Acufene e mandibola: quando il fischio nelle orecchie dipende dall'Articolazione Temporo Mandibolare
Le cause degli acufeni si individuano non solo nelle patologie delle orecchie, ma anche nei disturbi dell'ATM, esiste quindi un legame tra acufene e mandibola.
L’insorgenza di un acufene, pur essendo abitualmente ascritta a patologie dell'orecchio, può essere determinata anche da fattori non otoiatrici a partenza dalle regioni della testa e del collo e, in particolare, dalla mandibola con particolare riguardo alla masticazione e all’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM): numerosi sono infatti i riscontri della frequente associazione fra acufeni e problemi della mandibola.
L’acufene è costituito dalla sensazione illusoria di percepire un suono che in realtà non è oggettivamente presente. Poiché l’acufene riguarda anzitutto strutture auricolari, viene necessariamente inserito nelle patologie dell’orecchio e lo specialista principalmente chiamato in causa è l’Otorinolaringoiatra. In molti casi, però, nel paziente che lo riferisce non si riscontra una malattia a carico dell’orecchio.
Articolazione Temporo Mandibolare e orecchio
L'ATM e l'orecchio, del resto, sono organi legati non solo da una semplice contiguità anatomica, ma anche da una ancor più vincolante comune origine filogenetica: gli ossicini dell'udito sono la risultante evolutiva dell’”Osso Articolare” o “Osso Quadrato”, tuttora presente nei rettili, progenitore appunto di Martello, Incudine e Staffa: quest'osso non aveva funzioni uditive, ma articolari, in quanto serviva ad aumentare l’ampiezza di apertura della bocca.
Acufene e mandibola: sintomi
Alcune caratteristiche dell’acufene possono più facilmente ipotizzare un ruolo patogenetico importante dell’ATM, e orientare di conseguenza in questo senso la terapia.
Anzitutto in questi casi l’acufene è riferito prevalentemente dallo stresso lato dell’articolazione interessata. A volte stringendo le mascelle il paziente può percepire una variazione del timbro e dell’intensità dell’acufene.
Se l'ATM è effettivamente coinvolta nell’insorgenza di un acufene è raro che quest’ultimo sia l’unico sintomo riferito: oltre a sintomi locali che riguardano strettamente l’articolazione (dolore, rumori di scroscio con i movimenti mandibolari, limitazione dei movimenti), possono riferire una vasta gamma di sintomi extra-auricolari ed extra-occlusali, quali mal di testa, dolori facciali, dolori cervicali, lombosciatalgia. Anche l'orecchio, comunque, può presentare problemi collaterali, quali l'ipersecrezione di cerume, prurito e dolore auricolare, senso di tappamento, di “pienezza”(fullness) alle orecchie, instabilità posturale e vertigini.
Quest’ultima serie di sintomi, apparentemente legati appunto all’orecchio, risulterebbero ancora più chiaramente orientativi verso una causa di acufeni nella mandibola, quindi legata all’ATM, quando lo specialista non dovesse aver riscontrato nell’orecchio stesso chiare cause di sua competenza.
Ma se anche così fosse, è necessario escludere che i problemi insorti nell’orecchio del paziente siano primariamente collegabili anch'essi a un Disturbo dell’ATM, tale da causare l’acufene con meccanismo indiretto.
In particolare la difficoltà di compensare, cioè di ripristinare l‘equilibrio pressorio fra e due superfici del timpano, in particolare in aereo o in montagna, ma con il prosieguo della patologia anche in condizioni normali, può essere legato a un conflitto generato dall’ATM nei confronti della Tuba di Eustachio: la disfunzione tubarica, a sua volta, è una delle cause più importanti dell’insorgenza di malattie dell’Orecchio Medio, di cui l’acufene può essere sintomo finale.
Acufeni e mal di testa
È frequente l’associazione fra cefalea a acufeni: la loro intensità in alcuni casi aumenta proprio in corrispondenza delle crisi cefalalgiche.
È però necessario porre diagnosi differenziale fra Cefalea Primaria (Emicranica o Tensiva) e cefalea secondaria derivante dalla bocca e dalla disfunzione dell’ATM, classificata al punto 11 della vigente classificazione internazionale espressa dall’IHC (International Headache Council): la cefalea costituisce infatti uno dei sintomi più frequenti in presenza di Disturbi dell’ATM, e fra questi ultimi pertanto è possibile spesso ricondurre sia la cefalea che gli acufeni.
Inoltre sia la cefalea, specie la tensiva, che l’acufene, sono spesso attribuiti a stati di ansia e stress psicogeno. Non va dimenticato che lo stress agisce anche sulla bocca, favorendo il serramento e il bruxismo, che aumentano a dismisura qualunque caratteristica sfavorevole dell’occlusione dentaria: si entra così in un circolo vizioso, nel quale lo stress può contribuire, attraverso i suoi effetti sull'occlusione, all’insorgenza sia della cefalea che dell’acufene anche per questa via indiretta.
