di carta stampata con le stesse caratteristiche di a-scientificità e i blog in internet.

In aggiunta a ciò, la Comunità Europea, con una schizofrenia che sembra ormai caratterizzarla, da un lato autorizza la sofisticazione degli alimenti e dall'altra, attraverso il Consiglio Europeo di informazione sul cibo (Eufic.org), promuove studi allargati sulla preservazione della qualità del cibo e salute, le malattie correlate all'alimentazione, sull'atteggiamento dei consumatori eccetera, mentre cibi molto sofisticati vengono "spacciati" per naturali e sani che aiutano a crescere e nessuno fa nulla, nessuno controlla, nessuno oppone divieti.

In queste condizioni, l'unico rimedio possibile sarebbe quello di focalizzare l'attenzione sulla scuola e nei suoi canali (come ad esempio il sito internet e il blog scolastico, o lo scambio di comunicazione inter ed intra-istituzionale), oppure il progettare giochivirtuali ed on-line che abbiano valenze educative-formative, per la divulgazione dei benefici di un comportamento alimentare corretto, una precoce attività sportiva improntata su criteri pedagogici.

 

2. Il ruolo della scuola

Fa piacere sapere che in molte scuole d'Italia sono stati introdotti specifici laboratori sull'alimentazione. Alcune scuole si sono dotate di cucine nelle quali far sperimentare ai bambini tutto l'iter di un sano e corretto modello alimentare, partendo dalla scelta degli alimenti già nel fare la spesa. Saper leggere le etichette, sapere cosa comporta l'uso di additivi, o presunti miglioratori di gusto ed aspetto, conoscere le abbreviazioni che li indicano, svelare le reali intenzioni della pubblicità, è al contempo educativo, formativo-informativo e preventivo per una vita sana da adulti; questi splendidi progetti educativi, proseguono con l'apprendimento delle modalità di cottura dei cibi, con la scelta dei condimenti, con le corrette associazioni di cibi, con la conoscenza dei principi nutritivi, delle vitamine, dei minerali e del fabbisogno energetico individuale, arrivando alla fine alla tanto agognata CONSAPEVOLEZZA delle scelte alimentari. Stesso discorso vale per l'attività ludico-sportiva e l'istituzione di campus dedicati.

 

3.Il ruolo dei genitori

Moltissimi genitori d'Italia, specialmente al sud, ancora non sanno che possono entrare a pieno titolo nella programmazione scolastica, ed esigere l'istituzione di tali laboratori; le varie direzioni didattiche non riuscirebbero a trovare neppure motivazioni economiche (mancanza di fondi) dal momento che attività didattiche simili non costano assolutamente nulla; esattamente come non costerebbe nulla un laboratorio-ludoteca con precise ricerche, realizzazione e messa in pratica di giochi di cortile ormai desueti.

Ciò che preme sottolineare è che la famiglia non potendo, per mancanza di tempo ed energia, provvedere a queste esigenze educative nel proprio ambito, deve assolutamente adoperarsi a partecipare almeno alle riunioni del consiglio dei genitori per verificare e proporre. I genitori devono sapere quali enormi responsabilità hanno per la salute futura dei loro figli che, per crescere "sani e belli ", hanno bisogno non di parrucchiere, massaggi e manicure a 7 anni, ma di guide autorevoli per sviluppare al meglio le loro potenzialità. Ciò accadrà solo se molto precocemente (addirittura già nell'utero, nelle modalità del parto, nell'allattamento e nella dieta puerperale), nello svezzamento e nelle fasi primarie dello sviluppo psicomotorio dei loro piccoli, adotteranno un comportamento corretto sia per quanto concerne l'alimentazione che l'attività fisica.

La mamma e il bambino già in utero sono un continuum energetico fatto di corpo ed emozioni, sensazioni, sogni, suoni, movimento, cibo del corpo e della mente; questa continuità è garantita da entrambe le figure parentali prima e dopo la nascita, attraverso lo spazio e il tempo condiviso nell'ambito famigliare prima ancora di quello scolastico (asili nido, asili, scuole di vario grado), ed è in questo spazio-tempo condiviso (che ha anche connotazioni energetiche e spirituali) che i piccoli prima di comprendere consapevolmente, assorbono come spugne avide gli esempi, le emozioni, le abitudini, i valori, il cibo culturale e materiale che costituiranno le fondamenta delle loro vite future.

Dice un proverbio cinese che "è inutile insegnare qualcosa ai bambini prima di 7 anni perché apprendono con l'esempio, ed è inutile insegnar loro qualcosa dopo i 7 anni, perché hanno già una personalità strutturata". Supponendo che ciò sia vero ed anche se non lo fosse, ai genitori o alle figure parentali correlate al bambino nelle precocissime fasi della sua vita, spetta il compito di un buon esempio; laddove la famiglia non ci riesce, ed anche se ci riuscisse, il compito successivo spetta alla scuola, nella quale la famiglia (o chi per lei) ha il dovere di interagire, incidere costruttivamente.

