Covid 19 omicron 2024.

Cosa sappiamo della nuova ondata epidemica di COVID-19?

L’attuale ondata epidemica di COVID-19 è dominata da nuove varianti del ceppo Omicron. Per la capacità di evadere la reazione immunitaria già acquisita, la maggiore affinità con recettori specifici della superficie cellulare ed il periodo di incubazione di soli 2-3 giorni si sono rapidamente diffuse in molti paesi europei ed extraeuropei. Generalmente i sintomi hanno un decorso benigno e temporaneo, ma nelle persone anziane o con patologie concomitanti, la malattia può avere una evoluzione grave, minacciosa per la vita. Un ulteriore problema è la possibilità della persistenza dei sintomi (Post COVID Condition) nei pazienti sintomatici. Per la campagna di vaccinazione 2024-2025 è disponibile il vaccino monovalente Comirnaty, adattato alla sottovariante JN.1, che neutralizza anche le altre sottovarianti emergenti. Ha una elevata efficacia nel prevenire l’infezione anche nei soggetti a rischio di progressione verso la malattia grave ed un buon profilo di sicurezza.

Il SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory-Corona-Virus-2), è un virus instabile che continua a circolare ed evolvere in nuove varianti antigenicamente distinte, che rendono i vaccini meno efficaci. Possono avere una durata breve, ma altre volte persistono a lungo, dando origine a nuove ondate epidemiche.

Quella che stiamo affrontando ora è dominata da nuove varianti Omicron, identificate con le sigle JN.1, KP.3, KP.3.1.1 e XEC, che hanno spiazzato le precedenti XBA e XBB e si sono rapidamente diffuse in molti paesi europei ed extraeuropei [1].

Sono antigenicamente diverse e non vengono riconosciute dagli anticorpi neutralizzanti prodotti da contagi o vaccinazioni precedenti; questo significa che l’immunità già acquisita ha solo un residuo, se non nullo, effetto protettivo. Anche se hanno caratteristiche distinte, derivano tutte da un ceppo comune e, fortunatamente, la reazione immunitaria suscitata da una di loro neutralizza anche le altre.

È stato quindi possibile sviluppare un vaccino basato su una sola di esse per avere una immunità protettiva accettabile verso tutte le altre.

Le caratteristiche delle varianti emergenti

Nel 2024 quattro varianti del ceppo Omicron sono state classificate Variant Under Monitoring (VUM) e tenute sotto osservazione in tutti i paesi aderenti al WHO [2].

A gennaio è stata individuata JN.1, che rapidamente è diventata la variante dominante. Successivamente, ad aprile, maggio e agosto sono state individuate KP.3, KP.3.1.1, che stanno gradualmente sostituendo JN.1 grazie al il più alto potenziale di infettività [3].

Tra queste la più aggressiva è XEC che sta espandendosi velocemente in Europa e negli Strati Uniti, passando dall’1% a più del 70% come causa di COVID-19 e che, secondo una stima recente, dominerà la ondata epidemica dell’inverno 2024-2025 [3, 4].

Le caratteristiche che hanno permesso alle varianti emergenti di sostituirsi a quelle della ondata epidemica passata, sono la capacità di evadere la reazione immunitaria già acquisita, la maggiore affinità di legame per i recettori del convertitore dell’angiotensina (ACE binding affinity) ed il periodo di incubazione di soli 2-3 giorni [3, 4].

I sintomi dell’ondata di COVID-19 che stiamo affrontando

Finora non ci sono prove che i sintomi del COVID-19 dell’attuale ondata epidemica siano diversi da quelli della malattia causata da altri ceppi di SARS-CoV-2 recenti.

Quelli dell’ondata epidemica in atto possono includere:

Generalmente, questo quadro clinico ha un decorso benigno e si attenua fino a scomparire dopo 5-10 giorni. Inoltre, in una percentuale ancora non definitiva di soggetti la malattia è asintomatica.

Tuttavia, in una percentuale del 5%-10% può avere una evoluzione grave, minacciosa per la vita, che necessita il ricovero in ospedale, anche in terapia intensiva [5].

L'età è il maggiore fattore di rischio e le comorbidità associate, il fumo e l'obesità contribuiscono ad aggravarlo. Un ulteriore aggravio è lo sviluppo di una sintomatologia post infezione (Post COVID Condition). I dati disponibili non permettono di stabilire con precisione la sua incidenza, ma i dati suggeriscono che circa il 6% dei pazienti sintomatici ne sono affetti; è interessante notare che malgrado il fatto che il COVID-19 grave sia un fattore di rischio significativo per il PCC, oltre il 90% dei casi si sia verificato dopo una infezione con sintomi lievi, per il maggior numero di soggetti [6].

L'incidenza cumulativa di PCC è diminuita nel corso della pandemia dominata dalle varianti omicron rispetto a quelle precedenti; la diminuzione è attribuibile, almeno in parte, alle mutazioni del virus, ma la vaccinazione sembra offrire un effetto protettivo, riducendo la probabilità di sviluppare PCC [7].

