CFS: la Sindrome da Affaticamento Cronico
La Sindrome da Affaticamento Cronico è una patologia che può esprimersi con quadri particolarmente gravi ed invalidanti, non facile da diagnosticare e di difficile trattamento terapeutico.
La Sindrome da Affaticamento Cronico è nota anche come Sindrome da stanchezza cronica o Sindrome da fatica cronica (classificazione OMS: 2009-ICD-9-CM 780.71), si presenta più comunemente nei giovani e nelle donne intorno ai 35-40 anni, è quasi assente negli anziani oltre i 65-70 anni e rara nell'età pediatrica.
Identificata in Gran Bretagna come Myalgic Encephalomyelitis, Encefalomielite Mialgica – ME e negli USA Chronic Fatigue and Immune Dysfunction Sindrome (Sindrome da fatica cronica immunodisfunzionale – CFSIDS) è stata riscontrata in tutto il mondo comprese l’Europa, l’Australia, la Nuova Zelanda, Canada, l’Islanda, il Giappone, la Russia e il Sudafrica.
Sintomi della Sindrome da Stanchezza Cronica
La Sindrome da Affaticamento Cronico è caratterizzata da stanchezza grave e invalidante associata ad altri sintomi, tra i quali:
- dolori muscolari
- disturbi del sonno
- mancanza di concentrazione e cefalea.
Questa stanchezza deve essere debilitante e persistere da almeno sei mesi, non deve risolversi con il riposo a letto e risultare così grave da ridurre di oltre il 50% l’abituale attività fisica del soggetto.
Possono riscontrarsi, inoltre, difficoltà di concentrazione e/o memoria, faringodinia, linfoadenopatia cervicale o ascellare, mialgie, dolori articolari, cefalea qualitativamente diversa da quella che il paziente può aver esperito prima della comparsa della stanchezza, sonno non ristoratore e malessere prolungato dopo esercizio fisico; anche tali sintomi, quando presenti, devono persistere o ricorrere da almeno sei mesi.
Fatica cronica: cause
Le cause della sindrome sono ancora poco chiare e gli studi si orientano in ambito infettivologico, immunologico, neurologico e tossicologico.
Diagnosi
La diagnostica differenziale deve escludere la presenza di epatite B o C non risolte, EB virus, Candida, parassitosi intestinali, forme tumorali, disordini immunitari o autoimmunitari, disturbi endocrini (ipotiroidismo), lupus eritematoso sistemico, infezioni croniche, malattie muscolari o del sistema nervoso (sclerosi multipla), disturbi cardiaci, renali, infezioni epatiche e diabete.
Si dovranno escludere inoltre effetti collaterali ai farmaci, disturbi depressivi maggiori, demenza, disordini bipolari, schizofrenia, apnea notturna, narcolessia, disturbi del sonno, anoressia o bulimia nervosa, obesità severa, abuso di alcol e droghe.
Evoluzione della CFS
Col progredire della sindrome la spossatezza può diventare grave, la sensazione di essere “svuotati di energie” e lo sfinimento severo diventano persistenti. Molti sintomi si acuiscono e altri se ne aggiungono quali:
- nausea
- disturbi del ritmo cardiaco
- mancanza di fiato sotto sforzo
- squilibri pressori
- sensazione di "testa vuota" e vertigini
- difficoltà e fatica nel parlare
- pallore estremo
- nuove allergie a cibi, medicinali o sostanze chimiche
- colon irritabile
- disturbi del metabolismo
- variazioni di peso marcate
- aumento della frequenza della minzione e disfunzioni della vescica
- fotofobia, ipersensibilità ai rumori
- ansia, crisi di panico.
Questa patologia è solitamente molto debilitante e si protrae nella maggior parte dei casi per diversi anni; in alcuni soggetti tende a regredire spontaneamente o con la terapia farmacologica mentre per altri il peggioramento è ingravescente e inarrestabile.
Terapia
Considerata la complessità eziologia della sindrome della stanchezza cronica e le manifestazioni cliniche spesso varie tra loro, l’approccio terapeutico convenzionale è piuttosto limitato e solitamente prevede l’uso di farmaci antidolorifici e antiflogistici, integratori alimentari, tonici, da affiancare quando indicato e possibile a programmi specifici di riabilitazione manuale.
Omeopatia, omotossicologia e medicina biologica di regolazione offrono spunti interessanti tanto nel trattamento dei fattori eziologici, quando questi sono chiaramente evidenziabili, tanto nel recupero dell’equilibrio dei deficit organici e funzionali presenti nel paziente.
La terapia è personalizzata a ogni singolo individuo, alla sua peculiare storia clinica e al trattamento dei sintomi maggiormente debilitanti. Alcuni dei principali momenti terapeutici gestibili con la medicina non convenzionale
- attivazione e drenaggio della matrice connettivale
- stimolo della respirazione e della detossificazione cellulare
- riequilibrio del sistema immunitario.
Spesso è necessario integrare con fitoterapici e molecole biologiche ad azione tonica e disintossicante che esplicano azione diretta di stimolo dei sistemi metabolici rallentati.
Nei casi più fortunati la risposta alla terapia permette un ripristino ottimale delle normali funzioni fisiologiche e un recupero duraturo dello stato di salute.