Il parto in acqua
L'acqua è un ambiente ideale per realizzare un parto naturale, con diversi vantaggi per la partoriente rispetto alla modalità classica e con assenza di rischi se vengono rispettate le giuste indicazioni.
Il parto in acqua nasce dall’esperienza del medico russo Igor Tjarkowskij e si è diffuso in Europa grazie all’opera del francese Michel Odent. In Italia, negli ultimi anni, superati alcuni inconsistenti pregiudizi, la modalità del parto in acqua si sta progressivamente diffondendo ed è diventata una delle opportunità a disposizione della mamma per dare alla luce il proprio bimbo.
Perché scegliere di partorire in acqua?
L'acqua è un ambiente ideale per realizzare un parto naturale, con diversi vantaggi per la partoriente rispetto alla modalità classica e con assenza di rischi se vengono rispettate le giuste indicazioni.
Sono sempre più gli ospedali che hanno attrezzato una sala travaglio provvista di una vasca in vetroresina a norma per l’espletamento del parto con questa modalità.
Quando si può fare il parto nell'acqua?
Per poter partorire nell'acqua sono previsti criteri di ammissione:
- Gravidanza fisiologica singola a termine (37-42 settimane)
- Stima ecografia del peso fetale tra 2.700 – 4.000 grammi
- Travaglio spontaneo in fase attiva
- Rottura delle membrane non superiore alle 24 ore
- Presentazione di vertice
- Test sierologici negativi
- Assenza di infezioni cutanee di origine sconosciuta
- Assenza di iperpiressia
- Gestanti normotese
- Liquido amniotico limpido
- Benessere materno e fetale valutati secondo i consueti parametri
- Tracciato cardiotocografico nella norma registrato nei trenta minuti precedenti l’immersione
- Visita di controllo prima dell’ingresso in vasca e una visita dopo circa due ore
Quando non è possibile partorire in acqua?
- Travaglio indotto farmacologicamente
- Paura e ansia della donna rispetto al parto in acqua
- Liquido tinto P3
- Epoca gestazionale < 37a settimana
- Rottura delle membrane da più di 24 ore
- Gravide positive per HbsAg, HCV – Abs, VDRL, HIV
- Gravide con severa ipotensione
- Emoglobina < 9
- Gravide gestosiche
- Gravide diabetiche
- Varici arti inferiori
- Perdite ematiche atipiche
- Epilessia
- Iperpiressia
- Cardiopatia materna
- Bradicardia fetale documentata alla cardiotocografia
- Severo ritardo di crescita intrauterino
Come funziona l'assistenza durante il travaglio?
Una volta che il ginecologo ha valutato che i criteri di ammissione siano soddisfatti, l’assistenza è affidata all’ostetrica. Non si utilizzano farmaci, non si praticano clisma evacuativo, tricotomia e amnioressi.
Per la sorveglianza del benessere fetale è sufficiente l’auscultazione intermittente del battito cardiaco fetale e la donna ha piena libertà di movimento. Abitualmente non si ricorre all’episiotomia e il bambino viene immediatamente attaccato seno.
Vantaggi del parto in acqua
- Diminuzione del dolore (si parla di analgesia naturale)
- Diminuzione della durata del travaglio
- Riduzione dell’incidenza dei traumi perineali
- Riduzione dell’uso di farmaci
- Riduzione dell’incidenza dei parti operativi
- Effetto metabolico ed emodinamico positivo
Il parto in acqua è particolarmente indicato per:
- Le donne in gravidanza fisiologica che lo desiderano
- In un travaglio molto lungo, per assicurare riposo e recupero delle energie
- Nel travaglio molto intenso con una breve pausa
- Nella gravida che lamenta forti dolori lombari
Le donne che hanno optato per questa modalità del parto riferiscono grande soddisfazione e riportano un maggiore rispetto dell’integrità del perineo, una diminuzione della percezione del dolore e un aumentato comfort, a fronte di una durata del travaglio e un benessere neonatale del tutto sovrapponibili alla modalità classica.