Due nuovi farmaci per la cura della neoplasia prostatica ormono refrattaria
riassunto di due nuovi farmaci per il trattamento delle neopasie prostatiche ormonorefrattarie in progressione alla chemioterapia con docetaxel
Abiraterone
Abiraterone acetato è un pro-farmaco di Abiraterone. Frutto di uno studio britannico, condotto presso l’Institute of Cancer Research and the Royal Marsden Hospital, è un inibitore della produzione di testosterone, l’ormone che serve alla neoplasia prostatica per crescere. Esso inibisce selettivamente l'enzima 17α-idrossilasi / C17, 20-liasi (CYP17), che è un enzima chiave nella via di biosintesi degli androgeni (ormoni sessuali maschili). L'inibizione della CY17, si traduce in una riduzione della produzione di testosterone sia nei testicoli che nelle ghiandole surrenali, ma comporta anche un aumento della produzione di mineralcorticoidi nelle ghiandole surrenali.
Esistono già terapie mirate al blocco androgenico (ormoni sessuali maschili) ma, a differenza degli attuali inibitori, il nuovo farmaco agisce su più di un enzima ed effettua un blocco più potente permettendo di mantenere una sopravvivenza libera da progressione di malattia per più tempo, durante il quale i pazienti possono tenere sotto controllo molti sintomi, come il dolore nei malati che hanno metastasi ossee.
In atto questo farmaco è e sarà disponibile in alcuni centri Italiani all’interno di studi definiti EAP (expanded access program) in soggetti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, che è progredito dopo una chemioterapia a base di taxani.
I soggetti eleggibili riceveranno Abiraterone acetato a una dose quotidiana di 1.000 mg (somministrati oralmente in forma di 4 compresse da 250 mg) e prednisone o prednisolone ad una dose quotidiana di 5 mg da assumere oralmente, due volte al giorno. Ogni ciclo ha una durata di 28 giorni. I soggetti verranno trattati fino alla progressione della malattia.
Nel complesso, i più comuni eventi avversi correlati ad Abiraterone acetato comprendono: affaticamento, ipertensione, ritenzione di liquidi, e ipopotassiemia da un eccesso di mineralcorticoidi causato dall’azione compensatoria sull’ormone adrenocorticotropo (ACTH). La somministrazione di prednisone o prednisolone è in grado di attenuare questi effetti collaterali, bloccando il feedback negativo sull'ACTH.
Cabazitaxel
Chemioterapico di recente introduzione, prodotto dalla Sanofi Aventis.
Lo studio clinico "TROPIC", ha confrontato la combinazione di cabazitaxel associato a prednisone/prednisolone con l´agente attivo mitoxandrone associato a prednisone/prednisolone (quest’ultimo definito schema di Tannoch ed utilizzato in epoca pre taxani per la palliazione del dolore nel paziente con carcinoma prostatico metastatico ormono refrattario). Sono stati studiati oltre 700 pazienti e i risultati hanno dimostrato che la combinazione di cabazitaxel e prednisone/prednisolone ha ridotto significativamente il rischio di morte del 30%.
Gli eventi avversi con cabazitaxel più frequenti e di grado importante sono stati: ematologici (neutropenia, infezioni); non ematologici (nausea, vomito e diarrea.
Gli eventi avversi più frequenti associati al trattamento che hanno causato la sospensione del braccio con cabazitaxel sono stati neutropenia (2,4%), ematuria (1,3%), diarrea (1,1%) e affaticamento (1,1%). La neuropatia periferica di grado 3/4 si è verificata nello 0,5% di pazienti del braccio con cabazitaxel rispetto allo 0,3% di quelli del braccio con mitoxandrone e pertanto considerata accettabile.
Anche questo farmaco a breve sarà disponibile all’interno di studi definiti EAP (expanded access program) in soggetti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, che è progredito dopo una chemioterapia a base di taxani.