Il ruolo dell'AngioOCT nel Glaucoma
L'avvento dell'AngioOCT ha rivoluzionato la diagnosi ed il monitoraggio delle patologie retiniche vascolari. Anche nello studio del Glaucoma, questa nuova tecnica potrebbe rivelare un ruolo importante nella diagnosi precoce della malattia.
Indice:
Angio OCT: quali sono i vantaggi?
Da circa due anni è oramai disponibile una nuova tecnica di imaging strumentale chiamata angio OCT o angiografia OCT. Si tratta di una tecnica di OCT estremamente sofisticata e non invasiva che ha consentito di ampliare ed arricchire le nostre conoscenze sulla diagnosi delle maculopatie retiniche.
I nuovi SWEPT-Source OCT sono in grado di ottenere immagini ad altissima risoluzione volumetrica sfruttando il movimento generato dal flusso sanguigno. Si tratta di una piccola rivoluzione nell'ambito della diagnosi strumentale retinica.
Questi sistemi, infatti, offrono la possibilità di studiare la circolazione retinica in modo non invasivo ed eliminando gli effetti collaterali associati all'iniezione di coloranti in vena.
Come funziona l'angio OCT?
L'angiografia OCT è assimilabile al classico esame OCT, ma più avanzato.
Ecco perché non potrà mai sostituire del tutto la tradizionale Fluorangiografia con mezzo di contrasto, che rimane attualmente l'esame di riferimento per la diagnosi e il monitoraggio delle maculopatie e retinopatie vascolari.
Il principio di funzionamento è semplice:
- lo strumento acquisisce progressivamente diverse scansioni (OCT B-scan sequenziali) nello stesso punto,
- successivamente le confronta analizzando il "segnale di decorrelazione" (o differenza di intensità) generato dal movimento del sangue all'interno dei capillari,
- in questo modo ricostruisce una mappa tridimensionale del circolo perfuso, eliminando rumori di fondo ed artefatti attraverso un algoritmo molto elaborato.
Cosa osserva il medico tramite l'AngioOCT?
L'esame consente di valutare nel dettaglio l'anatomia e il decorso del circolo vascolare retinico, normale o patologico, senza la necessità di iniettare alcun tipo di colorante.
In pochi secondi il software ricostruisce una mappa corioretinica tridimensionale che viene mostrata sullo schermo attraverso la cosiddetta visualizzazione "en face", strato per strato.
Sono stati individuati tre plessi: superficiale, profondo e coroideale.
A cosa serve?
Le applicazioni cliniche dell'AngioOCT sono numerose e in continua evoluzione, proprio per le potenzialità diagnostiche offerte dalla tecnica in fase di studio.
Sicuramente potrà rivelarsi utile per le vasculopatie retiniche, le patologie occlusive venose, la retinopatia diabetica, le retinopatie sierose, le neovascolarizzazioni retiniche o le degenerazioni maculari umide e atrofiche.
Nonostante l'angiografia OCT sia inevitabilmente più votata allo studio delle patologie retiniche di natura vascolare, alcuni recenti studi ne hanno evidenziato anche un certo ruolo nell'ambito della neurotticopatia da glaucoma.
Guarda il video: Come si forma il glaucoma?
L'AngioOCT nel Glaucoma
Lo studio del circolo perfusionale peripapillare e la valutazione del network microvascolare stanno assumendo un ruolo diagnostico e prognostico sempre più rilevante nella gestione delle patologie neuroretiniche.
Negli anni passati, le tecniche flussimetriche non invasive insieme alla fluorangiografia tradizionale, hanno permesso di studiare l'angio-architettura della testa del nervo ottico nel glaucoma. Queste tecniche permettono di evidenziare una riduzione della perfusione papillare ed un aumento del leakage dovuto alle alterazioni della lamina cribrosa.
Tuttavia, mentre l'esame fluorangiografico appare oggi troppo invasivo per essere impiegato nella diagnosi di glaucoma, le tradizionali tecniche flussimetriche sono state progressivamente abbandonate poiché viziate da alcuni limiti (scarsa ripetibilità intra e inter-esame, esame operatore-dipendente).
L'angio OCT sembra aver superato, almeno in parte, i limiti delle tecniche precedenti offrendo maggiore affidabilità ed informazioni più attendibili sull'anatomia del microcircolo vascolare.
È stato, infatti, osservato che nei pazienti affetti da glaucoma si verifica una riduzione della densità vascolare peripapillare e che tale riduzione sembrerebbe essere correlata con la severità della neurotticopatia glaucomatosa, sia con indici funzionali (deficit perimetrico) sia strutturali (spessore strato cellule ganglionari e strato delle fibre nervose).
Nonostante gli algoritmi di elaborazione siano in continua evoluzione, offrendo informazioni sempre più affascinanti sulla densità vascolare e sulla velocità emoreologica, è bene ricordare che saranno necessari studi prospettici con follow up a lungo termine per valutare al meglio limiti e vantaggi di questa nuova tecnica.
Fonti bibliografiche
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