Laringospasmo e laringite ipoglottica
Il Laringospasmo può essere favorito dalla presenza di uno schema respiratorio orale anziché nasale, che può essere sostenuto da vari quadri di malocclusione dentaria
Il Laringospasmo e la laringite ipoglottica sono due quadri abbastanza frequenti in età pediatrica, che vengono anche chiamati CRUP o CROUP, caratterizzati da una respirazione resa rumorosa e difficile dalla contrazione della laringe. Sintomi principali sono una tosse “abbaiante “ e di timbro metallico e la sensazione di soffocamento.
Crisi di laringospasmo, però, possono riguardare anche l'adulto.
La concomitanza di infezioni, infiammazioni, allergie o Reflusso Gastro Esofageo (GER) possono predisporne l’insorgenza, che di solito avviene di notte.
Cosa fare in caso di laringospasmo?
È necessario anzitutto mantenere la calma e non farsi prendere dal panico, nonostante che di solito gli episodi siano comprensibilmente caratterizzati da una certa agitazione: raramente si tratta di situazioni di effettiva gravità. Comunque, se il bambino ha meno di un anno o se la crisi dura più di una mezz’ora, è prudente una corsa al pronto soccorso.
È bene prendere il bambino in braccio, sia per non lasciarlo in posizione supina, sia perché ciò contribuisce a mantenerlo più calmo. Si è soliti consigliare l’inalazione di aria umida e calda, in vasca da bagno o sul lavandino con i rubinetti aperti: ne è dubbia l’utilità, ma può aiutare a distogliere l’attenzione dal senso di soffocamento, in attesa che l’episodio si risolva spontaneamente.
Dopo il primo imprevedibile episodio, sarà bene consultare il Pediatra per avere indicazioni su quali farmaci tenere in casa. Sarà opportuno disporre in particolare di uno spray cortisonico: nelle crisi si potranno da subito somministrare 4-8 puff.
Il vero problema è costituito dal ricorrere delle crisi, e in questi casi si pensa a una predisposizione di alcuni bambini a ricadere. In particolare la tendenza del bambino a ricadere in rinosinusiti e ostruzioni nasali in genere, che lo portino a dover respirare con la bocca, costituiscono le concause forse più frequenti, che possono originare da vari fattori.
Fra questi si trascura spesso l'ipotesi puramente disfunzionale, cioè la presenza di uno schema respiratorio orale anziché nasale, specie di notte quando la vigilanza individuale cade. In pratica lo schema interpretativo abituale é: il naso é chiuso, quindi il paziente é costretto alla respirazione orale. Terapia: apriamo il naso (mucolitici, cortisonici, ecc.).
Esiste però un'altra possibilità, e cioè che il bambino abbia acquisito primariamente per vari motivi uno schema respiratorio orale. In pratica, specie quando dorme, è possibile che tenga la bocca aperta, ma non perché il naso è chiuso. A questo punto l'aria inspirata, potendo scegliere due vie di ingresso, preferisce il transito a minori resistenze, cioè quello attraverso a bocca.
Con il salto dei filtri nasali, viene facilitata anche introduzione nelle vie aeree di virus, batteri, allergeni e ed elementi inquinanti, che possono causare anche l’infiammazione e l’infezione della Laringe e facilitare quindi l’insorgenza del laringospasmo.
Anche l'ipertrofia adenotonsillare viene facilitata. Si vedano in proposito:
- Adenotonsillectomia nel bambino: si o no?
- Calci, testate, capriole e agitazione nel sonno: il "bambino cavallo"
Lo schema di Respirazione Orale Primaria, può predisporre anche all’insorgenza di rinosinusiti: il naso si può ammalare secondariamente alla respirazione orale, perché a causa di quest’ultima non viene ventilato (si veda in proposito Problemi di “naso chiuso”: a volte la causa sta in bocca).
Uno schema respiratorio orale è spesso sostenuto da vari quadri di malocclusione dentaria e di malposizione mandibolare. Si noti che il Laringospasmo accade quasi sempre nel sonno, quando anche la perdita del controllo posturale della mandibola può favorire l’apertura della bocca e la respirazione orale.
La presenza di uno schema respiratorio orale, specie se si accompagna al laringospasmo e al russare notturno, necessita della consulenza di un dentista che si occupi abitualmente di disturbi respiratori e nel sonno, e a volte anche di una logopedista che conosca le terapie miofunzionali utili a correggere, se presenti, le distonie labiali, i difetti di postura linguali, la deglutizione atipica.
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Per saperne di più:
Bibliografia
- Bernkopf E. Broia V. Bertarini A.M. Ortodonzia e patologia respiratorie ostruttive del bambino. Medico e Bambino. Anno XIV, n. 2, 28 Febbraio 1997
- Bernkopf E. Broia V. Bertarini A.M. Malocclusioni e patologie respiratorie ostruttive. Rivista Italiana di Stomatologia N. 10 Anno LXIII -Ottobre 1994, 501-9.
- Ronchetti R, Villa M.P, Bernkopf E. Le componenti strutturali craniofacciali del bambino con ostruzioni delle alte vie e disturbi respiratori nel sonno. Rivista Italiana di Broncopneumologia Pediatrica Volume 2, N. 2, Agosto 1998, 161-4.
- Bernkopf E. Ossido Nitrico e schema respiratorio abituale. European Respiratory News 12:41-51, 2004
- Bernkopf E. Macrì F. “Malocclusione dentale, respirazione orale e Tosse Cronica” Il Medico Pediatra N° 5 – 2005, 125-37