 

4. I nonni

Sebbene i nonni siano una risorsa preziosa dal punto di vista sociale a sostegno dei genitori, non sempre lo sono dal punto di vista dell'attività fisica e del comportamento alimentare per i nipotini. Ampiamente scusati per la scarsa attività fisica dovuta all'età ed elogiati quando riescono a fare maggiore attività fisica rispetto ai loro figli, diventano imperdonabili quando assecondano i "capricci" in merito a cibi che tutto sono tranne che sani; e che spesso propinano all'insaputa dei genitori o, peggio, di nascosto; contravvenendo a volte a precisi divieti.

Mi è capitato più di una volta in spiaggia di vedere bambini affetti da grave obesità e arenati sul bagnasciuga come balenottere, ginocchia valghe, sguardo triste e rassegnato al loro destino, foraggiati da nonni premurosi con enormi ciambelle fritte o panini traboccanti di roba, buste di patatine o gelati più grandi di loro. "Mangia! Mangia! bello di nonna che devi crescere!".

Questo comportamento, cari nonnetti amorevoli è francamente criminale, ed è bene che lo sappiate per porgli fine con urgenza. Al vostro nipotino o nipotina non fate assolutamente bene, non lo farete "crescere" bene ma lo farete di sicuro ammalare o peggiorare se già è affetto da obesità; invece vi sembra "pacioccone", "paffutello", "bene in carne" e "sano come un pesce". Non esistono in natura pesci OBESI, IPERTESI, DIABETICI come voi rischiate di far diventare presto i vostri nipotini.

 

5. Le abitudini alimentari e l'attività fisica

Nell'infanzia e nell'adolescenza si creano le premesse di salute o malattia negli anni successivi; quindi le abitudini sane in un campo e nell'altro, determinano la differenza tra prevenzione e rischi. Ogni periodo della vita ha esigenze nutrizionali e di attività fisiche diverse, sportive e non.

 

A cosa DOVREBBE servire, poi, l'attività sportiva vera e propria?

1) A conoscere le specifiche capacità e a mettersi appunto "in gioco" non solo in una gara (solo contro tutti) ma in una squadra; sperimentare i propri limiti senza avere frustrazioni, sensi di colpa o di inadeguatezza, e cercare di superarli senza farsi male. Tutti hanno grandi talenti sportivi da sviluppare e le Paraolimpiadi ce l'hanno dimostrato.

2) A capire e vivere concretamente il senso delle parole: impegno, costanza, sforzo, risultato, allenamento (comportamento nella vita).

3) Ad imparare a saper perdere senza farne un dramma tenendo vivo il motto "importante è partecipare". Non si può vincere infatti a tutti i costi, rischiando di far male a se stessi e agli altri.

4) Ad incontrare i propri simili per stabilire relazioni di amicizia, sviluppare correttezza, rispetto, accettazione, tolleranza, solidarietà, collaborazione, convivenza, coesione, comunicazione, empatia, intuizione, riflessi, strategie, idee, risposte adeguate, equilibrio, agilità, forza e resistenza.

5) Ad imparare che bisogna osservare delle regole e che il violarle comporta non solo penalità e squalifiche ma offesa alla propria dignità di giocatore.

6) A non barare con "finte" di cadute, con sgambetti, spinte fisiche e di altro genere.

7) A rivendicare anche il diritto di perdere senza essere stressati dall'allenatore o dai genitori.

8) A sapere che può essere e deve essere un'occasione di pace tra popoli e culture diverse; un'opportunità culturale ed esistenziale prima ancora che economica.

9) A rispettare l'avversario di gioco e a non vederlo come un nemico da combattere o abbattere per scatenare contro di esso la propria aggressività naturale o acquisita dal contesto in cui si vive. A non essere volgare, razzista, a non sputare sull'avversario e a non dargli qualche pericolosa testata, come tristemente abbiamo visto tra sedicenti professionisti pagati a peso d'oro...

10) Ad educare alla vita sperimentando il sacrificio e lo sforzo per raggiungere un obiettivo.

 

In quest'ottica educativa dovrebbe essere insegnato e vissuto lo sport ma è logico che i primi ad essere educati opportunamente dovrebbero essere proprio gli educatori, gli allenatori, i genitori.

Eh si, perché se vi fosse capitata una disgrazia come la mia, ossia di avere in prima liceo una insegnante di ginnastica assolutamente incapace di relazionarsi, isterica, tutta tesa ai campionati piuttosto che alle personalità dei singoli, sareste stati come me, rimandati in ginnastica...dopo avere negli anni precedenti e con insegnanti diversi e preparati, aver fatto con successo quasi tutte le attività possibili (pattinaggio, ginnastica artistica, pallacanestro, tennis) ed aver vinto anche coppe e medaglie in tornei interni.