Va però precisato che, fra tutti i numerosi sintomi che si possono accompagnare a un Disturbo dell’ATM, l’acufene è di gran lunga il più difficile da risolvere: quando insorge è già molto vicino al punto di non ritorno, nonostante un adeguato trattamento del disturbo che l’avesse storicamente scatenato.
Aspetto sfavorevole è un lungo tempo dall’insorgenza: spesso purtroppo il paziente non si attiva tempestivamente, ma solo quando l’acufene interferisce pesantemente con la sua qualità della vita.
Aspetti favorevoli sono invece la presenza di momenti di silenzio e di variazioni di intensità, il cui livello minimo può costituire un obiettivo terapeutico conseguibile più ragionevolmente rispetto alla completa guarigione.
Terapia odontoiatrica
Molte sono le esperienze nel campo dei Disturbi dall’ATM, riportate nella letteratura scientifica, che dimostrano la potenziale efficacia del trattamento dei Disturbi dell’ATM anche sulla sintomatologia collaterale, e includono nei possibili obiettivi terapeutici anche gli acufeni.
La terapia dei Disturbi dell’ATM è rivolta a ricercare, sulla base di ciò che il paziente riferisce e delle indagini cliniche e strumentali, la "posizione terapeutica", cioè la posizione della mandibola in cui l'intera struttura cranio-mandibolo-vertebrale, prima in disfunzione, possa assestarsi in una corretta postura.
Viene dunque allestito un dispositivo intra-orale in resina acrilica che, grazie alla presenza di "valli di riposizionamento mandibolare" opportunamente creati, costringe la mandibola a chiudere nella posizione prescelta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari a una vita normale ma non quelli considerati patologici, con una prospettiva di stabilità a lungo termine, anche se artificialmente determinata.
A questo proposito è importante sottolineare che a volte l’acufene è rilevato in sede anamnestica in pazienti che si rivolgono al dentista per Disturbi all’ATM, altre volte questi ultimi emergono in pazienti con acufeni solo a seguito dei quesiti rivolti loro dal medico durante la visita: in pratica i due gruppi presentano sostanzialmente il medesimo quadro, salvo cercare rimedio anzitutto per la componente che li preoccupa di più. Poiché questa indagine allargata all’ATM viene spesso trascurata nel trattamento degli acufeni, è possibile che il ruolo dell’ATM nella loro patogenesi sia di fatto sottostimato.
È quindi necessario che, in presenza di acufeni, oltre all'Otorinolaringoiatra, anche un Dentista-Gnatologo esperto in disturbi dell'ATM concorra alla formulazione della corretta diagnosi.
Acufeni e Malattia di Menière
L’acufene è un tipico sintomo della Malattia di Menière quando si associa a cali dell’udito, crisi vertiginose, senso di “pienezza” all’orecchio. Spesso questi quattro sintomi compaiono progressivamente nel tempo, fino a configurare il quadro completo della malattia.
Appendice
Si veda anche, in questo stesso sito:
- Malattia-di-Meniere e ATM
- Otite-Ricorrente, colpa dei denti?
- Ceruminosi e tappo di cerume
- La cefalea che viene dalla bocca
Bibliografia
- Bernkopf E. De Vincentiis G.C. Bernkopf G.: Rapporti fra Acufeni e disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare. Il Dentista Moderno, novembre 2016, 82-6
- Vielsmeier V, Kleinjung T, Strutz J, Bürgers R, Kreuzer PM, Langguth B: Tinnitus with temporomandibular joint disorders: a specific entity of tinnitus patients? Otolaryngol Head Neck Surg. 2011 Nov;145(5):748-52. Epub 2011 Jun 25
- Ren YF, Isberg A.Tinnitus in patients with temporomandibular joint internal derangement. Cranio. 1995 Apr;13(2):75-80
- Bernkopf E. Cefalea, otalgia e dolore vertebrale da malposizione cranio-mandibolare. Rivista Italiana di Stomatologia 1990; 10:7.
- Bernkopf E,Anselmi F,Maraggia A.La patologia dell’orecchio da disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare Odontostomatologia e Implantoprotesi 1989;7:90.
- Kempf HG, Roller R, Mühlbradt L. Correlation between inner ear disorders and temporomandibular joint diseases HNO. 1993 Jan;41(1):7-10
- Ramírez LM, Ballesteros LE, Sandoval GPOtological symptoms among patients with temporomandibular joint disorders Rev Med Chil. 2007 Dec;135(12):1582-90