Ipertensione arteriosa: attenti al russare e all'apnea nel sonno
L’Ipertensione Arteriosa può essere legata al russare notturno e in particolare all’apnea nel sonno. Tra le possibilità terapeutiche c’è anche l’applicazione durante il sonno di un dispositivo endoorale, finalizzato a impedire l’insorgenza dell’apnea.
L’Ipertensione Arteriosa è una patologia potenzialmente grave e molto diffusa, ma spesso di non chiara patogenesi: le si associa infatti spesso l’aggettivo "essenziale" che significa di fatto l’impossibilità di spiegarne la causa.
Può a volte sfuggire il ruolo che nella sua insorgenza possono avere le apnee ostruttive nel sonno, cioè quelle interruzioni del respiro che avvengono durante il sonno specialmente nei soggetti russatori.
Le apnee notturne possibile causa di ipertensione
Il russare notturno e l’apnea ostruttiva nel sonno rappresentano un conflitto tra la lingua e le strutture molli del retrobocca (palato molle, tonsille, adenoidi, retrofaringe). Il russare è dovuto nella maggior parte dei casi alla vibrazione del palato molle ed è dovuto al fatto che l’aria inspirata dalla bocca, e non dal naso come sarebbe auspicabile (il che comporta la secchezza della gola e la necessità di bere durante la notte), trova uno stretto passaggio tra il palato e la lingua.Il passaggio dell’aria inspirata in questo stretto passaggio fa vibrare il palato molle, producendo così il rumore del russamento.
L’apnea ostruttiva si verifica quando la via di transito dell’aria si chiude completamente: il paziente in questi casi compie degli sforzi inspiratori resi inefficaci dall’ostruzione, che possono durare parecchi secondi e che sono solitamente visti con una certa angoscia dal partner.
Nonostante gli episodi di apnea notturna possano spesso assumere caratteristiche drammatiche per chi vi assiste, la ripresa del normale ritmo respiratorio (solitamente a seguito di un brusco risveglio) e la sostanziale normalità del paziente durante il giorno (ad eccezione di una certa sonnolenza), sembrerebbero assegnare all’apnea caratteristiche di relativa benignità.
Ciò può accadere perché sfuggono le conseguenze insidiose e gravi che l’apnea nel sonno può invece causare: una di queste è appunto costituita dall’Ipertensione Arteriosa.
È infatti dimostrato in numerosi studi sperimentali che le apnee nel sonno, spesso tali in numero da configurare una vera e propria Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS, Obstructive Sleep Apnea Syndrome) e la loro gravità, costituiscono fattori di alto rischio e causa della pressione alta. Il ripetersi di questi episodi per tutta la notte tutte le notti finisce per mandare in tilt il sistema di autoregolazione dell’attività cardiocircolatoria: l’Ipertensione Arteriosa rappresenta una delle più frequenti conseguenze.
Analizzare le cause del russare notturno per prevenire apnea e ipertensione
Chi soffre di Ipertensione ed è russatore dovrebbe approfondire lo studio del proprio sonno per verificare se il proprio russare costituisce solo uno sgradevole fenomeno acustico o se invece si complica con episodi di apnea.Tale approfondimento diagnostico oggigiorno può essere fatto anche ambulatorialmente o più spesso in regime di Day Hospital mediante un esame: la Polisonnografia. Con questo esame vengono monitorati durante il sonno i principali parametri respiratori e cardiologici. Oltre alla presenza di eventuali apnee, la Polisonnografia è in grado di evidenziarne il grado di gravità.
Come si curano le apnee notturne?
Il rimedio più impiegato nei casi che, ad un’indagine accurata della qualità del sonno rivelassero le caratteristiche sopra descritte, è costituito dalla prescrizione della CPAP (Continuous Positive Airway Pressure). Si tratta di una pompa a motore da impiegare nel sonno, che eroga attraverso una maschera oro-nasale aria a pressione positiva continua. L’aria immessa a pressione positiva nelle vie aeree ne contrasta il restringimento e la chiusura, e impedisce quindi in russare e l’apnea: va applicata nel sonno a vita.
CPAP (Continuous Positive Airway Pressure)
In alternativa all’applicazione della CPAP, che non sempre, peraltro, viene tollerata dal paziente per l’intera vita, può avere successo un trattamento odontoiatrico volto a riposizionare la mandibola attraverso l’impiego di dispositivi simili ad apparecchi ortodontici, genericamente chiamati “Oral Devices”, quando un dentista esperto in problemi respiratori nel sonno rilevi che esistano le indicazioni a questo tipo di intervento. L’avanzamento mandibolare indotto dal dispositivo intraorale fa avanzare anche la base della lingua, allargando il calibro delle vie aeree altrimenti ristretto.
Nel disegno, il dispositivo intraorale (in arancione) riposiziona la mandibola allontanando la base della lingua dal faringe, consentendone la pervietà al flusso inspiratorio.
La letteratura scientifica riporta ormai un gran numero di successi sull’apnea ostruttive mediante l'utilizzo di questa tecnica odontoiatrica, e soprattutto ne conferma la maggior accettabilità da parte del paziente. Il riposizionamento mandibolare, quando indicato, risulta assai spesso determinante e risolutivo anche per vari quadri di cefalea muscolo-tensiva, disturbi all’orecchio e vertigine.
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