Quell'episodio della mia vita mi fece molto riflettere sulla qualità degli insegnanti ma non mi scoraggiò, perché qualcun'altro mi aveva già insegnato a credere nelle mie capacità e a coltivarle; così che, negli anni successivi in cui cambiai scuola, vinsi una medaglia d'oro al campionato provinciale di lancio del peso (da ferma). Simbolicamente lanciai forse il peso contro quella negativissima educatrice, liberandomi così della frustrazione che aveva tentato di far vivere a tutti, non solo a me.

Se un soggetto così dis-educante dovesse, per disgrazia ancora maggiore, capitare nell'infanzia, i vostri figli sarebbero drammaticamente bloccati per sempre, perderebbero sicurezza e voglia di "mettersi in gioco", non solo in uno sport o in una determinata materia, ma nella vita.

 

Quindi sento di dare un consiglio: se i vostri figli si lamentano della lezione di ginnastica o d'inglese o altro, ci vanno malvolentieri, si fanno venire mal di pancia o s'infortunano per stare a casa, non sgridate i vostri figli ma l'insegnante! E' impossibile che ai ragazzini non piaccia apprendere e giocare, fare ginnastica, fare sport. Se ciò accade, andate immediatamente a parlare con l'insegnante relativo, accertatevi delle sue capacità comunicative, della sua professionalità; se avete dei dubbi, stimolate i vostri figli a fare attività fisica o ripetizioni in una struttura esterna alla scuola, ed accertatevi se gli stessi non vogliano per caso cambiarla.

 

Spesso ci sono subdole attività allenatorie che sottopongono i ragazzi ad un fortissimo stress qualora i vostri figli facciano sport agonistico; stesso discorso accade nella didattica in senso stretto. Ricordatevi che la figura dell'allenatore e dell'insegnante può essere sempre sottoposta a critica e a valutazione.

Non sottovalutate, infine ma non per ultimo, la necessità di un supporto psicologico.

 

6. Lo sviluppo psicomotorio nei primi anni di vita e la crescita staturo-ponderale

Prevede alcune tappe piuttosto standardizzate che il vostro pediatra di fiducia conosce e controlla per i vostri bambini, ma ricordatevi che ciascun essere si sviluppa e cresce non solo secondo le sue precise curve auxologiche (che non vanno confrontate ad altri bambini della stessa età), ma anche secondo le sue specifiche e personalissime ed individuali ed originali potenzialità anche in relazione agli stimoli che riceve dall'ambiente con cui è in contatto.

In linea di massima nel primo anno di vita un bambino triplica il suo peso iniziale e cresce in altezza per il 50%. Per quanto riguarda lo sviluppo psicomotorio certamente si esprimerà verbalmente più tardi un bambino cresciuto dai cartoni animati gnam-ciak-gulp piuttosto che se stimolato dai genitori a sperimentare la realtà. Certamente camminerà più tardi un bambino parcheggiato in un box, sballottato in giro in macchina o nel passeggino.

 

7. L'importanza del gioco

Se si osservassero di più gli animali, si potrebbero capire molte cose. Ho vissuto fin da piccolissima con cani, gatti ed altri animaletti ed ho imparato quindi ad osservarli. I cuccioli di ogni specie giocano moltissimo sia con i genitori che tra di loro che da soli, e questo mi ha insegnato che:

  • i genitori giocando trasmettono insegnamenti,
  • il gioco serve a conoscersi, misurarsi, diventare amici e collaborare,
  • bisogna capire le proprie capacità fisiche e saperle rapportare a chi ne ha di maggiori,
  • esistono delle regole in un gruppo alle quali adeguarsi,
  • ci si può inventare di tutto per divertirsi,
  • chi perde non si arrabbia ma si ritira per riprovarci la prossima volta.

 

Ciò vale a maggior ragione per gli esseri umani.

Se potete permettervelo, in attenzioni e in tempo, tenete un animaletto in casa, insegnando ai vostri figli che sono creature senzienti, soffrono e gioiscono come noi e che non sono giocattoli; che vanno amati, curati, protetti e soprattutto rispettati. Adottare un bastardino in un canile significa non solo fare una buona azione in assoluto, ma costringere tutta la famiglia a mobilitarsi per portarlo fuori a spasso, per fare i suoi bisogni e per giocare. In molte scuole francesi sono stati introdotti animali domestici a fini didattico-pedagogici mentre in Italia abbondano insegnanti fobici e fanno capolino dei disturbati che portano un animale in classe per sezionarlo. Ciò è intollerabile, incivile, diseducativo.

 

8. L'importanza dell'alimentazione e dell'educazione alimentare

Un precedente minforma tratta dell'allattamento ed un altro dello svezzamento, quindi è inutile ribadire quello che già ampiamente è stato illustrato. Sebbene ci siano in giro indicazioni a proseguire l'allattamento al seno fino a quando utile al bambino e alla mamma (...anche fino ai due anni), occorre tenere presente che è necessario "staccare" la spina per una serie di ragioni psicologiche: il piccolo deve capire che la mamma non è la sua unica e privilegiata fonte di sostentamento, che deve rendersi autonomo a mangiare da solo e, possibilmente, quanto prima, dev'essere reso partecipe di buoni esempi e di scelte oculate, prima da parte dei genitori e poi nell'asilo o nella scuola in cui si recherà, ossia nella società e in quella che sarà la sua vita futura di adulto.

