L'epulide
Le epulidi sono lesioni proliferative benigne a localizzazione gengivale ad eziologia multifattoriale in cui un ruolo importante lo può giocare l'irritazione dovuta alla scarsa igiene orale
Introduzione
La visita odontoiatrica è un esame durante il quale il professionista oltre a valutare lo stato di salute degli elementi dentari e a formulare laddove necessario un piano di trattamento per il ripristino dell’integrità e della funzione dell’apparato masticatorio, valuta lo stato di salute dei tessuti molli allo scopo di identificare la presenza di lesioni che magari son passate inosservate allo stesso paziente.
Per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tutte le lesioni che non regrediscono spontaneamente o dopo terapia in un tempo di 2 settimane devono essere sottoposte ad approfondimento diagnostico.
Una lesione dei tessuti molli che è possibile riscontrare nel cavo orale è la cosiddetta Epulide.
Clinica
Quello di Epulide è un termine clinico aspecifico che ha un significato topografico (sta ad indicare infatti “sopra la gengiva”). Le epulidi sono proliferazioni benigne circoscritte e asintomatiche di tessuto molle di dimensione variabile da pochi mm a qualche cm di consistenza variabile dal soffice al duro-elastico e di colore può andare dal rosa al rosso-violaceo a seconda della componente istologica prevalente, si localizzano sul margine gengivale. Risulta maggiormente colpito il sesso femminile con un rapporto 2:1.
Eziologia
L’eziopatogenesi di queste lesioni non è stata completamente chiarita ma sembrerebbe che esse abbiano una origine multifattoriale in cui gioca un ruolo chiave la componente irritativo-infiammatoria che determina la sua azione su componenti cellulari presenti nel legamento parodontale o nel periostio. La scarsa igiene orale sembra essere un fattore predisponente la patologia. L’ipotesi di natura ormonale trova un qualche riscontro nella constatazione che la loro insorgenza è più frequente in alcuni casi di squilibri ormonali (ad esempio lo stato gravidico).
Classificazione
Dal punto di vista classificativo distinguiamo 4 tipi di epulide, a seconda della componente istologica che predomina:
- epulide granulomatosa (o granuloma piogenico),
- epulide fibromatosa,
- epulide angiomatosa,
- epulide gigantocellulare (o epulide vera).
Secondo alcuni autori i vari tipi di epulide corrisponderebbero a stadi diversi di un’unica entità nosologica e sarebbe possibile il passaggio da una forma all’altra partendo dalle forme iniziali più ricche di componente cellulare e vascolare fino a forme terminali in cui prevale la componente fibrosa.
Diagnosi differenziale
Le epulidi vanno distinte da altre lesioni dei tessuti molli a carattere proliferativo che possono avere una origine infiammatoria o anche neoplastica. Dirimente è sempre l'esame istologico.
L'Epulide gigantocellulare rientra nel gruppo delle lesioni gengivali a cellule giganti. Definita anche Granuloma Periferico a cellule giganti, va distinto dal Granuloma Centrale a cellule giganti, lesione istologicamente identica ma che origina dal tessuto midollare dei mascellari, mentre osservazioni ultrastrutturali ed immunoistochimiche han dimostrato che le cellule giganti dell’epulide gigantocellulare derivano da macrofagi, osteoclasti o loro precursori presenti nel legamento parodontale (o nel periostio), specie nel caso di elementi dentari necrotici, a sostegno quindi della teoria irritativa-infiammatoria.
Trattamento
Il trattamento delle epulidi è sempre il medesimo e consiste nell’escissione chirurgica compreso il periostio sottostante associata a curettage osseo e a rimozione dei fattori irritativi locali. Quando tali lesioni si sviluppano a partire dal legamento parodontale di un elemento dentario, alla rimozione della lesione va associata la levigatura radicolare procedura mediante la quale viene rimosso il tessuto dal quale traggono origine. E possibile la recidiva con ricomparsa della lesione.
In caso di recidive ripetute può esser necessario estrarre il dente associato alla lesione stessa.
Caso clinico
fig.1 - Epulide in regione mandibolare edentula
fig. 2 - Rimozione della lesione
fig. 3 - La lesione asportata da sottoporre ad esame istologico
fig. 4 - Guarigione dei tessuti a 3 mesi
Per approfondire l'argomento
Di Iorio E, Berardini M. Imponente tumefazione gengivale in area edentula. Doctor Os 2014;XXV (4):2-6