Il Pap-test: cos'è e guida all'interpretazione
Il Pap-test permette il prelievo di cellule di tessuto della cervice uterina: è un esame rapido e indolore che permette di diagnosticare precocemente il tumore del collo dell'utero.
Il tumore al collo dell’utero rappresenta oggi il quarto tumore maligno che colpisce il sesso femminile e la sua incidenza negli anni è diminuita grazie ai programmi di screening posti in essere nei paesi occidentali, tra cui il ricorso al Pap test. Si tratta di un metodo diagnostico ideato da Georgos Papanicolau e rappresenta tutt’oggi uno degli esami di screening meno invasivo e a basso costo utilizzato nella diagnostica medica per la prevenzione dei tumori ginecologici.
Che cos'è il Pap test?
Il Pap-test consiste nel prelievo di alcune cellule a livello del collo dell’utero.
In occasione della visita ginecologica, dopo l’applicazione dello speculum, il prelievo viene eseguito mediante una spatolina (spatola di Ayre) che delicatamente asporta delle cellule dalla cervice. Il prelievo deve essere sia esocervicale (mediante la spatola di Ayre), sia endocervicale attraverso una differente spatolina (citobrush).
I due prelievi vengono strisciati su due vetrini separati o su un unico vetrino in due segmenti diversi e fissati con apposito spray. La colorazione e la lettura del vetrino sarà competenza di un laboratorio analisi.
È un esame rapido e indolore, ma estremamente importante per diagnosticare eventuali processi infiammatori e/o infettivi, patologie displastiche o neoplastiche.
Quando è meglio fare il pap test?
È preferibile eseguire il Pap-test in fase pre-ovulatoria (prima metà del ciclo), in assenza di sanguinamenti.
Per approfondire:Tumore del collo dell'utero: quali screening fare?
Risultati del Pap test
Inizialmente Papanicolau individuò 5 classi:
- Classe I: reperto di normalità (assenza di cellule anormali o atipiche)
- Classe II: reperto infiammatorio (cellule anormali ma non maligne)
- Classe III: reperto sospetto (cellule atipiche)
- Classe IV: reperto positivo (cellule fortemente sospette di malignità)
- Classe V: reperto positivo (cellule maligne)
Successivamente nel 1968 Richart propose per la classe III di Papanicolau la classificazione in CIN (neoplasia cervicale intraepiteliale):
- CIN 1: displasia lieve
- CIN 2: displasia moderata
- CIN 3: displasia severa
Lo stesso Richart nel 1989 identificò un'ulteriore classificazione:
- un CIN a basso grado (displasia lieve – CIN 1),
- un CIN di alto grado (displasia media e grave – CIN 2-CIN 3).
Come si può vedere vi è una evoluzione nel processo di trasformazione delle cellule da benigne a maligne.
La classe III di Papanicolau ovvero le classi CIN 1-2-3 (displasia lieve, moderata, grave) individuano un processo evolutivo da benigno a progressivamente più sospetto (le displasie).
Le forme displastiche non trattate o monitorizzate evolvono verso un processo di malignità progressivo (carcinoma in situ e poi invasivo – classi IV e V di Papanicolau).
Nel 1989 e successivamente modificata nel 2001, viene presentata la classificazione Bethesda che tiene conto di tutti gli aspetti citologici, da quelli infiammatori e infettivi a quelli displastici e neoplastici.
La classificazione Bethesda
La classificazione Bethesda individua in dettaglio tutte le alterazioni citologiche potenzialmente riscontrabili in un Pap-test.
In questo articolo, riportando la classificazione Bethesda, si vuole offrire una possibilità di interpretazione di alcune sigle che le pazienti si ritrovano nelle risposte dei Pap-test (es: CIN, LSIL, HSIL, ASC, ASC-US ecc. con relativa traduzione).
La valutazione clinica della risposta di un Pap-test è compito esclusivo dello specialista ginecologo, ma si ritiene che sia un diritto della paziente comprendere almeno il significato di sigle e acronimi.
Particolare attenzione deve essere posta a fenomeni infettivi da HPV, Herpes, Chlamydia, Trichomonas.
Ulteriore e maggiore attenzione deve essere posta quando risultano positive alcune sigle o acronimi quali CIN, LSIL, HSIL, ASC, ASC-US, AGC, AIS per le quali il ginecologo proporrà il trattamento più opportuno.
TIPO DI CAMPIONE |
Specificare se pap test convenzionale, in fase liquida o altro |
ADEGUATEZZA DEL CAMPIONE |
Soddisfacente per la valutazione (segnalare la presenza/assenza di cellule cilindriche endocervicali e di componenti della zona di trasformazione e di altri indicatori di qualità come sangue parzialmente oscurante, infiammazione) |
Insoddisfacente per la valutazione (specificare la ragione) |
Rifiutato/non processato (specificare la ragione) |
Processato ed esaminato ma non soddisfacente per valutare anormalità di cellule epiteliali (specificare la ragione) |
CATEGORIZZAZIONE GENERALE (opzionale) |
Negativo per lesioni intraepiteliali o malignità |
Anormalità delle cellule epiteliali squamose o ghiandolari (v. interpretazione risultato) |
Altro (v. interpretazione risultato) |
INTERPRETAZIONE DEL RISULTATO |
Negativo per lesioni intraepiteliali o di malignità |
Organismi: |
Trichomonas vaginalis, Microorganismi fungini compatibili con il genere Candida, Flora batterica suggestiva per vaginosi batterica, Batteri morfologicamente compatibili con Actynomices, Modificazioni cellulari suggestive per Herpes simplex virus |
Altri reperti non neoplastici (opzionale) |
Cellule reattive associate ad infiammazione (inclusa la riparazione tipica), Terapia radiante, IUD, Cellule ghiandolari in paziente isterectomizzata, atrofia |
Altro |
Cellule endometriali in donne di 40 anni o > (specificare se negativo per lesioni squamose) |
Anormalità delle cellule epiteliali |
Cellule squamose |
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Cellule ghiandolari |
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Altre neoplasie maligne (specificare) |
Note educazionali e suggerimenti (opzionale) |
Come prevenire l'infezione da HPV?
Negli ultimissimi anni sono stati commercializzati i vaccini per l’HPV. Essi sono stati proposti in gratuità alle bambine che hanno compiuto 12 anni e vengono raccomandati a tutte le donne fino ai 25 anni. Il vaccino per l’HPV si propone come il primo vaccino in grado di prevenire il cancro del collo dell’utero.
Tuttavia ciò non deve far ritenere che il Pap-test sia divenuto inutile, al contrario esso rappresenta ancora di più il primo passo verso la diagnosi di fenomeni infettivi o degenerativi del collo dell’utero.
Quando iniziare a fare il pap test?
Le linee guida raccomandano di eseguire nelle donne che iniziano l’attività sessuale un Pap-test ogni tre anni, dopo due Pap-test annuali negativi, salvo cambiamento di partner.
Personalmente ritengo che lanciare il messaggio di eseguire un Pap-test ogni anno contribuisca ancora di piu’ a ridurre l’incidenza del tumore del collo dell’utero.
Per approfondire:Perché fare il Pap test anche in gravidanza?