Al compimento dell'anno il bambino avrà introdotto progressivamente nella sua alimentazione quasi tutto ad eccezione di alimenti particolarmente allergizzanti (dal pediatra di fiducia potrete farvi consegnare appositi opuscoli informativi).

In commercio si trovano alimenti già pronti, senza conservanti, preparati secondo norme rigorose, praticamente sicuri...ma NULLA di perfettamente commerciale può sostituire un cibo preparato al momento, con tutte le caratteristiche biologiche di integrità, freschezza e stagionalità, ma soprattutto avrà un condimento non confezionabile: l'attenzione, la dedizione, l'amore, l'esempio.

Per quanto concerne i metodi di cottura sono da preferire la cottura rapida, a vapore e alla griglia, ma buttate nella spazzatura i forni a micro-onde, perché uccidono letteralmente il valore biologico dei cibi. Magari potete cuocerli in due minuti i vostri manicaretti, ma mangerete dei cadaveri dal punto di vista nutrizionale.

 

9. L'alimentazione da 1 a 3 anni

Già a partire dal 7°-8° mese i piccoli devono essere messi in grado di "pasticciare" col cibo che gli si offre, consentire loro di toccare gli alimenti da cui sono attratti e progressivamente essere messi in grado di usare il cucchiaino per cibarsi da soli, e bere da soli dall'apposito bicchierino (quello con coperchio e beccuccio e peso al fondo..che resta sempre dritto per non versarsi) o dal biberon per il latte serale. Intorno all'anno di età comincia a formarsi una coscienza alimentare "in miniatura" perché si assorbe l'esempio della famiglia e di questa, le abitudini; che siano pregi o difetti.

 

Il rapporto con il cibo dev'essere innanzitutto sereno. Ecco cosa è assolutamente VIETATO:

  • forzare a mangiare qualcosa che non piace
  • mangiare davanti alla TV accesa
  • fare discussioni animate e litigi a tavola
  • avere fretta di somministrare il pasto e di sparecchiare
  • mangiare ciascuno per conto proprio, ad orari diversi e disordinatamente
  • "ingozzare"
  • mescolare troppi cibi diversi nello stesso pasto terminando con frutta e dolci
  • mescolare proteine animali diverse (carni, pesce, uova, latticini) nello stesso pasto
  • foraggiare in qualunque momento della giornata e con qualunque cosa capiti a tiro
  • permettere tortine, cremine, dolci confezionati, patatine fritte e simili, gelati, bibite gassate fuori pasto e più volte

 

Cosa è consigliato:

  • preparare quotidianamente cibi freschi che abbiano sempre una quota di verdura, legumi di stagione
  • ogni giorno garantire la frutta, possibilmente un'ora prima del pasto
  • fare pasti regolari iniziando con una colazione completa
  • preparare a casa delle crostate a base di frutta o biscotti poco zuccherini
  • oppure preferire le fette biscottate integrali con un velo di burro e marmellata
  • preferire i frullati freschi di frutta e passati di verdura (dopo averli fatti riposare per qualche minuto) ai succhi pronti
  • proporre gli alimenti nuovi con dolcezza e con qualche strategia, ad esempio disegnando delle faccine buffe con i pezzetti di verdura lessata o fresca, i legumi, il purè, i pezzettini di carne, pesce, l'uovo sodo, i latticini, i pezzetti di frutta. Coltivate la creatività.

 

Contemporaneamente all'autonomia alimentare cresce l'autonomia motoria ma anche questa va incentivata. I piccolissimi devono essere lasciati liberi di gattonare, di appoggiarsi, di sollevarsi, di cadere e rialzarsi da soli. Preparate perciò uno spazio sicuro tutto per loro, con cuscini, pouff morbidi e maniglie per appoggiarsi e sollevarsi. Imbottite eventuali spigoli, oppure se proprio avete paura che vostro figlio sbatta la testina da qualche parte mettetegli il caschetto di gommapiuma...ma state tranquilli. Non c'è nulla di peggio che stare in ansia mentre i piccoli sperimentano lo spazio. Guai a gridare loro "oddio!", "attento!" , "ti fai male!", diventerebbero insicuri e paurosi. Lasciateli liberi perfino di farsi male (con la dovuta prudenza naturalmente): anche questo servirà da esperienza.

