Gli integratori in gravidanza: carenze e supplementi dietetici
L'alimentazione non è sempre sufficiente a fornire alla madre le sostanze necessarie al regolare sviluppo della gravidanza e a garantire il benessere fetale: quali sono gli integratori da assumere in gravidanza e perché.
L’alimentazione della donna in gravidanza e in puerperio incide in modo determinante sulla salute sia della madre sia del bambino. Una dieta ben bilanciata migliora la salute della donna durante la gravidanza e riduce il rischio di malformazioni e malattie nel nascituro, ma può essere necessario in alcune situazioni di carenza assumere degli integratori in gravidanza.
Quando prendere gli integratori in gravidanza
Le donne dovrebbero consumare sempre, ma con ancora maggiore attenzione dal concepimento al termine dell’allattamento, una dieta varia in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali secondo quanto definito dalle Linee Dietetiche nazionali e internazionali (1).
Se la dieta è appropriata, per raggiungere l’apporto calorico è sufficiente aumentare la quantità di alimenti consumati giornalmente.
Le principali cause di carenze dietetiche in gravidanza e allattamento sono:
- Dieta sbilanciata
- Malassorbimento
- Anoressia e bulimia
- Abitudini alimentari
- Cause socioeconomiche
- Alcoolismo
- Fumo
- Gravidanza gemellare
L’uso di integratori alimentari in gravidanza deve essere fatto con cautela, quando viene effettivamente riscontrata una carenza e, per questo motivo, la somministrazione deve essere stabilita dal proprio medico.
Sostanze apparentemente privi di rischi possono, a dosi elevate o inadeguate, essere pericolosi (es. effetti teratogeni di un eccesso di vitamina A in gravidanza).
Vediamo quali sono i principali supplementi dietetici che possono essere prescritti durante la gravidanza.
Integratori di acido folico
L’Acido Folico è una vitamina del gruppo B. L’acido folico o vitamina B9 non viene prodotto dall’organismo, ma deve essere assunto tramite l’alimentazione. Il fabbisogno quotidiano, in condizioni normali, in gravidanza è di circa 0,4 mg, il doppio che al di fuori di questa condizione.
L’organismo umano si serve normalmente della B9 per:
- la sintesi del DNA e delle proteine
- la formazione dell’emoglobina nei globuli rossi
- la costruzione dei tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione e differenziazione, tra cui i tessuti embrionali.
Le principali fonti alimentari di folati sono rappresentate da: vegetali a foglia larga, fegato, agrumi, legumi, pane integrale.
Il deficit di acido folico predispone al rischio di malformazioni fetali, tra cui la spina bifida, di aborti e parti pretermine, di gravidanze a rischio, distacchi intempestivi di placenta ecc. Il tubo neurale si chiude entro 30 giorni dal concepimento (tra il 17esimo e il 29esimo giorno), quando la donna spesso non sa ancora di essere incinta, quindi l’assunzione dell’acido folico andrebbe iniziata almeno un mese prima dell’inizio della gravidanza e continuata almeno nei primi 3 mesi. Nelle donne particolarmente a rischio (precedente neonato con spina bifida per esempio) un supplemento di 4-5 mg al dì di acido folico darebbe risultati migliori.
Integratori di ferro in gravidanza
Alimenti ricchi di ferro, raccomandati in gravidanza sono: carne magra, pesce, pollame, frutta a guscio e cereali arricchiti.
Le linee guida consigliano un apporto di 30 mg di ferro durante la gestazione e l’aumentata assunzione andrebbe consigliata alla prima visita ginecologica dopo il concepimento.
Poiché la carenza di ferro può avere serie conseguenze e che una integrazione oculata è praticamente priva di rischi, si consiglia normalmente una supplementazione che favorisca il deposito di ferro, utile sia per il periodo gravidico che per il post-partum.
Nel periodo dell’allattamento si ritiene che non ci sia un significativo aumento di fabbisogno.
Supplementazione di calcio e vitamina D
Durante la gravidanza e l’allattamento esiste una aumentata efficienza nell’assorbimento del calcio in normali condizioni fisiologiche.
Tuttavia, per la necessità di trasferire calcio al feto, sia durante la gravidanza che con il latte durante l’allattamento, è opportuno suggerire alla donna un aumento di assunzione attraverso prodotti lattiero caseari o con l’uso di integratori.
L'integrazione di calcio e vitamina D è particolarmente utile in:
- donne poco esposte al sole
- donne che non consumano prodotti lattiero-caseari (allergiche, intolleranti o vegetariane vegan)
Supplementazione di DHA
Il feto ha la capacità di incamerare 67 mg di DHA (Acido Docosaesaenoico - omega3) al giorno durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Non potendo sintetizzarlo autonomamente, ne viene dotato in misura congrua grazie all’amplificazione del trasporto attivo madre-feto mediato dalla placenta. A un’insufficiente disponibilità fetale di DHA possono corrispondere disturbi nervosi, psicomotori e dello sviluppo cognitivo nella prima infanzia. I livelli di DHA nel latte materno variano, in condizioni normali, tra lo 0,05% e l’1,4% degli acidi grassi totali e dipendono dalla qualità della dieta materna.
- bassi livelli di DHA nelle donne vegetariane pure
- livelli intermedi di DHA nelle donne onnivore
- alti livelli di DHA.nel caso di diete ricche di pesce
Poiché il fumo di sigaretta abbassa i livelli di DHA nel latte delle fumatrici, forse per inibita sintesi (2), la supplementazione va in particolare consigliata nelle fumatrici, sia che abbiano smesso o soprattutto che abbiano continuato a fumare in gravidanza.
Integratori di magnesio
Il magnesio si trova in: latte, cereali decorticati, vegetali a foglie verdi, legumi.
Le sue principali proprietà sono:
- Azione stabilizzante delle membrane cellulari consentendo l'ottimale svolgimento dei trasporti elettrolitici, del processo di contrazione muscolare e di conduzione nervosa.
- Coenzima nelle reazioni che coinvolgono l'ATP, rappresenta un elemento essenziale per l'integrità cellulare, garantendo le condizioni migliori per un corretto svolgimento dei processi metabolici.
Supplementazione di iodio
Una carenza materna di iodio può causare ipotiroidismo fetale che porta al cretinismo. Se una carenza si manifesta a fine gravidanza il danno neurologico risulta inferiore rispetto ad una carenza verificatasi nei primi mesi. Si può evitare il problema consigliando alla madre una quantità di iodio pari a 175 mg/die.
Note
- ADA Reports. Position paper of the American Dietetic Association and Dietetians of Canada:Communities, Luxembourg, Società Italiana di Nutrizione Umana. LARN REVISIONE 1996-97
- Agostoni C, EJCN 2003, 57:1466; Marangoni F, Lipids 2004, 39:633