Perdite ematiche intermestruali cause.

Le perdite ematiche intermestruali

La vita quotidiana di una donna, sia che lavori o che stia a casa, può essere negativamente condizionata dalla presenza di perdite ematiche vaginali che si verificano al di fuori del periodo mestruale. Esse rappresentano uno dei motivi per cui la paziente si rivolge al ginecologo ed è importante conoscerne le cause e le eventuali terapie che possono essere utilizzate al fine di migliorare la qualità di vita della donna.

Perdite ematiche: quali sono le cause?

La normale mestruazione si verifica in seguito alla stimolazione degli ormoni ovarici (estrogeno e progesterone) sull’endometrio, ossia sul rivestimento mucoso interno dell’utero. Vi è una prima fase estrogenica di circa 14 giorni ed una successiva fase progestinica di ulteriori 14 giorni in seguito alle quali, ogni 28 giorni, si verifica la mestruazione. Qualsiasi perdita di sangue che si verifica al di fuori del normale ciclo deve essere valutata. Si può trattare di una lieve perdita (spotting) o di sanguinamenti più importanti che a lungo termine possono determinare nella paziente una condizione di anemia.

Le cause possono essere diverse e ne analizzeremo le più importanti.

Contraccettivi orali

I contraccettivi ormonali orali a basso dosaggio, come quelli prescritti di solito negli ultimi anni, possono essere responsabili di spotting intermestruali. Questo effetto indesiderato tende a ridursi fino a scomparire dopo i primi 2-3 mesi di assunzione della pillola. Talora è stato dimostrato, lo spotting persiste nelle ragazze fumatrici rispetto alle non fumatrici. Quindi la raccomandazione di smettere di fumare può essere utile e vantaggiosa nelle giovani utilizzatrici della pillola. Il sanguinamento si può verificare anche se la pillola viene dimenticata per molte ore o se viene sospesa bruscamente durante il periodo di assunzione. Il discorso vale anche per le utilizzatrici del cerotto o dell’anello vaginale.

Per approfondire:La pillola anticoncezionale: vantaggi e possibili effetti collaterali

Fenomeni infiammatori

Cerviciti, endometriti, annessiti, ossia infiammazioni del collo dell’utero, dell’utero o delle tube possono determinare delle perdite ematiche intermestruali. Spesso uno spotting in seguito ai rapporti puo’ essere causato da un “ectropion”, ossia da una “piaghetta” sul collo dell’utero.

Le infezioni cervico-vaginali, specie da Chlamydia, possono essere causa di sanguinamenti anomali.

Dispositivi intrauterini

La spirale (dispositivo intrauterino – IUD) può determinare, attraverso uno stimolo meccanico sull’endometrio, una perdita ematica intermestruale o può essere causa di cicli più abbondanti.

Patologie benigne uterine

Polipi, fibromi uterini sono spesso causa di sanguinamenti anomali o di cicli abbondanti e spesso comportano l’anemizzazione della paziente.

Anche la gravidanza extrauterina, la minaccia d’aborto o patologie legate alla gravidanza possono essere all’origine delle perdite ematiche.

Particolare attenzione deve essere posta alle perdite ematiche che si verificano in menopausa.

Queste ultime rappresentano un “campanello d’allarme” che deve portare la donna a rivolgersi subito al ginecologo poiche’ potrebbero rappresentare un sintomo di carcinoma endometriale.

Come si può arrivare alla diagnosi?

È fondamentale che la donna, in presenza di perdite ematiche intermestruali, si rivolga al ginecologo.

Un’attenta anamnesi e quindi sapere se la donna assume contraccettivi o altri farmaci, se è fumatrice, se soffre di patologie metaboliche o endocrinologiche può aiutare per arrivare alla diagnosi. Se la donna assume da poco tempo la pillola, si potrà tranquillizzare spiegando che il problema può essere momentaneo o se persistente cambiare dosaggio o tipo di contraccettivo.

Molto importante è la visita ginecologica e l’esecuzione del Pap-test che possono evidenziare fenomeni infiammatori o infettivi a carico del collo dell’utero. La visualizzazione di una piaghetta porterà anche in questo caso a tranquillizzare la paziente che potrà eseguire una comoda terapia.

Dal risultato del Pap-test si potranno evidenziare eventuali infezioni.

Le indagini strumentali più importanti per la diagnosi delle cause delle perdite ematiche intermestruali sono l’ecografia transvaginale e l’isteroscopia.

L’ecografia transvaginale è un’ecografia interna, non fastidiosa, che consente una visualizzazione superiore, rispetto all’ecografia addominale, dell’utero e delle ovaie.

Sarà possibile quindi evidenziare eventuali polipi o fibromi.

Sempre con l’ecografia transvaginale si possono evidenziare patologie dell’utero in caso di sanguinamenti anomali in menopausa o problematiche legate alla gravidanza nelle fasi iniziali (minaccia d’aborto, zone di distacco placentare).

L’isteroscopia è invece un esame che consente di visualizzare, attraverso uno strumento a fibre ottiche, l’interno della cavità uterina. Con questo esame e’ possibile confermare quanto evidenziato ad esempio con un’ecografia transvaginale, nel caso di polipi, fibromi endouterini o patologie dell’endometrio.

È possibile curare le perdite ematiche intermestruali?

Certamente! È importante arrivare ad una diagnosi certa per poter iniziare un trattamento.

Nel caso di processi infettivi o infiammatori sarà possibile eseguire una adeguata terapia medica con la somministrazione di farmaci adatti. La terapia medica sarà di aiuto anche in quei casi di sanguinamenti cosiddetti “disfunzionali”, ossia dovuti a problemi ormonali, ripristinando l’adeguato assetto ormonale.

La terapia chirurgica invece sarà riservata in quei casi in cui è presente una patologia organica.
Nel caso di polipi o fibromi endouterini, si potrà procedere all’asportazione di essi attraverso tecniche endoscopiche, quali la resezione isteroscopica. Con questo tipo di intervento si asportano solo le neoformazioni risparmiando l’utero.

Conclusioni

Le perdite ematiche intermestruali rappresentano un problema molto frequente e fastidioso per la donna. Attraverso però una attenta valutazione clinica della paziente e mediante esami diagnostici mirati si puo’ agevolmente arrivare alla soluzione del problema.

Data pubblicazione: 04 luglio 2011 Ultimo aggiornamento: 15 novembre 2021

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