Se un piccolo cadendo dovesse "sbucciarsi" o "farsi un bitorzolo" non chiamate il 118! Sorridete, ingoiate l'angoscia, minimizzate. Per le contusioni e i lividi tenete a casa una pomata a base di arnica, per le sbucciature tenete a casa un flacone di disinfettante che non brucia e delle garzine untuose a base di acido jaluronico (non si attaccano alla pelle e la loro sostituzione sarà meno dolorosa; per il classico "bitorzolo" usate l'altrettanto classica monetina premuta sullo stesso, un paio di cubetti di ghiaccio. Non cominciate a pretendere dal vostro povero medico...una radiografia: non si fa e non si deve fare!

 

Capiterà di andare al supermercato con i vostri figli piccoli nel carrello: partecipate loro ciò che state acquistando, sorridete, parlate loro spiegando le scelte che state facendo in modo semplice; anche se sono secondo voi "troppo piccoli" capiranno e verrà il momento che vi faranno domande in merito od osservazioni..che vi stupiranno. Non trascurate le bevande: acqua del rubinetto se non è troppo calcarea e se non vivete in una grande città inquinata, altrimenti minerale naturale. Consentito il te deteinato preparato a casa, l'orzo, i frullati freschi. No a bibite gasate.

Non azzardatevi a far assaggiare loro il vino, lo spumante, la birra, i liquori o il caffè "perché devono assaggiare tutto", non è assolutamente vero né sano.

 

10. Si va a scuola...

Prima di 12 anni i bambini non sono completamente in grado di capire il rapporto cibo-salute ma possono essere addestrati con l'esempio. Innanzitutto una bella colazione al mattino insieme a loro, e la condivisione su una merenda da portarsi, preparata anche questa a casa. Il latte dopo lo svezzamento non è più indispensabile.

Se i vostri figli fruiscono del servizio mensa, ACCERTATEVI personalmente di cosa mangiano e di come vengano cucinati i cibi. Ricordatevi che i genitori hanno pieno titolo ad intervenire anche sulla qualità delle scelte alimentari e possono farlo collegialmente, all'interno delle riunioni del Consiglio dei Genitori (..ad esempio e tra parentesi, in alcuni casi somministrano bastoncini di pesce fritti, patatine fritte, cotolette... ma i fritti non costituiscono un'alimentazione sana per bambini così piccoli, inoltre si creano pessime abitudini).

PRETENDETE che vengano anche istituiti dei "laboratori" sull'alimentazione in genere e sul cucinare. Ricordate che i bambini in sovrappeso sono molto informati sulle cose dolci e salate più appetibili e tra di loro si scambiano "pericolose" informazioni. Bisognerebbe chiedere alla scuola di illustrare la pericolosità dei cibi e leccornie che loro ritengono "più buone" e far loro capire che se nei cibi dannosi l'industria ci mette un pupazzetto è solo per attirarli a comprarne altri, non certo per far loro un regalo.

 

In questo periodo di crescita ossea e di dentizione che sarà poi definitiva, è molto importante il calcio, il cui apporto dev'essere assicurato dai latticini e dall'attività fisica alla luce del sole. Checché se ne dica, non è necessario il fluoro che anzi, può pericolosamente interferire col metabolismo del calcio, rendendo l'osso meno duro. No alle pasticche di fluoro e senza mezzi termini. Si ad una alimentazione naturale, completa, varia, biologica possibilmente, e di stagione.

 

Soprattutto nelle prime classi si può incidere positivamente creando sane abitudini. Oltre al cibo è necessaria l'attività fisica. Accertatevi quindi che nella scuola dei vostri figli quest'ultima venga svolta regolarmente insegnando esercizi adatti all'età e non solo limitandosi a far giocare a palla o a nascondino nel cortile i bambini. Qualunque insegnante dovrebbe conoscere gli esercizi di ginnastica dolce per bambini e saperglieli proporre come un gioco. PRETENDETE il tempo da dedicare alla ginnastica che, se sarà presentata come un gioco divertente e con una bella musica di sottofondo, verrà fatta di buon grado.

 

Quando i piccoli tornano a casa comunicate con loro; agite in sinergia con la scuola, perché è inutile che a scuola si alimentino i bambini con criteri salutistici e tornando a casa si somministrino fritti, dolci confezionati e bibite (e viceversa).

Se non si agisce in sinergia scuola-famiglia, il risultato è "a ruota libera", esattamente come accadrebbe per l'esercizio fisico se, una volta fatta ginnastica a scuola, non portaste regolarmente i vostri figli fuori a spasso, a giocare con altri bambini ai giardinetti o a fare ginnastica con voi (quest'ultima si può fare anche in casa).

Se i vostri figli mostrano la predilezione per qualche sport, informatevi dal pediatra se sia adatto alla sua età e non interferisca con l'armonia dello sviluppo, se sia cioè uno sport "simmetrico"; se potete, anche a costo di sacrificio, iscriveteli ad un corso anche per due soli giorni alla settimana. Ottimo il nuoto, la danza classica, la ginnastica artistica, il pattinaggio, la pallavolo ma anche il Tai Chi e il Judo: se sono "portati" potranno continuare queste tendenze in termini professionali, e crescendo acquisteranno potenza e tecnica al punto da fare poi attività agonistica in quel campo... Prima si comincia e meglio sarà.

