Nuova tecnica mini invasiva per il trattamento dell'iperidrosi

claudioandreetti
Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico

L’iperidrosi, ovvero la sudorazione eccessiva, ha un’incidenza di circa il 2% nella popolazione giovane. La medicina estetica (infiltrazione intradermiche di botulino e collagene) offre soluzioni temporanee.

Il problema dell'iperidrosi, già chiaramente e ampiamente trattato nell'articolo a cura del Dr. Francesco Inzirillo, consiste nella sudorazione eccessiva e non controllabile di alcune aree del corpo. Ha un’incidenza di circa il 2% nella popolazione giovane. Le zone più interessate da questo fenomeno e maggiormente invalidanti dal punto di vista del sociale sono rappresentate dal palmo delle mani e dalle ascelle.

La medicina estetica (infiltrazione intradermiche di botulino e collagene) offre soluzioni temporanee. L’unico trattamento realmente efficace e definitivo è la simpaticectomia chirurgica in anestesia generale: ovvero l'asportazione di un tratto specifico del nervo simpatico. Il nervo simpatico decorre lungo l'asse verticale della colonna vertebrale svolgendo funzioni in totale autonomia e quindi non controllabili da noi direttamente.

In particolare il tratto di nervo deputato alla regolazione della sudorazione a livello palmare e ascellare è compreso tra la seconda costa (T2) e la quarta costa (T4). Un anomalo funzionamento non volontario di questo minuto tratto (circa 2 cm) di nervo determina il fenomeno dell'iperidrosi. L'approccio chirurgico standard prevede da 2 a 3 accessi chirurgici toracici intercostali attraverso i quali vengono introdotti una telecamera e una o due pinze da presa.

La nuova tecnica minivasiva che viene proposta consiste nell'eseguire l'intervento di simpaticectomia con un singolo microaccesso chirurgico di 5 mm all'interno del cavo ascellare.

Attraverso il singolo forellino vengono inseriti una microtelecamera e una minuta pinza asportante utili a individuare il tratto di nervo simpatico target e ad asportarlo. In termini di successo la nuova tecnica minivasiva garantisce i medesimi risultati della tecnica tradizionale, ovvero valori prossimi al 98% nel caso dell'iperidrosi palmare e ascellare.

Le complicanze legate all'atto chirurgico (emorragia, pneumotorace, sindrome di Horner) risultano inferiore all'1%. Il fenomeno della recidiva dell'iperidrosi, tardiva o immediata, si aggira intorno all'1%.  Sovrapponibili nelle due tecniche sono inoltre i dati sul fenomeno della sudorazione compensatoria, che dipende esclusivamente dalla sezione del nervo (circa il 60%). Ma solo in una minoranza di casi (circa 1 %) tale fenomeno risulta estremamente fastidioso e permanente.

Ottimo risulta il controllo del dolore post-operatorio con la tecnica a singolo accesso da 5 mm. 8 pazienti su 10 dichiarano di non avere dolore nell'area di accesso chirurgico ma solo fastidio sopportabile. Comunque l'uso di tachipirina da 1 gr 2-3 volte al giorno per 48 ore è sufficiente a coprire completamente il fastidio e/o dolore riferito. Inoltre l'incisione di 5 mm all'interno del cavo ascellare garantisce un risultato estetico eccellente.

Da gennaio 2005 a maggio 2011 presso la Divisione di Chirurgia Toracica dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma sono stati sottoposti a simpaticectomia con tecnica a singolo accesso oltre 200 pazienti affetti da iperidrosi palmare e ascellare bilaterale.
Età media dei pazienti 28 anni. Rapporto M/F pari a 4/2. La degenza media post-operatora è stata di 24 ore.L'intervento è stato eseguito in due fasi: prima un lato (ascella e mano destra o sinistra) e in un secondo ricovero il secondo lato.

Nella nostra casistica è comparso un dato interessante: più tempo passa tra l'intervento a un lato e l'altro e minore è la comparsa del fenomeno della sudorazione compensatoria, che scende fin a sfiorare lo 0%. Pertanto consigliamo tempi per il secondo intervento non inferiori a 3 mesi.

Concludendo l’accesso chirurgico mini-uniportale permette di ottenere risultati terapeutici ed estetici ottimali. I pazienti, quasi tutti giovanissi, riferiscono di soffrire di iperidrosi da circa 20-30 anni, ovvero dalla nascita. Dopo aver affrontato il trattamento al primo lato, fanno tutti la stessa domanda: quando posso mettermi in lista per il secondo lato?

Data pubblicazione: 19 dicembre 2011