Considerazioni sui filler o riempitivi
Come chirurgo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva, ed estetica, in 35 anni di professione specialistica ho visto nascere e morire numerose sostanze, ogni volta proposte come innovative, efficaci ed innocue.
Il più famoso è stato senza dubbio il collagene. Aveva il difetto di durare molto poco e di provocare allergie, quindi era necessario fare un test preventivo.
Tra i definitivi è scomparso, perché vietato, il silicone liquido che, pur essendo completamente anallergico e perfetto se usato correttamente, utilizzato incorrettamente ed in modo eccessivo, da mani incompetenti, poteva causare seri danni estetici di difficile correzione.
È sopravvissuto un po’ di più il Bioplastique, un silicone più compatto, per poi sparire dal commercio inspiegabilmente; si è usato in tutto il mondo il PMM sostanza simile al plexiglas, finemente micronizzata e veicolato con acido ialuronico. Riempiva le depressioni in modo permanente e come il silicone, stimolava la produzione di neo collagene, ma non è quasi più usato.
E’ ancora usata, ma in modo più micronizzato la idrossiapatite di calcio, simile al osso umano che da non riassorbibile è diventato riassorbibile proprio perché è ridota a piccolissime particelle ed iniettata sempre con l’acido ialuronico.
Qualche anno fa si usava molto una sostanza che una volta iniettata richiamava acqua e si gonfiava aumentandone il volume. Ho avuto il buon senso di non usarla perché a dato in troppi casi a distanza di 2-3 anni reazioni infiammatorie e di rigetto.
Ora si può dire che si usa per la maggior parte l’acido ialuronico riassorbibile in tutte le sue forme, variabili sia in durata che in consistenza. Purtroppo il suo uso è stato permesso a tutti i medici, anche a quelli appena laureati o ai dentisti. E’ un prodotto sì riassorbibile, idratante e anallergico, ma viene frequentemente iniettato in quantità esagerate sia per il cattivo gusto del medico, sia per le pressanti richieste dei pazienti.
I filler ialuronici e semipermanenti sono sostanze iniettate nella pelle a diverse profondità, da molto superficiali a profonde sopra periostee. Correggono riempiendole dal basso le rughe, le depressioni cutanee e sotto cutanee e in qualche modo anche i difetti muscolari ed ossei, armonizzando il profilo del volto e del corpo o ristabilendo i volumi persi con l’invecchiamento.
Hanno una durata variabile, prima di essere progressivamente e completamente riassorbiti, in relazione anche alla durezza e densità. Vengono iniettati in superficie quelli meno densi che durano poco e più in profondità quelli più densi per evitare che si vedano o si apprezzino al tatto.
A grandi linee i filler si possono dividono in cinque categorie:
- filler flash di rapido assorbimento
- filler riassorbibili a breve medio termine
- filler a lunga durata
- filler semipermanenti, riassorbibili o meglio parzialmente definitivi
- filler cellulari con autotrapianto di proprie cellule: adipociti, fibroblasti e bulbi piliferi
I filler flash sono quasi dei cosmetici che hanno la durata di un weekend o di una cerimonia.
I filler riassorbili a breve medio termine sono i più usati perché sono quelli più sicuri anche in mano inesperte. Alcuni di questi mantengono il volume iniettato altri richiamano acqua dei tessuti e aumentano di volume. Questa categoria però ha un inconveniente: spesso l’effetto iniziale è esagerato e si sgonfia a volte troppo rapidamente, causando una richiesta spasmodica del paziente a farsi gonfiare in modo esagerato e innaturale.
I filler a lunga durata sono spesso acidi ialuronici trattati e modificati per durare più a lungo e vengono iniettati di solito più in profondità. Alcuni di questi, secondo il mio parere, hanno un residuo permanente forse non dovuto alla sostanza iniziale, ma ai prodotti chimici utilizzati per crosslinkarli e renderli meno digeribili dei nostri enzimi e macrofagi.
I filler con auto trapianto di cellule autologhe li ritengo più chirurgici perché vengono iniettate della cellule prelevate dal proprio organismo, con una tecnica chiamata Lipofilling. Gli adipociti(cellule di grasso) attecchiscono al 50% in modo definitivo. Sono utilizzati per colmare l’abbassamento la borsa malare (occhiaia), difetti osteo muscolari, o atrofie della cute o sottocute. Il trapianto di capelli è un trapianto di bulbi che possono colmare un volto maschile ustionato o un paziente calvo. In questo caso non si usa la siringa ma dei piccoli fori nella pelle dove vengono inseriti i bulbi piliferi. Altro filler cellulare di auto trapianto si può considerare una miscela di fibroblasti con il collagene da loro prodotto.
I filler permanenti e semi permanenti sono quelli che preferisco. La loro caratteristica è quella di stimolare la neo formazione di collagene attorno della sostanza iniettata (come succede con le protesi di silicone che si usano per aumentare il seno, che provocano una risposta tissutale formando una capsula fibrosa intorno ad esse.
Questa capsula è formata da collagene cicatriziale di quarto tipo. Questa stimolazione di collagene permanente, che si trasforma poi in collagene di terzo tipo più morbido, rende questi filler “semi permanenti”. La sostanza si riassorbe, ma la fibrosi rimane e si potrà valutare l’entità nel tempo con semplici ecografie di confronto.
Quindi a mio giudizio l’aggettivo “semi permanente” è un eufemismo e una parola contradittoria: è come dire “semi eterno”. O una cosa è eterna o non lo è per nulla. Le vie di mezzo non esistono. Meglio dire che la sostanza si riassorbe, ma l’effetto permane se pur in minor evidenza; oppure dire che nella sostanza ci sono 2 componenti: uno che si riassorbe e l’altro no.
Queste sostanze devono essere iniettate con cautela e in micro gocce con la tecnica di Rabinaud, per due motivi.
Il primo per una maggiore omogeneità e per stimolare di più la formazione di neo collagene con micro fibrosi multiple. Il secondo per impedire che si formi una grossa capsula fibrosa che avvolge una goccia troppo grande o una striscia di prodotto che tende a contrarsi in un'unica bolla con formazioni di noduli visibili o percettibili al tatto e che possono anche spostarsi per gravità.
In questo piccolo excursus non faccio i nomi commerciali delle varie sostanze, comunque le più usate sono i derivati dell’acido ialuronico e i derivati dei fili riassorbibili usati per le suture chirurgiche. Sono tutti polimeri del carbonio (acido polilattico), PCL (policaprolattone), polygliactin e poligliconato. Sono usate anche polveri di altri polimeri veicolati con acido ialuronico o polveri di calcio (idrossiapatite).
Il buon senso del chirurgo e la raccomandazione di non esagerare nell’iniettare queste sostanze è fondamentale per ottenere dei risultati gradevoli e non dei “nuovi mostri”.