 

11. L'alimentazione e l'attività fisica nelle età successive

La tappa successiva è l'adolescenza, periodo in cui la crescita sembra avere un'impennata, laddove i frigoriferi e le dispense rischiano di svuotarsi a vista d'occhio e non bastare mai e gli ormoni sono in piena tempesta scatenando malumori, crisi, insofferenza, curiosità, smanie e manie.

Tra gli 11 e 15 anni le ragazze e tra i 13 e i 16 i ragazzi cominciano a cambiare l'aspetto, il tono della voce, le esigenze. In questo periodo delicatissimo la sorveglianza discreta NON E' MAI TROPPA! Gli adolescenti possono essere facilmente vittime del branco o in esso, diventare "aguzzini" dei più deboli; possono incuriosirsi verso l'alcool e cominciare a bere quando li mandate alle loro festicciole pomeridiane in discoteca; potrebbero sfidarsi pericolosamente sulle strade con i motorini o fare bravate di cui pentirsi tutta la vita, ed infine incorrere in seri disturbi del comportamento alimentare, proprio perché nel "branco" si è sottoposti a stress, ad isolamento, a recriminazioni e punizioni per i motivi più svariati e bislacchi.

Parlate quindi con i vostri figli senza "pressarli", controllate discretamente cosa combinano in internet e con chi sono in contatto, possibilmente stabilite dei tempi di connessione e dei limiti parentali ai siti. Consentite magari ricerche in vostra presenza per non oltre un'ora al giorno. NON LASCIATELI MAI SOLI e connessi a quest'età pericolosissima, laddove l'alimentazione è prevalentemente virtuale. I ragazzi in adolescenza hanno una "fame cosmica" non confinata solo al cibo ma al mondo, ad esperienze che potrebbero essere pericolose.

 

In questa fase possono insorgere purtroppo problematiche del comportamento alimentare. Lo stress può indurre ad iperalimentarsi o a fare diete incongrue o, peggio, far scivolare verso l'anoressia- bulimia. Non sottovalutate "stranezze" come l'andare spesso in bagno durante i pasti, dimagrimenti o aumenti di peso; e parlatene col vostro medico.

Non sottovalutate mai, e specialmente a questa età, la possibilità di un supporto psicologico qualificato; superate il preconcetto secondo cui dallo psicologo ci vanno "i matti". Non è vero. Lo psicologo dovrebbe far parte dello staff scolastico, aziendale, lavorativo e sportivo.

 

Le necessità nutrizionali in questo periodo, comprendono il ferro, sia per l'aumento della massa corporea sia per l'inizio delle mestruazioni nelle femmine. La dieta deve comprendere verdure che contengano ferro, proteine animali e vegetali.

Se il piccolo è stato allenato a buone abitudini, da adolescente pretenderà una buona colazione ed utilizzerà come spuntino di metà mattina cibi sani come ad esempio un panino o un pezzo di torta fatti in casa, oppure mangerà una pizzetta, o un frutto, o delle fette biscottate integrali, o una barretta multicereali, o uno yogurt. Insomma eviterà di mangiare sacchetti di patatine o simili, tortine confezionate, panini traboccanti di maionese e tonno in qualche bar.

 

Ora più che mai è necessario canalizzare tutte le energie psichiche e fisiche che la tempesta ormonale puberale scatena. Se avete agito bene fino ad ora, l'attività sportiva continuerà con maggiore impegno e responsabilità e i vostri figli cominceranno magari ad essere protagonisti in qualche evento sportivo, anche come "magiorettes" o "introducers" va bene lo stesso. Può darsi che decidano di cambiare tipo di sport: consentiteglielo anche se avessero raggiunto già dei buoni risultati. Nell'adolescenza cambia il rapporto che si ha con la propria immagine corporea. Può darsi che un ragazzo non se la senta più di fare danza e che una ragazza non abbia più voglia di fare ginnastica ritmica: se lasciano non fatene un dramma e consentite loro di cambiare. Se invece vogliono proseguire a titolo agonistico, ben venga: lasciateglielo fare, anche a costo di sacrifici; perché avendo una forte passione avranno di sicuro dei risultati e vi daranno grandi soddisfazioni. Se ciò non accadrà...non frustratevi! L'importante è che loro abbiano fatto un percorso e dato il loro massimo impegno, pur senza riuscire a vincere nulla. Hanno vinto la salute e non è poco!

 

In questa età è possibile fare sport che richiedano un maggiore impegno psichico e muscolare. Tutti gli sport vanno bene tranne forse la boxe, il full contact, la lotta libera; non che siano "male" a prescindere ma a cominciarle IN QUESTA ETA'. Il desiderio di praticare sport pieni di aggressività e forza potrebbe lanciare segnali precisi: può darsi che abbiano la necessità di difendersi dal "branco" oppure di emergerne. Non date divieti assoluti ma discutete la scelta ed eventualmente sottoponete il tutto ad uno psicologo per valutare le reali motivazioni.

