Pancreatite acuta

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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

La pancreatite acuta è una infiammazione acuta del pancreas che causa dolore addominale e può avere conseguenze gravi; riconosce tra le cause principali la calcolosi biliare, l'assunzione di alcolici e la ipertrigliceridemia.

Introduzione

La pancreatite acuta è una infiammazione acuta del pancreas che si può presentare con quadri clinici di differente gravità, da forme lievi, autorisolventesi, a forme molto gravi (pancreatite necrotico-emorragica) con rischio elevato per la vita del paziente.

La fascia di età maggiormente interessata è quella tra 40 e 50 anni; i maschi sono più colpiti delle femmine (rapporto 2:1); l'incidenza in Italia è stimata di 5-6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti all'anno.

 

Segni e sintomi

Il sintomo più importante è il dolore addominale; di intensità variabile, talvolta molto violento, è localizzato nella zona centrale superiore dell'addome (epigastrio) e può irradiarsi lateralmente (dolore a sbarra) fino al dorso e coinvolgere torace e addome inferiore. Il dolore si attenua in posizione di flessione del tronco.

Spesso sono presenti nausea, vomito, febbre, tachicardia, ipotensione; raramente ittero.

 

Cause della malattia

Anche se il meccanismo con cui si instaura l'infiammazione del pancreas non è del tutto chiarito, l'associazione con alcune condizioni identifica alcune cause di malattia.

La più frequente (30-60% dei casi) è rappresentata dalla calcolosi biliare; l'assunzione di alcol è responsabile di più del 10% delle pancreatiti. Un'altra condizione frequentemente associata è l'ipertrigliceridemia. Altre cause (chirurgia, traumi, infezioni, farmaci...) hanno minore rilevanza.

Il meccanismo che porta al danno sembra legato all'attivazione degli enzimi proteolitici all'interno della ghiandola anziché nell'intestino e che comporta l'autodigestione del pancreas.

 

Diagnosi

L'aspetto clinico (dolore addominale) e la conoscenza delle condizioni predisponenti (calcoli, alcol, trigliceridi) possono orientare la diagnosi che viene posta con l'esame delle amilasi sieriche: valori superiori a tre volte la norma sono indicative. Poiché esistono condizioni di iperamilasemia non legate a malattia del pancreas, nei casi dubbi la determinazione di lipasi sierica (valori superiori a tre volte la norma) è diagnostica di pancreatite. Vi è frequentemente aumento del numero di globuli bianchi circolanti nel sangue (leucocitosi) e può riscontrarsi riduzione della calcemia. Anche le transaminasi e altri indici epatici (bilirubina, fosfatasi alcalina) possono risultare parallelamente elevati.

La TC (tomografia computerizzata) è l'indagine radiologica che permette di valutare la compromissione dell'organo, di stabilire la gravità della patologia e di considerare le possibili complicanze.

 

Complicanze

Le complicanze locali più temibili sono rappresentate dall'emorragia pancreatica e dalla pseudocisti pancreatica, quest'ultima può successivamente evolvere in ascesso pancreatico.

Le complicanze sistemiche sono a carico del sistema cardiorespiratorio, della funzione renale, e del sistema nervoso centrale. Particolarmente temibile è lo shock che comporta una elevata mortalità.

Tra gli indici di rischio prognostico per la gravità della pancreatite acuta sono importanti: l'età del paziente (maggior rischio per età superiore a 70 anni) e l'indice di massa corporea (maggior rischio per indice superiore a 30).

 

Terapia

La somministrazione di liquidi e di farmaci analgesici insieme alla sospensione dell'alimentazione orale sono i primi presidi terapeutici. L'uso della somatostatina ha ridotto la mortalità. L'impiego di terapia antibiotica non è da tutti condiviso e va riservato alle situazioni più gravi (pancreatite necrotizzante).

Il trattamento chirurgico è riservato ai casi in cui il tessuto necrotico è infetto. La colangio-pancreatografia endoscopica (ERCP) con eventuale papillotomia va presa in considerazione soltanto nei casi di forma grave di pancreatite biliare. La nutrizione con sondino naso-digiunale è da ritenersi preferibile alla nutrizione parenterale totale (TPN) per la minore incidenza di complicanze infettive ed è indicata nelle forme di pancreatite grave.

 

Data pubblicazione: 31 ottobre 2011

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