Guarda il video: Cos'è il Long Covid?

I vaccini disponibili

L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), il 30 aprile scorso ha emesso una nota in cui raccomandava adattare i vaccini mRNA già autorizzati alla variante dominante JN.1, tenendo anche conto della reattività immunitaria contro gli altri ceppi emergenti [8].

Il vaccino monovalente Comirnaty adattato a JN.1, è stato autorizzato all’immissioni in commercio dall’ AIFA nel 2024 ed è quello attualmente raccomandato. Contiene una porzione di RNA messaggero (mRNA) in cui sono inscritte le istruzioni per produrre la proteina spike della superficie del virus, che gli permette di entrare nella cellula ospite e di infettarla.

L’mRNA del vaccino induce la produzione temporanea della proteina spike. Questa non è infettiva e non causa la malattia, ma viene riconosciuta come estranea dal sistema immunitario e attiva la produzione di anticorpi specifici e sensibilizza le cellule memoria (linfociti T).

È importante sottolineare che l’mRNA dei vaccini non entra nel nucleo delle cellule quindi non interagisce, né modifica il nostro DNA; al contrario, si degrada entro pochi giorni dalla vaccinazione e viene eliminato dall’organismo [9].

Il vaccino di SARS-CoV-2. L’efficacia dei vaccini a mRNA contro l’infezione, incluso Comirnaty attualmente usato, è stata confermata sia nei soggetti che non avevano mai avuto l’infezione, sia nelle reinfezioni.

Per approfondire:Chi può fare il vaccino anti-Covid?

Quali sono gli effetti collaterali?

Gli effetti collaterali sono generalmente lievi o moderati.

I più comuni includono dolore, arrossamento e gonfiore nel sito di iniezione, febbre, brividi, mal di testa, artralgia, diarrea, affaticamento, mialgia, nausea e vomito; sono tutti temporanei e si risolvono in 2-3 giorni.

Effetti collaterali gravi, come miocardite e pericardite sono estremamente rari e più frequenti nei maschi che nelle donne [10].

Il concetto di efficacia e sicurezza è stato ribadito dalla WHO, che in un comunicato afferma che prima di ricevere la convalida da parte delle agenzie nazionali di regolamentazione, i vaccini contro la COVID-19 sono stati sottoposti a rigorosi test clinici per dimostrare che soddisfano i parametri di di sicurezza ed efficacia concordati a livello internazionale [11].

Conclusioni

Il virus SARS-CoV-2 è altamente infettivo ed è l'agente causale della comparsa della malattia COVID che il WHO ha definito pandemia globale [12]. Sfortunatamente, il virus non è ancora sotto controllo, ma è diventato endemico con andamento stagionale.

Ciò è dovuto principalmente alle nuove varianti che via via emergono come, ad esempio, quelle del ceppo Omicron che dominano l’attuale ondata epidemica. Allo stato attuale della ricerca, per contrastare la diffusione dell'infezione e sviluppare l'immunità del gregge le alternative migliori sono essere ben informati sulla malattia e su come si diffonde il virus e la vaccinazione di tutta la popolazione, non solo delle persone fragili o a rischio ma anche de i bambini.

Sfortunatamente, questo non è facilmente realizzabile a causa del rifiuto di una parte della popolazione ad accettare di vaccinarsi. È quindi necessario fare ogni sforzo possibile per informare adeguatamente la popolazione; da una parte dei potenziali pericoli per la salute ed i danni economici di questa epidemia e dall’altra sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini.

Bibliografia

  1. Cheng SMS et al., Virol. J., 21:70, 2024 https://doi.org/10.1186/s12985-024-02335-2024;
  2. WHO, COVID-19 Epidemiological Update, Edition 173, published 06 November 2024;
  3. Liu J et al., Lancet Infect Dis 2024 https://doi.org/10.1016/ S1473-3099(24)00738-2;
  4. Rubin R, JAMA, Published online November 22, 2024;
  5. Xie et al., JAMA, 331, 1663-1665, 2024
  6. WHO, COVID-19 Epidemiological Update, Edition 173 published 06 November 2024;
  7. Yan Xie et al., N Engl J Med, 391, 515-25, 2024;
  8. European Medicines Agency, Emergency Task Force, 30 aprile 2024;
  9. WHO 2022; Available from: ⟨https://covid19.who.int/?⟩Accessed on: March 2, 2022;
  10. Urdiales AM e Filia A, Istituto Superiore di Sanità, EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica, 10 ottobre 2024;
  11. WHO, COVID-19 advice for the public: Getting vaccinated, 8 October 2024;
  12. WHO, Director-General's opening remarks at the media briefing on COVID-19, 11 March 2020.
Data pubblicazione: 09 dicembre 2024

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