Afta dolorosa.

Le afte

Le afte sono delle lesioni della mucosa orale che si manifestano sotto forma di ulcere dolorose. Le cause possono essere di vario tipo, la più accreditata è la risposta immunitaria a una forma di stress psicofisico. In alcuni casi le afte possono essere il sintomo di altri disturbi o patologie.

Cosa sono le afte?

Le afte sono lesioni della mucosa della bocca. Si presentano come ulcerazioni dolorose tondeggianti, generalmente del diametro di pochi millimetri, non rilevate sul piano mucoso, con una superficie biancastra circondato da un alone rosso, dovuto all’iperemia conseguente all’infiammazione.

Le zone colpite dalle afte di solito riguardano la porzione di mucosa orale non cheratinizzata, presente nel vestibolo, sulla lingua, nel pavimento orale e la porzione buccale della mucosa del labbro.

Tipologie di aftosi

La forma di aftosi più frequente prende il nome di afta minor e ha le seguenti caratteristiche:

  • coinvolge porzioni di mucosa non superiori ai 10mm,
  • ha un decorso benigno caratterizzato da una spontanea remissione della sintomatologia entro 4-5 giorni dall’esordio della lesione,
  • la completa guarigione della zona di mucosa interessata avviene nella maggior parte dei casi entro 14 giorni dall’esordio.

Nell’80% dei casi la stomatite aftosica ricorrente si presenta con forme minor.

Esistono poi altre due forme di aftosi:

  • una forma major, caratterizzata da un diametro che può raggiungere e superare il centimetro;
  • una forma erpetiforme, in cui la mucosa interessata può essere quella del palato o del dorso linguale.

Queste ultime due forme di afte orali sono particolarmente dolorose e per la loro terapia si può ricorrere a corticosteroidi locali o, nei casi più gravi, a somministrazione sistemica.

afte

Esempio di afta della bocca

Quali sono le cause delle afte?

La patogenesi delle afte in bocca è una infiammazione mediata da immunocomplessi in cui l’immunità innata, così come i radicali liberi, giocano un ruolo molto importante. La reazione aftosa va interpretata come una reazione immunologica aberrante dominata dall’intervento dei TH2.

Di particolare interesse clinico è l’aftosi ricorrente, una patologia che può presentarsi come un fenomeno isolato a sé stante oppure far parte di un corredo sintomatico in un quadro sindromico, quale ad esempio la Sindrome di Behcet.

Generalmente la stomatite aftosica ricorrente interessa le donne, i soggetti sotto i 40 anni, non fumatori e di medio-alto status socio-economico.

Questo tipo di fenomeno può interessare fino al 25% percento della popolazione in determinati periodi e alla sua genesi sono stati chiamati in causa sia fattori genetici, ma anche ambientali, quali ad esempio:

  • traumi del cavo orale,
  • lo stress (come avviene per le infezioni orali da herpes simplex),
  • cambiamenti ormonali quali quelli dovuti al ciclo mestruale,
  • infezioni e indebolimento del sistema immunitario,
  • allergie a conservanti alimentari.

Deficit vitaminici o alimentari sono stati altresì chiamati in causa, sebbene la somministrazione dei fattori mancanti non porti ad una remissione della sintomatologia.

Il tabagismo è considerato un fattore protettivo per l’insorgenza di fenomeni aftosici: la sospensione dell’abitudine al fumo può portare alla sua comparsa in soggetti che prima non ne avevano mai manifestato i sintomi.

Anche l’assunzione di particolari farmaci in pazienti predisposti potrebbero essere fattori scatenanti fenomeni ricorrenti di aftosi. I principali farmaci imputati sono:

  • i FANS,
  • i beta-bloccanti,
  • l’alendronato (FOSAMAX) e il nicorandil, un anti-anginoso commercializzato con il nome di IKOREL o PRECOND.

Anche alcuni alimenti e prodotti possono funzionare da stimolo per un episodio aftosico in soggetti predisposti:

  • Bevande alcoliche e gasate,
  • cibi molto piccanti o speziati;
  • alcuni prodotti per l’igiene orale, quali dentifrici o collutori contenenti sodio lauril solfato.

Afte sintomo di altre patologie

Poiché le afte possono essere la manifestazione orale di una sindrome sistemica, vanno indagate la presenza di:

  • diarrea e rapido dimagrimento, che potrebbero suggerire una patologia gastrointestinale, come la sindrome di Crohn o una retto colite ulcerosa o un enteropatia da glutine;
  • ulcere genitali o uveiti potrebbero suggerire un sindrome di Behcet;
  • dolori articolari potrebbero rimandare a forme reumatiche quali la sindrome di Reiter.

Nel bambino la presenza di febbre associata a episodi ricorrenti aftosici è indice della sindrome PFAPA (Periodic Fever, Aphtous stomatitis, Pharyngitis and cervical Adenopathies). In questo caso sia faringiti, adeniti e appunto febbre si associano alle afte.

L’aftosi ricorrente, qualora si accompagni a placche o noduli cutanei eritematosi, può essere spia della sindrome di Sweet, un complesso sintomatologico proprio di alcune gravi malattie come le leucemie.

Cosa fare in caso di afte?

Durante gli episodi aftosici tra gli antisettici orali quello che ha dimostrato maggiore efficacia è la clorexidina, che evita una sovrapposizione batterica secondaria della lesione.

Allo stesso modo collutori antiinfiammatori come il diclofenac al 3% e degli emollienti, possono alleviare il dolore durante la fase di guarigione della mucosa.

Collutori a base di tetracicline, cosi come paste adesive contenenti corticosteroidi si sono rivelati particolarmente efficaci negli episodi caratterizzati da lesioni maggiori accompagnate da dolore intenso e prolungato.

Ad ogni modo farmaci ad azione locale sono considerati il trattamento standard nei casi lievi di stomatite aftosa ricorrente. Nei casi più severi le terapie locali sono utili nell’accelerare i tempi di guarigione di un singolo episodio, ma falliscono nel prolungare i periodi indenni da nuovi episodi.

Per la gran parte dei pazienti la ionoterapia con colchicina o la combinazione di quest’ultima con pentoxifilline o prednisolone è soddisfacente. In ogni caso terapie sistemiche con farmaci immunomodulatori andrebbero valutate in maniera approfondita pesando rischi e benfici delle stesse per ciascun paziente.

Data pubblicazione: 03 marzo 2010

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