Varici o vene varicose

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Dr. Emanuele Ferrero Chirurgo vascolare

La diagnosi e le indicazioni al trattamento della patologia varicosa sono di pertinenza specialistica del Chirurgo Vascolare, pertanto è bene eseguire vista medica ed esami strumentali presso tali specialisti. Essi saranno in grado si suggerirvi la migliore azione terapeutica (medica/chirurgica) per il vostro caso

Cosa sono le vene?

Le vene sono vasi sanguigni che portano il sangue, carico di CO2, proveniente dalla periferia del corpo verso il cuore destro. Dal cuore destro il sangue è pompato ai polmoni, dove è ossigenato e in seguito, mediante le vene polmonari, il sangue ritorna al cuore sinistro per essere portato nel corpo mediante il sistema arterioso.

Le vene quindi trasportano il sangue dalla periferia verso il cuore. Sono vasi sanguigni di diverso calibro, con pareti sottili. Al loro interno il sangue è spinto dalla contrazione della muscolatura circostante il vaso.

Inoltre il sangue è aiutato a non refluire durante la sua “marcia” grazie alla presenza di valvole, dette a nido di rondine, che impediscono il reflusso del sangue venoso e garantiscono l'avanzamento del sangue in una sola direzione.

A livello degli arti inferiori vi sono tre sistemi venosi.

Superficiale:

  • La vena safena grande origina dal malleolo interno e risalendo lungo la gamba e la coscia (in zona mediale) raggiunge “l’inguine” per aggettarsi nel sistema venoso profondo (nella vena femorale profonda mediante la crosse safeno-femorale).
  • La piccola vena safena origina a livello del malleolo esterno e raggiunge il sistema venoso profondo (vena poplitea mediante la crosse safeno-poplitea) a livello della piega del polpaccio.

Profondo

  • E’ costituito principalmente dalla vena femorale comune, superficiale, profonda e poplitea.
  • E’ il sistema venoso principale e assicura il 90% del drenaggio venoso (grazie alla pompa muscolare ma anche a quella articolare).
  • Nel sistema venoso profondo si aggettano le vene del sistema venoso superficiale.

Perforanti:

  • E’ in sistema venoso di comunicazione tra le vene superficiali e profonde, permettendo il passaggio del sangue dalla rete superficiale a quella profonda. È suddivisibile in tre gruppi:
    • DODD: vene perforanti a livello della faccia mediale della coscia (III medio)
    • COCKETT: vene perforanti a livello della faccia mediale di gamba (III inferiore)
    • BOYD: vene perforanti a livello della faccia mediale della gamba (immediatamente sotto il ginocchio)

Varici o vene varicose

Per varicosi o malattia varicosa o varici si intende una dilatazione patologica permanente di una vena associata a modificazione delle pareti venose: dilatazione (localizzata o diffusa), nodosità alterazioni della colorazione delle vene e della pigmentazione.

Generalmente la patologia varicosa colpisce gli arti inferiori in particolar modo per motivi gravativi (forza di gravità attrae il sangue verso il basso), pertanto per patologia varicosa si intende in genere un’affezione delle vene superficiali degli arti inferiori (grande o piccola safena e/o loro collaterali). La malattia varicosa è un’ affezione che interessa circa il 30% della popolazione, con prevalenza del sesso femminile.

Per approfondire:10 domande sulle vene varicose

Sintomi

I sintomi associati alle varici agli arti inferiori sono:

  • stanchezza e pesantezza alle gambe
  • dolore associato a sensazione di indolenzimento e bruciore agli arti inferiori
  • talvolta crampi notturni.

A livello degli arti inferiori le vene varicose si presentano di dimensioni aumentate rispetto alla norma con colorazione bluastra e con decorso tortuoso.

Le vene più piccole, i capillari, possono creare un reticolo blu-rosso superficiale (teleangectasie) con una zona centrale più densa che ramifica vero l’esterno.

Quando questo tipo di disturbo non è trattato adeguatamente oppure viene trascurato possono comparire, nel tempo, fenomeni di alterazioni della pigmentazione, ulcerazione, sanguinamento e comparsa di eczema.