Purtroppo tutti gli studi sul campo hanno rivelato che c'è una notevole inattività nei giovani per i motivi già esposti. La vita sedentaria magari davanti ad un pc e la pigrizia sempre in agguato se non ci sono motivazioni ed impegni precisi, predispongono a sovrappeso con relativa ipertensione e patologie del cuore, al diabete, ad osteoporosi, ad artrosi precoce, a vizi di postura, a problemi di vista. E' fondamentale abituare i vostri figli ad una regolare attività fisica quotidiana, perché ne hanno bisogno. Altrimenti si corre il rischio che dopo 5 giorni di letargo vadano a sfrenarsi in qualche gioco pericoloso, a rimbecillirsi in discoteche ballando tutta la notte, a schiantarsi sulle strade il sabato.

L'alimentazione dev'essere ricca di carboidrati per oltre il 50% del fabbisogno calorico: di pane, pasta, riso, cereali non se ne può fare a meno. Frutta e verdura forniscono fibre, minerali e vitamine e devono essere introdotti almeno 4-5 volte al giorno. Anche i grassi sono necessari. Nell'infanzia e nella pubertà sono necessari anche i grassi e le proteine animali perché entrano nella costituzione delle membrane, degli ormoni e dei tessuti. Più avanti nell'età se ne può fare anche a meno seguendo un regime vegetariano coerente. Tra i grassi animali sono preziosi soprattutto quelli del pesce (sgombro, pesce azzurro) perché sono polinsaturi (omega 2, omega 3, omega 6) e non si accumulano nelle arterie. Pare abbiano un ruolo importante nella prevenzione delle dermatiti e dei cattivi odori corporei (un problema che affligge moltissimi adolescenti e giovani adulti), dell'acne. E' bene dare precedenza nutrizionale al pesce piuttosto che alla carne.

Cosa bere?
Di certo non le bevande gassate e zuccherine. Si all'acqua (addizionata di sali in caso di sport), te deteinato, succo d'uva (non vino!!!), spremute e frullati.

Quando bere?
Possibilmente non esagerare con l'acqua durante i pasti perché viene diluito il potere digestivo dei succhi gastrici e molti cibi potrebbero risultare pesanti da smaltire. Assolutamente vietato bere acqua ghiacciata durante i pasti o subito dopo o durante una sudata o durante uno sport. Acqua sempre a temperatura ambiente. Se fresca di frigo dev'essere bevuta a piccoli sorsi.

Altrettanto necessari sono gli spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio. Devono essere leggeri e sani (yogurt, frutto, succo e fette biscottate, barrette multicereali, panino con marmellata o miele o formaggio, o tonno e pomodoro, carote, sedano e finocchi da sgranocchiare in pinzimonio; ma si...anche un po' di cioccolata dura o in crema spalmabile sul pane va bene, a patto che non ci si tuffi nella cioccolata come Nanni Moretti!). Si alla frutta secca comprese noci, nocciole, mandorle e ai semi che sono ricchi di oligoelementi (semi di zucca, di girasole). Di grande valore energetico sono i germogli da mangiare in insalata. Potete ottenerli da soli in casa comprando gli appositi germogliatoi e i sacchetti di semi.

 

12. L'importanza dei ritmi sonno-veglia

La salute è garantita anche da questo. Occorre dormire e stare svegli armonicamente, secondo un ritmo che è prima di tutto naturale e biologico e gestito dalla ghiandola pineale, la quale dà anche il via all'attivazione o al rallentamento delle ghiandole. Esiste qualcosa che si chiama BIORITMO ed è il ritmo che ha il nostro corpo con tutti i suoi organi, a determinati orari. Informatevi, rispettate e fate rispettare ai vostri figli i ritmi naturali.

 

13. La sofisticazione degli alimenti

Purtroppo l'industria alimentare ha necessità vitale di additivi per impedire il deterioramento dei cibi, tentare di mantenerne la freschezza ed evitare la crescita di microrganismi. Abbiamo quindi conservanti (nitrati, nitriti, derivati dello zolfo, calcio proprionato...che troverete sotto i nomi di E249, 252,220,228, 282), antiossidanti (tocoferoli, anisolo, toluolo, acido ascorbico, citrico ecc che troverete sotto la sigla E306, 309, 320, 321, 300,330).

Poi ci sono una quantità di additivi che agiscono sul sapore, ne esaltano il gusto, aggiungono aromi sintetici, dolcificano o regolano l'acidità, addensano, gelificano, solidificano, diluiscono, emulsionano; che troverete sotto altrettante sigle (E 420, 621, 951, 954, 957 ecc).

