La colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP)
Cos'è la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) e per quali scopi terapeutici viene utilizzata? Come funziona l'esame, quali sono le alternative e i possibili rischi o effetti collaterali di questa tecnica specialistica complessa che utilizza l’endoscopia e la radiologia.
Indice
Cos'è la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP)
La colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) è una tecnica specialistica complessa che utilizza l’endoscopia e la radiologia per studiare i dotti biliari e il pancreas e per trattare alcune delle loro malattie. I dotti sono vie di drenaggio: quelli del fegato sono definiti dotti biliari, quelli del pancreas sono i dotti pancreatici. Questi dotti sboccano nel duodeno insieme attraverso un’apertura denominata papilla (di Vater). La papilla è circondata da un anello muscolare chiamato sfintere di Oddi.
Fig.1. lo schema illustra i rapporti fra fegato, pancreas, vie biliari e duodeno.
A destra la visione endoscopica dell’ampolla (papilla) di Vater.
Esame ERCP: come si svolge?
Nella sala dove si svolge la colangiopancreatografia retrograda endoscopica c’è l’apparecchiatura endoscopica ed anche quella radiologica. Verrete posizionati sul lettino e sedati. Il medico, quindi, introdurrà l’endoscopio fino alla papilla dove si trova lo sbocco dei dotti biliare e pancreatico.
Ogni esame ERCP prevede una parte diagnostica (che serve a capire quale è il quadro di malattia) ed una parte operativa. Durante la parte diagnostica viene iniettato del mezzo di contrasto radiologico nel dotto biliare o in quello pancreatico, e a volte in entrambe. Questo mezzo di contrasto viene iniettato attraverso un piccolo tubicino (catetere o sfinterotomo) che viene introdotto nella papilla attraverso l’endoscopio. Durante la procedura vengono utilizzati i Raggi X per ottenere le immagini di questi dotti.
Fig. 2: incannulazione della papilla di Vater con sfinterotomo.
La successiva iniezione del mezzo di contrasto metterà in evidenza le vie biliari e pancreatiche (Fig. 3)
Fig.3: Rappresentazione schematica delle vie biliari e pancreatiche e (a destra)
l’immagine radiologica che si ottiene con la ERCP dopo l’iniezione del mezzo di contrasto.
ERPC: a cosa serve?
L’esame ERCPC consente di eseguire diversi interventi tra i quali:
- sfinterotomia: è il taglio del muscolo che circonda lo sbocco dei dotti, la papilla. Viene fatto per allargare l’apertura della papilla e consentire di procedere con altri trattamenti attraverso il dotto biliare e quello pancreatico;
- rimozione di calcoli: è il trattamento più frequentemente eseguito attraverso l’ERCP;
- posizionamento di protesi (tubicini di plastica o di metallo) per superare restringimenti (stenosi) del dotto biliare e/o pancreatico. Questi restringimenti possono essere causati da tessuto cicatriziale o calcoli o tessuto tumorale che provoca il blocco del drenaggio normale dei dotti.
Fig 4: sezione della papilla con sfinterotomo e rimozione immediata di un calcolo dal coledoco con un particolare cestello metallico (cestello di Dormia).
Per approfondire:ERPC nella diagnosi di tumore al pancreas
Alternative all'esame ERCP
L’alternativa all’intervento endoscopico eseguito in corso di colangiopancreatografia retrograda endoscopica è rappresentata dalla terapia chirurgica, che comporta una più lunga degenza ed una maggiore incidenza di complicanze.
Altra procedura in alternativa all’ERCP è costituita dalla colangiografia percutanea per via transepatica (PTC), impiegata allorquando con l’esame endoscopico non è possibile incannulare la papilla oppure superare particolari restringimenti (infiammatori, neoplastici, da calcoli) delle vie biliari. La PTC, comunque, è una procedura maggiormente invasiva rispetto all’ERCP ed è gravata da una più alta incidenza di complicanze.
Cosa fare prima dell’esame ERCP?
Nei giorni precedenti l’esame saranno effettuati accertamenti rivolti ad escludere problemi di coagulazione. Bisogna essere a digiuno da almeno sei ore (o preferibilmente dalla sera precedente) prima della procedura, poiché è fondamentale che lo stomaco sia vuoto.
Quali sono i possibili effetti collaterali?
L’ERCP viene eseguita in sedazione profonda con assistenza anestesiologica per cui l’esame è assolutamente indolore. Qualche disturbo può essere avvertito nei momenti che seguono l’indagine e, solitamente, sono legati all’insufflazione di aria nell’intestino. Il paziente, quindi, potrà avvertire un leggera sensazione di gonfiore addominale e bisogno di espellere aria.
Altre volte la sintomatologia addominale è più importante ed in tal caso il Medico dovrà valutare che non sia legata ad una pancreatite (reazione infiammatoria del pancreas). È possibile riprendere la dieta normale dopo valutazione medica (di solito è necessario attendere gli esami del sangue che vengono effettuati la mattina successiva all’ERCP).
ERPC: rischi e complicanze
L’ERCP è una procedura in genere ben tollerata e sicura. Tuttavia è possibile l’insorgenza di complicanze che possono prolungare il ricovero.
Le complicanze più frequenti sono:
- la pancreatite (infiammazione acuta del pancreas),
- l’infezione,
- la perforazione o il sanguinamento.
Alcuni pazienti inoltre possono presentare reazioni avverse ai sedativi utilizzati.
I rischi, tuttavia, variano a seconda del tipo di procedura effettuata, da quello che viene trovato durante la procedura stessa, dal tipo di trattamento che viene effettuato e dalle problematiche generali di salute del paziente.