Le complicanze più frequenti delle vene varicose:

  • la flebite superficiale (formazione di un coagulo in una vena superficiale)
  • la trombosi venosa profonda (occlusione parziale o totale di una vena profonda da parte di un trombo)
  • l'emorragia varicosa (sanguinamento da una vena varicosa; può essere abbondante)
  • l'ipodermite (infiammazione e indurimento della pelle delle gambe)
  • l'ulcera venosa
  • l'embolia polmonare (con conseguenze a volte mortali)

Fattori di rischio

  • Familiarità: i famigliari di pazienti con vene varicose hanno una probabilità maggiore di sviluppare vene varicose rispetto ai famigliari di pazienti sani
  • Genere: le donne sono maggiormente colpite
  • Gravidanza:sia per fenomeni compressivi da parte del nascituro che per le alterazioni ormonali si ha un’alterazione delle pareti venose che può favorire l’insorgenza di vene varicose.
  • Età: pazienti più anziani hanno più probabilità di sviluppare vene varicose poiché i tessuti perdono elasticità
  • Obesità: aumenta la pressione sanguigna e determina varie influenze negative sullo svuotamento del circolo venoso favorendo l’insorgenza della malattia varicosa
  • Stare a lungo in piedi: il sangue ristagna per gravità nella parte più bassa delle gambe
  • Traumi fisici: possono danneggiare anche i vasi venosi determinando la formazione di varici e/o trombosi
  • Stile di vita: un errato stile di vita (sedentarietà – fumo – obesità – alimentazione non adeguata – contatto eccessivo con fonti di calore - …) può accelerare e favorire lo sviluppo della malattia varicosa
  • Fonti di calore: il caldo determina una dilatazione delle vene pertanto può favorire l’insorgenza di un’insufficienza venosa o alimentare i disturbi per chi è portatore di insufficienza venosa.

Diagnosi

La diagnosi d’insufficienza venosa si basa sull’evidenza clinica (mediante una vista medica, meglio se specialistica ossia da un chirurgo vascolare) e/o mediante un rilievo strumentale (eco-color-doppler). La visita medica non sempre è sufficiente per porre diagnosi di insufficienza venosa pertanto è sempre necessario eseguire un eco-color-doppler venoso (ECD venoso). L’ ECD venoso permette di valutare la presenza/assenza dell’insufficienza venosa e, in caso di varici, ci permette di eseguire una mappatura della malattia varicosa.

Eco-color-doppler venoso

L’eco-color-doppler venoso (un esame ecografico condotto ambulatorialmente) è un esame non invasivo, indolore, semplice e ripetibile che permette di ottenere molte informazioni sulla patologia varicosa al fine di poter proporre il miglior trattamento terapeutico.

Con l’eco-color-doppler venoso il medico può valutare la presenza della patologia venosa, individuare le cause, valutare l'entità della malattia varicosa ed eseguire una mappatura delle varici.

Trattamento

Il trattamento della patologia varicosa può avvenire mediante terapia: 

Medica

Non sempre la patologia varicosa deve essere trattata chirurgicamente. Spesso un’adeguata terapia medica (farmaci e/o integratori associati ad adeguata terapia elasto-compressiva) è in grado di evitare l’insorgenza delle complicanze, evitare la progressione della malattia ed estinguere i sintomi.

Sclerosante

Utilizzo di un agente sclerosante al fine di indurre “la chiusura” delle vene

Chirurgica

Il trattamento chirurgico della patologia varicosa ha la funzione di rimuovere la vena affetta da patologia varicosa impedendo così l’insorgenza delle complicanze, inoltre riduce l’estensione della malattia e ovviamente determina un miglioramento estetico dell’arto interessato da patologia. Come già spiegato in precedenza il trattamento chirurgico delle varici si avvale di molteplici metodiche che possono essere utilizzate in relazione a differenti elementi che il medico specialista (chirurgo vascolare) deve valutare: tipologia di varici, età del paziente, comorbilità del paziente e condizioni generali del paziente.

Tipologia di trattamenti chirurgici: varicectomie isolate, safenectomia (“stripping)”, Crossectomia, C.H.I.V.A., S.E.P.S., obliterazione endovenosa con metodica Laser (ELVeS - Endo Laser Vein System), obliterazione endovenosa con radiofrequenza (“VNUS-Closure” o “Closure-Fast”).

Complicanze intraoperatorie e postoperatorie

  • La mortalità è un evento non menzionato ma non pari a zero (esistono episodi sporadici di mortalità legati essenzialmente all’embolia polmonare secondaria a trombosi venosa profonda).
  • Emorragia intraoperatoria, più o meno grave, che raramente comporta la necessità di emotrasfusione con i rischi connessi.
  • Lesione della vena femorale o poplitea con possibile trombosi venosa profonda
  • Deiscenze di ferita, infezioni e raccolte ematiche o linfatiche in sede di ferite chirurgiche che non sempre regrediscono con adeguato trattamento conservativo e/o chirurgico.
  • Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare.
  • Recidiva varicosa, ovvero la ricomparsa di varici anche con interventi correttamente eseguiti.
  • Discromie cutanee (alterazioni del colorito della pelle) in sede di cicatrice.
  • Cheloidi in sede di cicatrice (cicatrici esuberanti che assumono aspetto di “ponfi” permanenti).
  • Lesione del nervo safeno con conseguenti parestesie e/o dolore lungo il suo decorso che può persistere per anni.
  • Linfedema, cioè stasi linfatica che determina edema
Data pubblicazione: 25 dicembre 2013

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