Per finire...ducis in fundo...abbiamo i coloranti (e vi risparmio la lista) che non servono solo ad incoraggiare ed attirare gli acquirenti impreparati, ma anche a volte a mascherare la scarsa qualità dei cibi. Per andare alle fonti della normativa europea in merito potete consultare: Direttiva del Parlamento e del Consiglio Europeo 94/36/CE in materia di coloranti per uso alimentare e Direttiva della Commissione 95/45/CE. Il fatto che sia il consiglio Europeo a stabilire alcuni parametri non costituisce assolutamente garanzia. Le dosi massime alle quali non sono stati trovati effetti vengono cercate su animali da laboratorio e non sull'uomo; quindi i risultati non sono assolutamente affidabili. Inoltre gli interessi commerciali dei vari Stati membri portano spesso a scelte balorde, consentendo ad esempio di denaturare alcuni prodotti d'eccellenza nazionale, come ad esempio il nostro cioccolato..

Chi controlla in pratica?
Non saprei. L'altro giorno ho acquistato un tipo di biscotti integrali con un nome fuorviante sulla "digestione". Aprendo il pacchetto ne emanava un odore di oli stantii, rancidi. Ho deciso di spedire la confezione ai NAS per un controllo. Se dovesse capitarvi fatelo anche voi.

Non si capisce neppure perché non blocchino i coloranti nelle medicine; né nel cibo per animali: cosa se ne frega un cane di un biscotto rosso o giallo? Misteri dell'industria. Ma vi dirò di più, anni fa una celeberrima felice casa produttrice di pasta ed anche di biscotti all'uovo per esseri umani, metteva il colorante giallo negli impasti. Quando questo colorante venne vietato...trovò l'escamotage: convinse gli allevatori di galline a colorare il loro cibo così che le uova avessero un bel colore arancione.... Molte cremine dentro le tortine e le fettine "della salute e della crescita" dei vostri bambini, vengono ottenute con grassi animali e uova non freschissime. Le sedicenti creme o disgustose poltiglie ottenute, sono poi modificate, emulsionate, colorate, sbiancate, addizionate e vi si presenteranno come appetibili, specialmente dopo una pubblicità studiata da abili registi e pubblicisti. Voilà il veleno è servito!

Se leggeste un libro-denuncia circa le sofisticazioni nell'industria alimentare, vi passerebbe completamente la voglia di andare nei supermercati o nei negozi e andreste in giro per i campi a mangiare solo bacche e filetti d'erba, come gli animali.

 

14. Il colore è lunghezza d'onda ed energia, non solo per gli occhi

Se l'industria alimentare ha cominciato a mettere additivi colorati per attirare i compratori, vuol dire che sa benissimo che del colore abbiamo un bisogno vitale nella sua qualità vibrazionale e come lunghezza d'onda, perché lo cerchiamo e ne siamo avidi innanzitutto con gli occhi. Ci cibiamo anche di colore, di quanti di energia. L'industria alimentare ha deciso di ingannarci ed intossicarci per profitto, ma se ne siamo consapevoli non saremo strumenti nelle sue mani. Cerchiamo di assumere il colore attraverso frutta e verdura di stagione.

Anche se ultimamente si stanno sempre più usando (per fortuna) coloranti naturali come olio di carota, zafferano, succo di barbabietola rossa, succhi e polveri di verdure, non sarà mai sufficiente ribadire l'importanza di un'alimentazione naturale. Attenzione che anche il cosiddetto "biologico" non è del tutto garantito come si potrebbe supporre. Spesso costa solo di più.

Non resta che fare una sola cosa se possibile: accordarsi tra abitanti di un condominio o tra amici e recarsi una volta alla settimana ad acquistare cibi direttamente dai contadini, accertandosi che non usi pesticidi e diserbanti "ad capocchiam", col serio rischio di avvelenarci ancora di più.

Volete fare di meglio ed essere del tutto sicuri? Avete un cortiletto, un terrazzo, un pezzettino di terra vostro o condominiale?
Invece di piantare rose e gerani, cominciate a considerare semi di zucca, pomodori, fagioli, piante da frutto in miniatura, che vi daranno grandi soddisfazioni e grandissima sicurezza. Sarà bellissimo cibarsi di ciò che avete coltivato con amore, dando uno splendido esempio ai vostri figli.

Buon divertimento!

 

 

Bibliografia

  • World Health Organisation (1990). Prevention in childhood and youth of adult cardiovascular disease: time for action. WHO, Geneva.
  • www.eufic.org
  • European Parliament and Council Directive 87/107/EEC (1988) on the approximation of the laws of the Member States concerning food additives authorised for use in foodstuffs intended for human consumption. Official Journal of the European Communities L40, 11.2.89, 27-33.
  • European Parliament and Council Directive 94/36/EC (1994) on colours for use in foodstuffs. Official Journal of the European Communities L237, 10.9.94, 13-29.
  • World Health Organisation (1987). Principles for the Safety Assessment of Food Additives and Contaminants in Food. Environmental Health Criteria 70. International Programme on Chemical Safety (IPCS) in cooperation with the Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives (JECFA). World Health Organisation, Geneva.

 

Data pubblicazione: 27 novembre 2011